CONSIGLIO REGIONALE: “TOTALE CONTRARIETA’ ALLE NUOVE MODALITA’ DELLA PARTECIPAZIONE IN COMMISSIONE” – PER MONACELLI (UDC) SI TRATTA DI “UN ATTEGGIAMENTO CENSORIO”

Il portavoce dell’Udc, Sandra Monacelli, esprime il suo disappunto per l’approvazione, oggi, in Consiglio regionale, per la proposta di modifica della legge regionale 14/2010 “Istituti di partecipazione alle funzioni delle istituzioni regionali” riguardante nuove modalità di svolgimento della consultazione sugli atti all’attenzione delle Commissioni consiliari.
Per Monacelli si tratta “di un ritorno al passato” e di un “atteggiamento censorio nei confronti dello strumento partecipativo perché si limita la partecipazione con dei cavilli, a danno dei gruppi monocratici e della partecipazione dei cittadini”.
 

Data:

30 Lug 2010 01:00

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(Acs) Perugia, 30 luglio 2010 - “Intendo esprimere tutta la mia contrarietà per la proposta di modifica della legge regionale 14/2010 ‘Istituti di partecipazione alle funzioni delle istituzioni regionali’ riguardante nuove modalità di svolgimento della consultazione sugli atti all’attenzione delle Commissioni consiliari, approvata oggi in Consiglio regionale”. E’ quanto scrive, in una nota, il capogruppo e portavoce dell’Udc, Sandra Monacelli per la quale “è un ritorno al passato che non ci convince affatto, perché – spiega – questo atto, che rende la partecipazione non più obbligatoria per tutti gli atti che transitano nelle Commissioni, potrà essere richiesta da 3 commissari o da 1/5 dei componenti dell'Assemblea regionale. Si tratta – dice - di un atteggiamento censorio nei confronti dello strumento partecipativo perché si limita la partecipazione con dei cavilli, a danno dei gruppi monocratici e della partecipazione dei cittadini”. Per Monacelli, “vengono meno quei principi di trasparenza e partecipazione che devono caratterizzare la nostra democrazia. Molte scelte, - continua - che dovrebbero essere condivise con le parti sociali, torneranno ad essere assunte nel ristretto consesso del Palazzo. Se davvero si voleva rendere lo strumento della partecipazione non più ostaggio delle maggioranze consiliari, come affermato da Andrea Lignani Marchesani (Pdl), non si doveva eliminare il principio secondo cui la consultazione riguarda obbligatoriamente tutti gli atti all'esame della Commissione se non espressamente esclusa con voto della maggioranza dei componenti della stessa”. Secondo il portavoce Udc, “sarebbe stato sufficiente limitare tale potestà di esclusione, assegnandola ad un voto unanime o al limite una maggioranza di due terzi, anziché semplice. Ciò avrebbe consentito alla partecipazione di essere strumento realmente accessibile ed efficace, restituendo inoltre centralità al Consiglio regionale”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 30/07/2010