(Acs) Perugia, 13 gennaio 2015 – “La nuova legge sull’organizzazione del Corecom Umbria, entrata in vigore il 31 dicembre 2014, pur con la riduzione positiva dei membri del Comitato da 5 a 3, costituisce un grave arretramento rispetto alla precedente legge regionale '3/2000'”. Lo dichiara il presidente in prorogatio del Corecom, Mario Capanna.
“Circa la struttura di lavoro del Corecom – spiega Capanna - la precedente legge, all’articolo 26, prescriveva che la 'dotazione organica è determinata d’intesa tra il Comitato e l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, sentita l’Autorità'. La nuova legge, all’articolo 15, se la cava con un semplice: 'l’Ufficio di presidenza, sentito il presidente del Corecom, individua all’interno dell’organizzazione assembleare la struttura di supporto al Corecom'. La differenza è basilare: 'd’intesa' implica la necessità di un accordo; il mero 'sentito' significa che, acquisito il parere, l’Ufficio di presidenza può bellamente – e insindacabilmente – infischiarsene. Con l’aggravante che 'sentita l’Agcom è sparita'”.
Secondo Capanna “il passo indietro, normativo e politico, è indiscutibile. È, inoltre, particolarmente miope e autolesionista. Il Corecom è l’ente regionale più utile, l’unico davvero a contatto diretto, tutti i giorni, con i cittadini, nelle cui tasche ha fatto rientrare, nel 2014, circa 1 milione di euro. Metterlo in condizioni di operatività ad libitum (vale a dire: alla mercé di chi decide in alto) significa tarpargli le ali. È già successo durante la mia presidenza quando, nonostante vigesse il 'd’intesa', per quattro anni la dotazione organica è sempre rimasta insufficiente (nonostante le reiterate promesse) al punto che, in segno di civile protesta, l’intero Comitato dovette 'occupare' l’ufficio del presidente Eros Brega. Solo allora ottenemmo qualche miglioramento. Spero – conclude Capanna - che l’Agcom e il Coordinamento nazionale dei Corecom, che ho doverosamente informato di quanto sopra, si facciano sentire con determinazione”. RED/dmb