DOCUMENTO ANNUALE DI PROGRAMMAZIONE: “VELOCIZZARE LE RIFORME, RENDERE PRODUTTIVA LA SPESA, SOSTENERE LE IMPRESE CHE INNOVANO E CREANO LAVORO” - L'AUDIZIONE DELLA I COMMISSIONE CON LE CATEGORIE

Si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni l'audizione con le categorie economiche regionali sul Documento annuale di programmazione predisposto dalla Giunta regionale. Durante l'incontro convocato dal presidente Oliviero Dottorini sono intervenuti rappresentanti di Provincia di Terni, Confindustria, Lega Coop, Cgil, Cna, Confcommercio, Coldiretti e Gepafin. Tutti gli interventi hanno sottolineato la gravità della situazione economica umbra sollecitando la rapida applicazione delle riforme già approvate ed azioni solerti per rilanciare il sistema produttivo, il manifatturiero e il comparto turistico.

Data:

13 Mar 2013 00:00

Tempo di lettura:

7 minuti, 11 secondi

(Acs) Perugia, 13 marzo 2013 – I rappresentanti di Provincia di Terni, Confindustria, Lega Coop, Cgil, Cna, Confcommercio, Coldiretti e Gepafin sono intervenuti questa mattina all'audizione pubblica convocata dal presidente della Prima commissione per raccogliere valutazioni e indicazioni sul Documento annuale di programmazione (Dap) predisposto dall'Esecutivo di Palazzo Donini. Vari interventi hanno sottolineato la necessità di associare alla riduzione della spesa improduttiva un rilancio del sistema rappresentativo, di affrontare la grave situazione economica umbra attraverso una rapida applicazione delle riforme già approvate ed azioni solerti per rilanciare il sistema produttivo, il manifatturiero e il comparto turistico.

GLI INTERVENTI.
ZEFFERINO CERQUAGLIA (Provincia di Terni): "Leggendo il Dap si avverte il senso di una crisi che non è solo economica ma anche politica ed istituzionale. Apprezzo molto la volontà di puntare sulla concretezza e sulla riduzione dei costi della macchina pubblica, che in Umbria deve essere una priorità. La riduzione dei costi che deve procedere in parallelo ad un rinforzamento della democrazia. Regioni ed enti locali devono procedere di concerto, scegliendo congiuntamente come utilizzare i pochi fondi disponibili. Va sviluppata una politica di solidarietà anche istituzionale. Apprezziamo la rinuncia all'aumento del prelievo fiscale, la Regione deve porsi il problema di rendere la spesa più produttiva, andando ad incidere sulla propria organizzazione, come sta facendolo. Il taglio delle Province non è una soluzione a meno che non si studi un nuovo sistema istituzionale. Le Province hanno rappresentato un elemento di coesione dei territori e quindi devono essere sostituite da un altro collante territoriale. La riduzione a 20 dei consiglieri regionali danneggerà la rappresentanza politica dei territori. Importante puntare su nuove politiche ambientali, riducendo il consumo di energia e bloccando la cementificazione dei suoli”.

AURELIO FORCIGNANÓ (Confindustria): "Giá lo scorso anno abbiamo richiamato l'attenzione sul rischio di un allontanamento dell'Umbria dai parametri economici del centro nord. Il Dap prende atto di questa tendenza, determinata da alcune criticità strutturali della regione. Una di queste è il ridimensionamento del ruolo del manifatturiero nell'economia regionale. Tutto questo porta ad un calo di 20 punti sulla produttività regionale. Bisogna puntare al recupero di un ruolo centrale del manifatturiero, l'unico settore che ha dimostrato di poter produrre sviluppo. Tutto questo impone alle istituzioni di promuovere tutte le iniziative capaci di dare al manifatturiero il sostegno per crescere, innovarsi, puntare sull'internazionalizzazione, promuovere le aggregazioni. Le risorse comunitarie vanno dunque indirizzate verso queste direzioni. Ci sono alcuni motori che nella nostra regione non riescono ad andare a regime. Come il turismo, una risorsa che ancora non riusciamo a sfruttare. Condividiamo lo sforzo per la riforma istituzionale e la semplificazione, però c'è troppa lentezza nel dare seguito alle scelte e i cittadini non percepiscono gli effetti di questa riforma. Bene la riforma della sanità, ora vediamo come si espliciteranno gli obiettivi dichiarati. Non siamo soddisfatti della riforma delle Agenzie, quella di Sviluppumbria è avvolta nelle nebbie e noi non siamo riusciti a saperne niente. Apprezziamo la scelta dell'invarianza fiscale nonostante il taglio dei trasferimenti statali".

ALESSANDRO MEOZZI (Lega Coop Umbria): "Assistiamo ad un quadro economico che degenera, come purtroppo avevamo previsto anche noi. Alla ulteriore contrazione del quadro economico si sommerà ora la scorsa disponibilità di risorse pubbliche per il sociale. Apprezziamo l'invarianza fiscale ma auspichiamo che si proceda alle riforme annunciate e iniziate. Il tema della semplificazione amministrativa è prioritario per le imprese che hanno a che fare con la pubblica amministrazione. Bisogna lasciare da parte la forma e puntare sulla concretezza. Fondamentale la riforma delle Agenzie regionali, bisogna ripartire con la programmazione del tessuto economico e la cooperazione può dare risposta importanti per la ripresa. Nel Dap non c'è abbastanza attenzione alle azioni per i giovani, che oggi non ricevono risposte né dal mondo dell'istruzione e neppure da quello del lavoro. Ci sono imprese che paradossalmente chiudono per difficoltà burocratiche nel proseguire l'attività piuttosto che per mancanza di liquidità. Bisogna puntare all'accorpamento ma anche al trasferimento di conoscenze tra imprese. La riforma della sanità è centrale nella politica regionale, anche per le moltissime risorse che assorbe. Bisogna quindi capire rapidamente se la riforma produce risparmi e raggiunge gli obiettivi previsti. Auspichiamo l'introduzione dell'esenzione Irap per le cooperative di tipo A e l'affidamento alle cooperative di tipo B di almeno il 5 per cento delle commesse pubbliche, come previsto da una delibera della Giunta. Nelle politiche abitative è necessario dare sostegno ai giovani che altrimenti non possono uscire di casa. Serve una seria politica di housing sociale per riutilizzare parte del patrimonio pubblico. Dovremo comprendere quali azioni producono risultati e quali no, per decidere a quali interventi destinare le poche risorse disponibili”.

MARIO BRAVI (Cgil Perugia): "Giudizio positivo sul Dap, ma processo delle riforme da accelerare. Rispetto alla crisi attuale servono strumenti straordinari perché l'Umbria subisce la crisi in modo più forte rispetto ad altre regioni, anche perché gli stipendi sono di alcuni punti percentuali più bassi di quelli delle regioni vicine. Non possiamo permetterci di perdere altri pezzi del nostro tessuto produttivo. Anche se l'assenza di un governo nazionale ci danneggia perché nella trattativa con le multinazionali siamo troppo deboli, come la vicenda delle acciaierie di Terni di sta dimostrando. Ci sono imprese in Umbria in cui i lavoratori non percepiscono lo stipendio anche da 4 mesi ma restano aggrappati alle loro aziende per evitare che le chiudano. Dovremo mettere in campo una iniziativa legata alla situazione straordinaria. Servono sforzi in più, contrastando le politiche di centralizzazione e di riduzione del ruolo degli enti locali. Vanno contrastate le politiche di austerità, che seguono una logica suicida che non porta da nessuna parte. Sui fondi europei, bisogna puntare sulle imprese che incrementano l'occupazione. Servono politiche per il lavoro, facendo in modo che questo diventi una priorità per le istituzioni e per i privati, comprese le fondazioni bancarie". PAOLO ARCELLI (Cna Perugia): "Se all'interno del Dap la spesa libera è di soli 120 milioni di euro le azioni reali che si possono mettere in campo non sono molte. Chi lavora deve prendere di più e il lavoro deve costare di meno. Una delle prime leggi rivolte alla semplificazione era il testo unico sull'artigianato, solo che ora servono fondi per alimentarla. Per le politiche industriali abbiamo solo fondi europei. Sulla semplificazione non ci sono stati passi in avanti, non c'è ancora l'agenzia per le imprese. Per creare lavoro è necessario abbattere le pastoie che ancora esistono, va ripensata la modalità con cui i giovani si approcciano al lavoro. Siamo in una situazione penosa e difficile, gli imprenditori devono scegliere di non pagare gli operai per saldare le rate del mutuo. Il problema dell'esito è centrale perché il sistema Italia ha bisogno di liquidità".

FEDERICO FIORUCCI (Confcommercio): "Spesso le aziende devono scegliere pagare i dipendi oppure pagare l'Imu. Non possiamo aspettarci troppo da un Dap che dovrebbe affrontare una crisi così difficile. Va rafforzato il ruolo del turismo. Manca l'innovazione che dovrebbe riguardare il terziario, la cooperazione e l'agricoltura. Buona l'idea di uno start-up di imprese che ruotino intorno alla cultura. Mancano alcune cose importanti. Nel Dap ci aspettavamo un passo in avanti per Sviluppumbria, sulla cui riforma non ci sono informazioni e novità. Abbiamo presentato un progetto alla Giunta sullo start – up di impresa, cercando di introdurre qualche elemento di novità. Ci sarebbe piaciuto trovare qualche traccia del nostro progetto in questo Dap. Sul turismo, si enuncia che è un motore dell'economia regionale e poi si ammette che non ci sono risorse e che non si riesce ad attrarre visitatori. I 500mila euro stanziati per la promo-commercializzazione non sono nulla. Servono invece strumenti e risorse, manca ancora il piano per il 2013. Serve una svolta sui tempi, siamo lenti sulle riforme, sulle leggi e sui provvedimenti. Ad esempio per la legge sulle sagre, è un anno e mezzo che ci si attarda. Il testo unico sul turismo non ha portato novità e innovazioni, e non è servita a fermare il dilagare dell'abusivismo. Manca un riferimento al credito e al ruolo di Gepafin e di Confidi, che non vengono nemmeno citati. Manca infine un richiamo al bando 'Smart cities': l'Umbria ha partecipato ma non ha vinto. Non si può non puntare sulla telematica per il turista, il cittadino e la green economy. Nel Dap non c'è nemmeno un accenno a questa possibilità di sviluppo".

MARTA LUCARONI (Coldiretti): "Il settore agricolo, uno dei motori di sviluppo dell'Umbria, è stato relegato ad un ruolo minore, non tenendo in considerazione il suo potenziale sociale e turistico. In ottemperanza al principio della sussidiarietà orizzontale, corollario della semplificazione amministrativa, è opportuno riconoscere ai Centri di Assistenza Agricola  un maggior ruolo nell’espletamento dei procedimenti amministrativi coinvolgenti le imprese agricole". SALVATORE SANTUCCI (Gepafin): "Vogliamo ascoltare le richieste delle categorie per elaborare il piano industriale richiesto dal Dap, per dare corpo al ruolo che Gepafin deve svolgere. Stiamo lavorando sul nostro piano industriale, ci stiamo confrontando con il mondo associativo regionale e stiamo passando ad una fase operativa di confronto con i soggetti del credito che operano con gli strumenti finanziari nazionali. Gepafin deve riuscire ad avvinciate la strumentazione finanziaria nazionale e comunitaria ai territori. Gepafin deve avere la capacità di mettersi in discussione, ridefinendo il proprio ruolo, la propria missione e il proprio modo di lavorare, per dare risposte competenti, fornire soluzioni ai problemi e in tempi rapidi". MP/

Ultimo aggiornamento: 14/03/2013