CONSIGLIO REGIONALE: APPROVATO A MAGGIORANZA IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE – ASTENSIONE DELL'OPPOSIZIONE, NO DELL’IDV

Il Piano di tutela delle acque è stato approvato oggi dall'Assemblea regionale con i voti favorevoli della maggioranza, l'astensione dell'opposizione e il voto contrario del consigliere Dottorini (Idv). I documenti (un disegno di legge e un atto amministrativo) prevedono misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento dei corpi idrici, interventi volti a garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Previste limitazioni e parametri particolari per le “aree critiche” dove insistono consistenti allevamenti suinicoli.

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01 Dic 2009 00:00

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(Acs) Perugia, 1 dicembre 2009 – Il Piano regionale di tutela delle acque, predisposto dalla Giunta e modificato durante i lavori della II Commissione, è stato approvato oggi dall'Assemblea di Palazzo Cesaroni con i voti favorevoli della maggioranza, l'astensione dell'opposizione di centrodestra e il voto contrario del consigliere Oliviero Dottorini (Idv). Il Piano di tutela delle acque (un disegno di legge e un atto amministrativo abbinati) contiene l’elencazione dei corpi idrici e delle aree che richiedono apposite misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento; l’individuazione degli obiettivi di qualità ambientale; le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico; gli interventi volti a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale e delle risorse idriche; l’indicazione della cadenza degli interventi previsti e degli interventi di bonifica dei corpi idrici; l’analisi economica e le misure concernenti il recupero dei costi dei servizi idrici. I suoi obiettivi sono: prevenire e ridurre l’inquinamento e risanare i corpi idrici inquinati; migliorare lo stato delle acque e proteggere quelle destinate a particolari usi; perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche con priorità per quelle potabili; mantenere la capacità naturale di auto depurazione dei copri idrici e la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Il dibattito intorno al complesso atto di programmazione (circa 1500 pagine in tutto) si è incentrato in modo particolare sulle misure relative al contenimento degli inquinanti provenienti dai reflui degli allevamenti zootecnici. Durante i lavori della II Commissione sono stati apportati alcuni cambiamenti alle misure riguardanti la possibilità di utilizzare i reflui per fertilizzare i terreni e alla quantità di suini che possono essere allevati in una determinata zona. A questo proposito FRANCO TOMASSONI (presidente della II Commissione - relatore di maggioranza), ha sottolineato “il confronto serio, appassionato e approfondito che la Commissione ha effettuato relativamente alle misure Q 33, Q 34, Q 35 contenute nella parte III del Piano [scheda seguente]. Tali misure riguardano in maniera particolare i limiti e gli obblighi riguardanti gli allevamenti zootecnici, in particolare quelli suinicoli, su tutto il territorio regionale e più specificatamente su quei territori a maggior rischio ambientale e caratterizzati dalle maggiori criticità derivanti dalla gestione dei liquami (vedi Bettona, Marsciano, Trasimeno, Nestore e Chiascio). E’ naturale – ha sottolineato Tomassoni - che nell’ambito della discussione e nella decisione si è tenuto conto degli interessi degli allevatori, che rappresentano, sia in termini di Pil agricolo regionale che in termini occupazionali, una realtà importantissima dell’Umbria, ma evidentemente non si poteva non tener altrettanto conto dell’interesse generale riguardante l’ambiente che risulta essere elemento fondamentale per la qualità della vita in Umbria, ma soprattutto elemento strutturale per la crescita economica. Sta alla capacità ed al senso di responsabilità degli imprenditori, delle associazioni di categoria e delle istituzioni trovare quell’equilibrio, quelle sinergie necessarie ad incentivare quello sviluppo economico compatibile”. Tomassoni ha aperto la sua relazione osservando che “l’acqua dolce rappresenta solo il 25 per cento del volume totale di acqua presente sulla terra e per i 2/3 si trova nei ghiacciai, che sono la principale riserva di acqua dolce del nostro pianeta. La restante parte si trova in riserve sotterranee e solo meno dell’1 per cento dell’acqua dolce si trova in laghi, fiumi e bacini. Il World water development report dell’Unesco indica chiaramente che nei prossimi vent’anni la quantità d’acqua disponibile per ogni persona diminuirà del 30 per cento. A livello europeo, il 54 per cento dell’acqua è consumata dall’industria, il 26 per cento dall’agricoltura ed il 20 per cento per usi domestici. Io credo che tutti noi dovremo lottare perché l’acqua, diritto inalienabile individuale e collettivo sia 'l’affare' dei cittadini e non quello degli speculatori, ricordando e sottolineando che la gestione dell’acqua integrata e sostenibile appartiene alla sfera della democrazia”. Tomassoni è poi passato allo specifico del Piano, spiegando che esso si compone di due atti: “il disegno di legge di iniziativa della Giunta 'Norme in materia di tutela e salvaguardia delle risorse idriche – Piano regionale di tutela delle acque' e la proposta di atto amministrativo di iniziativa della Giunta 'Piano regionale di Tutela delle Acque'. Il quadro normativo di riferimento, per entrambi gli atti in esame, è dato dal decreto legislativo n. 152/2006 'Norme in materia ambientale', il quale, a sua volta, ha recepito la Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque (2000/60/CE). La legge che viene sottoposta all’esame del Consiglio, nel testo emendato in Commissione, si compone di due capi: il primo 'Norme attuative in materia di tutela e salvaguardia delle risorse idriche e piano di tutela delle acque' individua l’oggetto e le finalità della legge in questione; definisce la funzione e i contenuti del Piano di tutela delle Acque e dispone norme in relazione alle procedure di approvazione, aggiornamento e modifiche dello stesso; prevede l’obbligo, per gli Ambiti territoriali integrati, di adeguare i propri Piani d’ambito ai contenuti del Piano di tutela delle Acque, disciplinando le modalità di esercizio del potere sostitutivo nel caso d’inerzia degli Ati stessi; prevede che la Giunta, entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della legge, detti, nel rispetto di quanto previsto nel decreto legge 152/2006 ed in attuazione della legge stessa, una serie di regolamenti nelle materie individuate dalla legge in esame; introduce sanzioni amministrative individuando i soggetti cui spetta il potere di irrogare tali sanzioni; introduce ulteriori sanzioni e controlli, anche a carico degli Ati e prevede che gli Ati, per le attività di controllo e valutazione sul ciclo delle acque, si avvalgano del supporto e della consulenza dell’Arpa, previa stipula di apposita convenzione; dispone, tra l’altro, la delega alle Province di Perugia e di Terni, per quanto attiene alle competenze in materia di rilascio delle autorizzazioni per l’attività di raccolta, trasporto, stoccaggio, condizionamento ed utilizzazione dei fanghi in agricoltura; contiene un’apposita clausola valutativa, tesa a verificare l’attuazione della legge stessa e a valutare gli effetti della politica pubblica in riferimento alla tutela delle acque dall’inquinamento e alla corretta gestione delle risorse idriche”. Per il relatore di minoranza, ARMANDO FRONDUTI (FI – Pdl), si tratta di un Piano che “fotografa le criticità ambientali indicando le zone inquinate, le giuste misure di prevenzione e le modalità di risanamento. Sono misure importanti che le famiglie umbre ed a cui la II Commissione ha dedicato mole sedute. In alcune zone ci sono allevamenti che smaltiscono i liquami attraverso l'utilizzo agronomico: proprio per questo ci sono state inchieste della magistratura. È risultata evidente la responsabilità dell'Arpa e della Giunta nel mancato controllo su quelle aree e sui livelli di inquinamento. Dove era la Regione in questi 20 anni? Perché non si è intervenuti prima? Dove era il sistema di controllo e vigilanza? L'ambiente deve essere certamente salvaguardato ma facendo attenzione alla situazione economica di piena recessione che sta colpendo il comparto suinicolo, con 1/3 delle aziende a rischio chiusura. I rinvii in Commissione ed in Consiglio da parte del Pdl sono stati richiesti proprio per conciliare le esigenze ambientali con quelle economiche. L'elemento ambientale rappresenta infatti per l'Umbria un punto di forza da difendere perché essenziale per potenziare l'attrattiva sul territorio e innalzare la qualità della vita e la tutela della salute delle popolazioni locali. Con la chiusura del salumificio di Bettona, anni fa, si è interrotta la filiera suinicola, col risultato che su quel territorio grava oggi solo un problema, quello dei reflui degli animali. È indubbio che le vicende di Bettona hanno condizionato fortemente le scelte della Giunta per una ancore maggiore tutela dell'ambiente. La sensibilità dell'assessore Liviantoni ha consentito di dare una risposta agli emendamenti che avremmo presentato in sede di Consiglio, accogliendo le indicazione della Coldiretti e delle altre associazioni di categoria. Il nostro voto di astensione può rappresentare un momento di transizione, per rifletter tra due anni sulle misure oggi attuate per il settore degli allevamenti. I limiti del numero dei capi (Uba = 250) sono troppo stringenti e possono portare al crollo del sistema. Ci asteniamo sia sulla legge che sul Piano che non recepisce le esigenze degli allevatori e degli agricoltori sulla fertirrigazione, in particolare sul Lago Trasimeno”.

“ASSOLUTAMENTE INSODDISFACENTE TUTTA LA PARTE RELATIVA AI REFLUI ZOOTECNICI. CHIEDIAMO LA CHIUSURA DEGLI IMPIANTI INCRIMINATI - OLIVIERO DOTTORINI (Idv): Dopo il decreto sulla privatizzazione dell’acqua vorrei augurarmi che questa Assemblea si unisca a quelle di Emilia Romagna, Marche, Puglia e Liguria, che hanno già annunciato un ricorso di costituzionalità. Come Idv proporremo un Referendum popolare per abrogarlo perché siamo convinti che l’acqua è un bene comune ed universale e come tale va tutelato. Riteniamo il Piano umbro di tutela delle acque condivisibile negli obiettivi, soprattutto per lo strumento principale del deflusso minimo vitale; ma debole e lacunoso sui futuri prelievi che potrebbero mettere a repentaglio sia la salvaguardia dei corpi idrici che la capacità di garantire i cittadini da abusi o prelievi incontrollati. Poca attenzione è stata posta alla tutela quantitativa della risorsa acqua. In particolare sull’imbottigliamento delle acque minerali, un’attività considerata priva di rilevanza. Ritengo assolutamente insoddisfacente tutta la parte relativa ai reflui zootecnici. Con nostri emendamenti chiediamo la chiusura degli impianti incriminati e solo in subordine: che tutti gli allevamenti siano sottoposti ad aggiornamento tecnologico e che nelle previsioni di futuri atti o protocolli d’intesa vengano coinvolte anche le associazioni ambientaliste e dei cittadini”. Dopo aver parlato di “consociativismo politicamente non giustificabile” e di “rigetto di ogni tentativo di inciucio tra schieramenti”, Dottorini ha aggiunto: “Avere avallato la posizione del Comune di Bettona (e del centrodestra che sostiene quell’amministrazione) è stato un errore enorme, reso ancor più evidente dalla clamorosa vicenda giudiziaria che ha sconvolto l’intera regione”. Sull’iter del Piano ci sono stati passaggi apparentemente inspiegabili. Inizialmente il Pdl ha condotto in Commissione un'opposizione feroce. Poi sono arrivati gli emendamenti della Giunta, e miracolosamente l’avversità del centrodestra si è affievolita fino a trasformarsi in voto di astensione. Abbiamo presentato una mozione che impegna la Giunta a rivedere alcune deliberazioni che hanno reso in questi anni alquanto incerto e approssimativo il trattamento dei reflui zootecnici negli impianti regionali, in particolare quelli di Bettona e Marsciano. Chiediamo ufficialmente che venga discussa e votata nella seduta odierna.

“IL PIANO ACQUA CHE VA IN PORTO. È UN SUCCESSO DELL’OPPOSIZIONE: L’ATTO INIZIALE AVREBBE FATTO CHIUDERE ATTIVITÀ, IMPRESE E POSTI DI LAVORO” - RAFFAELE NEVI (FI-Pdl): “Provvedimento importante perché incrocia ambiente, gestione dell’acqua e produzioni economiche. In seconda Commissione è stato fatto un buon lavoro di approfondimento che ne ha modificato sostanzialmente la portata. E’ dunque vero: da parte nostra c’è stata un’opposizione dura ad un atto iniziale che avrebbe comportato la chiusura di attività, di imprese e di posti di lavoro. Il fatto vero da evidenziare è che nel passato sono mancati i controlli. La legislazione ambientale in Umbria è spesso troppo dura e quasi sempre si carica di una mole di documentazione eccessiva, poco utile ai fini ambientali. Sulla privatizzazione dell’acqua mi chiedo se la maggioranza ritiene di mantenere il sistema attuale, questo umbro a gestione pubblica, con perdite economiche e un pietoso stato degli acquedotti. Di sicuro il bene acqua è preziosissimo; ma solo la gestione privata può garantirne la qualità. Sui reflui zootecnici non siamo del tutto soddisfatti. Ricordo che all’inizio della discussione non si voleva capire che la normativa proposta avrebbe fatto chiudere molti allevamenti. Solo dopo che le associazioni di categoria hanno preso posizione sui giornali, si è cominciato a cambiare idea. Tardivamente si è capito che il comparto è in fortissima difficoltà e non si poteva gravare con altri vincoli. Anche sulla filiera corta che tutti vogliamo sostenere, dobbiamo convincerci che non si possono inserire vincoli, dall’oggi per il domani. Il Piano acqua che va in porto è un successo della opposizione che io rivendico”.

“SUI REFLUI ZOOTECNICI NESSUN INCIUCIO, LA DENUNCIA L’HA FATTA IL SINDACO DI CENTRODESTRA” - MASSIMO MANTOVANI (An-Pdl): “Mi preme intervenire sulla situazione degli allevamenti zootecnici. Per venti anni la situazione è stata quella che conosciamo. Ci dica Dottorini chi sono i soggetti interessati all’inciucio ed alla trasversalità che lui ha denunciato. Ma forse non lo può dire perché c’è qualcuno della maggioranza. Io comunque lo invito a fare nomi e cognomi precisi. In questa situazione che dura da venti anni, se c’è un responsabile è la Regione Umbria che ha la duplice responsabilità: non aver fatto i controlli di sua competenza e di non avere avuto il coraggio di fare scelte. Ricordo il Protocollo di intesa del 3 settembre 2008 che prevedeva di abbattere l’azoto, ma è un bambino mai nato. Solo l’amministrazione comunale di oggi, dopo venti anni, ha ridotto drasticamente i capi suini. Ricordo anche che tutti i comuni interessati (Bettona, Marsciano e Cannara) sono stati amministrati da governi di centrosinistra. L’esposto datato 2008 del Comune di Bettona afferma che i finanziamenti disposti dalla Regione non sarebbero stati spesi tutti; ma la denuncia l’ha fatta il sindaco di centrodestra. Sembra abbastanza strano che alcuni organismi non siano stati a conoscenza di quanto avveniva. Dunque rimando a Dottorini ed alla maggioranza l’accusa di depistaggio politico. Chiedo a chi ha operato perché il Protocollo è stato rimandato. Perché poi tante attenzione si sono incentrate sul biodigestore di Bettona e non su quello di Marsciano: forse perché c’è una gestione diversa? Ricordo di aver chiesto una commissione di indagine su entrambi; ma non si è voluta fare. Come minoranza abbiamo lavorato per cercare un equilibrio fra la permanenza degli allevamenti e la salvaguardie dell’ambiente: ciò che non si è fatto per venti anni. Non diamo un voto positivo perché si affida alla Giunta una cambiale in bianco sull’ammodernamento degli impianti che potrebbe rischiare la loro chiusura definitiva e con essi delle attività di allevamento”. DOTTORINI (Idv) rispondendo alle sollecitazioni di Mantovani (Fi-Pdl) sulle accusa di consociativismo ha detto: “Non ho nomi da fare. C’è la magistratura che indaga sarà compito loro. Confermo che si sono responsabilità politiche che in questi ultimi mesi hanno permesso inciuci e patti trasversali. Sulle responsabilità politiche posso indicare lo stesso Mantovani, la sua parte politica e il centrosinistra che ha fatto eventuali accordi. Ricordo che la magistratura ha evidenziato 4 milioni di reflui smaltiti in modo irregolare o direttamente nel fiume. Il sindaco di quel Comune fino a sei mesi fa voleva una seconda laguna per smaltire”.

“GLI EMENDAMENTI HANNO MIGLIORATO IL PIANO. BLOCCATE LE SPINTE DEGLI ALLEVATORI - STEFANO VINTI (PRC – SE): Concordo col presidente Tomassoni, il mercato mondiale dell'acqua sta diventando uno degli affari del secolo. La privatizzazione imposta dal governo Berlusconi deve essere bloccata e per questo ho presentato una proposta di modifica dello Statuto regionale che individui l'acqua come 'bene non disponibile dal punto di vista economico'. Oggi, pur discutendo il Piano acque, ragioniamo in realtà sulla situazione a Bettona e Marsciano. Abbiamo richiesto di portare in Commissione gli emendamenti al Piano, affinché fossero analizzati. Eravamo preoccupati che le spinte degli allevatori potessero stravolgere gli aspetti migliorativi del documento. Le misure Q 33, 34 e 35 sono state modificate in modo importante: i Comuni di Bettona e Marsciano non possono autorizzare gli allevamenti suinicoli che non provvedano in proprio allo smaltimento dei reflui. Non esiste quindi più il monopolio dello smaltimento che ha portato ad una autentica violenza sulle regole, che sono state manomesse. Nessun amministratore di centrosinistra è coinvolto nelle indagini su Bettona: il centrodestra non può dire lo stesso. L'esperienza di governo del sindaco Frascarelli è caduta proprio perché c'erano interessi a non consentire un cambiamento di rotta nella gestione degli allevamenti della zona. Nella vicenda del Piano rifiuti e del Rio Fergia abbiamo mantenuto le nostre posizioni”.

“ATTIVARE LE RISORSE NECESSARIE A RIDARE UN FUTURO ALLE IMPRESE PRODUTTIVE – ADA GIROLAMINI (SDI-UNITI PER L’ULIVO): Questo atto incentrato su quello che possiamo definire il ‘bene del presente e del futuro’, cioè l’acqua, è maturato nel corso di quattro anni dopo una lunga gestazione. Nel tempo abbiamo approntato strumenti di programmazione del territorio e regole importanti in materia di sviluppo sostenibile. Quindi accanto alle politiche e regole di compatibilità ambientale, occorre un programma finanziario, certo negli strumenti e nei tempi, di sostegno e incentivo alle imprese zootecniche ed ai Frantoi per adeguarsi, come anche per gli interventi sui due impianti di Bettona e Marsciano, risalenti agli anni Ottanta, ormai inadeguati, per salvaguardare produzione e aziende di una parte importante dell’economia regionale. Occorre quindi, attivare, anche attraverso gli strumenti che abbiamo, penso al Piano rurale, le risorse finanziarie necessarie a ridare ossigeno ed un futuro alle imprese produttive”.

“TUTELARE L'AMBIENTE E I POSTI DI LAVORO - CARLO LIVIANTONI (ASSESSORE AGRICOLTURA): La Giunta regionale ha chiaro il convincimento che l'ambiente è un bene primario e indisponibile, da salvaguardare e tutelare. Siamo altrettanto consapevoli che l'impresa che rispetta l'ambiente è altrettanto importante. Quando esplodono casi come quello di Bettona, in coincidenza con una riduzione dei suini allevati e in applicazione di una norma restrittiva, la Regione non risulta certo responsabile delle violazioni commesse. La fertirrigazione è una ricchezza per questa regione, da preferire certamente ai fertilizzanti chimici ma da effettuare sotto attenti controlli. Nelle zone dove ci sono realtà sensibili l'attenzione deve essere massima, ma nelle altre zone la fertirrigazione può essere fatta. C'è stato un patto di concertazione con le associazioni professionali e siamo arrivati a trovare alcuni punti di incontro, mentre su alcune questioni sono rimaste le distanze tra Giunta e operatori del settore”. Prima del voto finale sul Piano e la relativa legge, l’Aula ha respinto ad ampia maggioranza nove emendamenti presentati dal consigliere Oliviero Dottorini (Idv) alcuni dei quali chiedevano: di considerare rilevanti i volumi idrici che fanno capo alle attività di imbottigliamento di acque minerali; di dare adeguate informazioni sui prelievi di acque ai fini industriali agricoli, zootecnici ittici e di imbottigliamento; di riconoscere un ruolo più attivo delle associazioni ambientaliste e dei cittadini nella gestione degli impianti di trattamento dei reflui zootecnici.

SCHEDA: LE MISURE Q 33, 34 E 35 MODIFICATE DALLA GIUNTA La misura Q 33, “Miglioramento delle caratteristiche depurative degli impianti di trattamento degli effluenti zootecnici di Bettona e Marsciano” è stata modificata togliendo il limite dei 200 mg/l per l'azoto nei carichi in uscita dagli impianti e introducendo il divieto, da parte dei Comuni di Marsciano e di Bettona nonché di quelli nel cui territorio ricadono allevamenti collegabili e/o collegati agli impianti, di autorizzare attività zootecniche suinicole, i cui reflui non confluiscano agli stessi, ovvero ad impianti aziendali di depurazione”. La misura Q 34, “Incentivazione e realizzazione di sistemi di trasformazione degli effluenti suinicoli mediante le migliori tecniche disponibili”, prevede “l'introduzione di sistemi di trasformazione degli effluenti liquidi in effluenti solidi, l'aggiornamento tecnologico ed una corretta conduzione degli allevamenti esistenti secondo le migliori tecniche disponibili (tra cui quelle necessarie alla riduzione delle fonti odorigene e di rilascio di aerosol). Queste indicazioni diventano obbligatorie per gli allevamenti suinicoli con una capacità maggiore o uguale a 250 Uba (unità di bestiame adulto) situati nei sottobacini caratterizzati dalle maggiori criticità derivanti dalla gestione dei liquami: Trasimeno, Nestore, Chiascio, Piediluco, acquifero di Patrignano d'Assisi. In alternativa ai sistemi di trasformazione degli effluenti liquidi in effluenti solidi, in questi sottobacini è consentita la separazione solido-liquido degli effluenti a condizione che la frazione liquida ottenuta venga inviata ad idonei impianti di trattamento. Per le aziende sottoposte ad Autorizzazione integrata ambientale, al di fuori dei sottobacini indicati, è consentita anche l'utilizzazione agronomica secondo le migliori tecniche disponibili, previa separazione solido-liquido degli effluenti. Nel Documento unico di comunicazione non dovranno essere indicati tutti i soggetti responsabili dell'intero ciclo dell'utilizzazione agronomica (produzione, raccolta, stoccaggio, maturazione, trasporto e spandimento). Per il sottobacino del Trasimeno la misura si attua attraverso specifici Protocolli d'intesa e programmatici, che coinvolgano oltre la Regione ed i Comuni, anche gli altri soggetti istituzionali e le associazioni di categoria. La tempistica per gli allevamenti soggetti ad Autorizzazione integrata ambientale è quella dettata dalla normativa in materia mentre per quelli situati in aree in cui la misura è obbligatoria, l'adeguamento deve avvenire entro il 31 dicembre 2013. La Misura Q35, “Fissazione del limite massimo di capi suini installabili”, prevede che “l'autorizzazione di nuovi allevamenti suinicoli con capacità di stalla maggiore di 150 Uba (unità bestiame adulto) venga subordinata ad una verifica di sostenibilità ambientale. Per gli impianti soggetti a Valutazione di impatto ambientale la verifica di sostenibilità ambientale è ricompresa nella stessa procedura. È inoltre prevista una limitazione nel numero massimo di capi suini installabili nei seguenti Comuni in cui gli effluenti di allevamento rappresentano una criticità per le risorse idriche: Castiglione del Lago e Magione (sottobacino Lago Trasimeno), Perugia, Marsciano e Todi (sottobacino Nestore e Medio Tevere), Bastia Umbra e Bettona (sottobacino Chiascio), Cannara (sottobacino Topino – Marroggia). La limitazione si attua attraverso specifici Protocolli d'intesa e programmatici, che coinvolgano anche le associazioni di categoria, finalizzati al raggiungimento/mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale dettati dalla normativa vigente, con l'obiettivo di conformare il carico complessivo di capi suini sulla base della verifica di sostenibilità ambientale”. MP/GC/RED

Ultimo aggiornamento: 01/12/2009