(Acs) Perugia, 28 ottobre 2010 - “Se la Presidente ed il suo esecutivo credono di buttare fumo negli occhi annunciando riforme di facciata e discontinuità, incontrovertibilmente fondate sul nulla, noi li aspetteremo al varco e daremo fermamente battaglia contro ogni ‘magheggio’ costruito per continuare a galleggiare in questo pantano di clientelismo e rendite inscalfibili”. Così il consigliere regionale Massimo Monni (Pdl) che ritiene “inaccettabile e dichiaratamente autoconservativa” l’intenzione della presidente Marini “candidamente espressa nell’imminenza dello scadere dei contratti”, di portare i direttori regionali da 7 a 4, “giocando, tra l'altro, con i pensionamenti programmati”.
Monni aggiunge che si sta parlando “degli stessi direttori regionali prettamente nominati su basi di appartenenza politica, ma non certo su basi di competenze ed esperienze manageriali conclamate”. E queste figure apicali, a giudizio dell’esponente del Pdl, sono le stesse “ ‘cresciute’ all'interno dell'apparato burocratico della Regione e che, già nella passata presidenza, erano state investite di importanti responsabilità politiche subentrando, forse per mancanza di fiducia, agli assessori stessi”. Tutto ciò, avverte Monni, “ha inevitabilmente condotto l'Umbria al collasso socio-economico ed al fallimento di tutta la Regione iniziando dalla politica del turismo, per passare poi allo sviluppo e all'economia”.
“Le risorse in dotazione – aggiunge l’esponente di opposizione -, non sono mai state messe totalmente a disposizione degli utenti, ma sono rimaste inutilizzate nei meandri della burocrazia dove chi, mescolando le carte o accantonando deliberatamente i fondi dei bandi, ha alimentato una perversa rete di interessi economici ed elettorali, sfiancando coloro che da queste ‘affiliazioni’ restavano fuori”.
“Siamo per il taglio netto di tutti i responsabili – conclude Monni -, per non parlare anche di quelli facenti parte del comitato elettorale della presidente, in nome della chiara distinzione delle responsabilità e delle competenze, e per porre fine a questo insostenibile intreccio tra politica e burocrazia, rimettendo al centro, con atti concreti, l'interesse generale ed il bene dell'Umbria”. RED/tb