CONSIGLIO REGIONALE: APPROVATE 6 MODIFICHE STATUTARIE – RIDUZIONE A 20 DEL NUMERO DEI CONSIGLIERI E 5 ASSESSORI. ACQUA BENE PUBBLICO. LOTTA ALLA MAFIA FRA I PRINCIPI GENERALI

Il Consiglio regionale dell'Umbria ha approvato in seconda deliberazione le sei proposte di legge di modifica dello Statuto della Regione Umbria già discusse in prima lettura il 13 febbraio scorso: quattro proposte sono state approvate all'unanimità. Divergenze invece sul riconoscimento del carattere pubblico della risorsa idrica (21favorevoli della maggioranza e 10 astensioni dell'opposizione) e sulla riduzione del numero di consiglieri a 20 e degli assessori a 5, proposta approvata con 16 voti favorevoli della maggioranza, le astensioni di 14 consiglieri (tutta l'opposizione più Dottorini e Brutti dell'Idv e Goracci, gruppo Comunista umbro). Voto contrario di Stufara (Rifondazione comunista).

Data:

04 Giu 2013 01:00

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(Acs) Perugia, 4 giugno 2013 – L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato a maggioranza, in seconda deliberazione, le modifiche allo Statuto regionale proposte dalla Commissione Statuto ed approvate in prima lettura il 13 febbraio scorso. Quattro delle sei distinte proposte di legge di modifica sono state approvate all'unanimità:l'inserimento tra i principi generali dei valori della legalità e del contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie, la nuova denominazione di Assemblea legislativa dell'Umbria, l'adeguamento della norma dello Statuto sui sindaci revisori dei conti della Regione alle recenti disposizioni normative nazionali e regionali e le modifiche tecniche su programmazione regionale, controllo su agenzie, enti e patrimonio. Divergenze, invece, nel dibattito e sul voto relativo al riconoscimento del carattere pubblico della risorsa idrica (21 favorevoli della maggioranza e 10 astensioni dell'opposizione) e sulla riduzione del numero di consiglieri a 20 e degli assessori a 5, proposta approvata con 16 voti favorevoli della maggioranza, le astensioni di 14 consiglieri (tutta l'opposizione più Dottorini e Brutti dell'Idv e Goracci, gruppo Comunista umbro. Voto contrario di Stufara (Rifondazione comunista).

Nel dettaglio, la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 30 a 20 (articolo 1 della proposta di legge) ha incassato 25 voti favorevoli (Pd e Socialisti sostenuti anche da Pdl e Fratelli d'Italia) con il voto sempre contrario di Rifondazione comunista e le astensioni di IdV, Udc, Lega e Comunista umbro (5 voti: Dottorini, Brutti, Cirignoni, Monacelli e Goracci). La riduzione a 5 del numero degli assessori (articolo 2 della proposta di legge) è stata approvata con 16 voti favorevoli (tutti di esponenti della maggioranza), 10 contrari (Pdl e Fd'I) e 5 astensioni (Dottorini, Brutti, Stufara, Goracci e Monacelli), ma avrebbe incassato il sostegno del centrodestra, come ha annunciato Lignani, se si fosse stabilita la riduzione a soli 4 assessori.

L'articolo 3, riguardante l'efficacia del provvedimento a partire dal 2015, ha riscosso 18 voti favorevoli (Pd, Socialisti e Idv) 10 contrari (Pdl, Fd'I e Lega Nord) e 3 astenuti (Stufara, Goracci e Monacelli), ma avrebbe incassato anche i voti del centrodestra se, come proposto da Nevi, avesse riguardato da subito anche l'attuale assetto dell'Assemblea, senza aspettare il 2015.

A margine della votazione sulle proposte di legge, il presidente della Commissione Statuto Andrea Smacchi ha detto che sarebbe stato “auspicabile” un voto unanime su tutto il complesso delle proposte approvate in Commissione. “Non può certo appagare – ha detto Smacchi – una maggioranza di 16 voti sulla proposta riguardante la riduzione del numero di consiglieri e assessori. Rispetto a ciò la Commissione ha proposto un testo applicando quanto disposto dalla legge nazionale, senza interpretazioni. Con la votazione di oggi si è conclusa la prima fase dei lavori della Commissione Statuto e ne apriamo un'altra che ci vedrà impegnati nell'elaborazione di una nuova legge elettorale nei cui principi basilari dovrà esserci senz'altro una grande attenzione ai problemi di rappresentanza sia territoriale che politica.

 

LA RELAZIONE TECNICA DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE STATUTO, ANDREA SMACCHI:

Il delicato compito di garanzia dell'equilibrio tra la necessaria natura unitaria dello Stato ed il decentramento politico-istituzionale – ha ricordato in Aula Andrea Smacchi - viene affidato alla Costituzione che, ai sensi dell'articolo 123, comma 2, dispone l'approvazione e la modifica dello Statuto, da parte del Consiglio regionale, con legge adottata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive votate ad intervallo non minore di due mesi. Con le 6 iniziative di modifica statutaria la Commissione si è impegnata a valutare la rispondenza delle norme contenute nella Carta regionale con la realtà e le esigenze della società civile, perseguendo in particolare l'obiettivo di rafforzare l'autonomia funzionale del Consiglio e rispettando le recenti disposizioni statali in materia di contenimento della spesa, dirette al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dallo Stato nell'arco degli ultimi anni”.

Il primo atto approvato propone una manutenzione normativa al testo dello Statuto regionale, apportando modifiche di mero carattere tecnico. La proposta è volta a consentire l’individuazione degli strumenti di programmazione senza dover attenersi a una griglia definita a livello statutario che ne condizioni l'evoluzione nel tempo (art. 18); correggere la previsione che poneva in capo alla Regione il controllo di gestione nei confronti di agenzie, enti e aziende speciali, a cui invece competono i propri controlli interni (art. 32); disporre la competenza della Giunta a deliberare sul patrimonio, senza specificare se si tratti solamente di quello immobiliare o riguardi anche il patrimonio mobiliare della Regione (art. 70).

l secondo atto approvato contiene specifica proposta di modifica dello Statuto prevede l’affermazione concernente il carattere esclusivamente pubblico dell’acqua e il concetto della natura pubblica del bene acqua “anche a garanzia delle generazioni future”.

l terzo modifica l’articolo 2 dello Statuto, inserendo tra i valori fondamentali dell’identità regionale la cultura della legalità e il contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie.

l quarto riguarda la proposta di sostituzione della denominazione di “Consiglio regionale”, con quella di “Assemblea legislativa”.

Il quinto concerne la riduzione del numero dei consiglieri regionali a venti membri, oltre al Presidente della Giunta regionale, e la riduzione del numero degli assessori a non oltre cinque.

L'ultima proposta riguarda una iniziativa tendente a sostituire il comma 2, dell'articolo 78 dello Statuto, in tema di collegio dei revisori dei conti (atto n. 1038 bis). L'obiettivo della proposta consiste nel rendere il sistema dei controlli maggiormente aderente alle modifiche legislative intervenute a livello nazionale in ordine alla istituzione in ogni Regione di un Collegio di revisori dei conti e alle modalità di nomina dei componenti il medesimo Collegio. La nuova formulazione del comma 2 dell'articolo 78 dello Statuto amplia l'attività di vigilanza del Collegio dei revisori che non sarà più solo finanziaria ma anche contabile ed economica.

Con queste proposte legislative – ha spiegato Smacchi - abbiamo voluto avanzare modifiche allo Statuto regionale in linea con lo scenario in cui la nostra regione si troverà ad operare, nella convinzione che lo Statuto non sia uno strumento da costruire pensando solo all'esperienza del passato o anche solo allo scenario odierno: esso è invece uno strumento che deve guardare al futuro, perché è dal suo corretto utilizzo che dipenderà dipenderà la capacità regionale di gestire anche nuove competenze”.

 

INTERVENTI

ANDREA LIGNANI MARCHESANI (FD'I): “LE ASSEMBLEE REGIONALI SONO PIU' ASSIMILABILI A UN PARLAMENTO CHE A UN ENTE LOCALE, MA C'E' UN DISEGNO OCCULTO PER FAVORIRE UNO STATO CENTRALISTA - La polpa di queste modifiche non è tanto nelle nuove definizioni che vengono introdotte quanto piuttosto nella riduzione del numero dei consiglieri regionali e degli assessori, che comporteranno sicuramente una diminuzione della rappresentatività dei territori a vantaggio di chi la politica se la potrà permettere perché abbastanza ricco da sostenere le spese per campagne elettorali che garantiranno sempre meno. Eppure anche il nuovo nome di Assemblea legislativa dovrebbe ricordare a tutti la dignità di un consesso che sicuramente è più assimilabile a un Parlamento che a un ente locale, come invece rischia di ridursi anche grazie alla fallimentare politica portata avanti dalla Conferenza Stato-Regioni, che si è 'appecorata' sui diktat del Governo. Vi è, infatti, un evidente attacco al Regionalismo, non tanto per motivi politici, ma per un disegno occulto di chi rivuole uno stato centralista e quindi minare le autonomie di pensiero, ridurre gli organi di rappresentanza. Anche gli attacchi di certa stampa e di certa magistratura, come vediamo anche nelle cronache locali di questi giorni, tendono a colpire non la casta parlamentare, dove ci sono gruppi che spendono cifre inverosimili rispetto a quello che accade qui in Regione. Sulla stessa falsariga vanno le riduzioni dei Consigli comunali, intoccabili presidi di rappresentatività della cittadinanza, che non spendono certo cifre da ricondurre in capo al volume di sprechi che si fa a livello nazionale. Spesso nelle assemblee comunali nemmeno si intasca il risibile gettone di presenza, a volte viene devoluto in beneficenza. Quindi in nome della riduzione dei costi della politica viene azzerata la rappresentatività anche di forze politiche che ottengono significative percentuali di voto alle elezioni, con i Consigli comunali ridotti a delle pro loco. E alle prossime elezioni regionali partiti con l'8 o il 10 per cento non entreranno in Consiglio. Deduco che con la nuova legge elettorale regionale si cercherà inevitabilmente di preservare ciò che è salvabile. E per quanto riguarda la riduzione del numero degli assessori, tanto valeva non nominare l'ottavo, visto che bisognerà abituarci a cinque. Sarà molto difficile gestire il prossimo Consiglio regionale, con venti consiglieri di cui cinque assessori. In queste condizioni serviranno assessori più preparati, più presenti, meno schiavi della burocrazia, più simili a un ministro, se no siamo un ente locale. Per queste ragioni, il mio voto sarà favorevole sui principi ma mi asterrò sui provvedimenti che, come ho spiegato, riducono la rappresentatività dell'Assemblea e la consistenza di quella che è la massima assise legislativa regionale a quella di un ente locale qualsiasi”.

RENATO LOCCHI (Pd): “LA REVISIONE DEL NOSTRO STATUTO È PIENAMENTE CONDIVISA DAL PARTITO DEMOCRATICO PERCHÉ SI COLLOCA ALL'INTERNO DI UNA LEGISLATURA NAZIONALE, IN UN CERTO SENSO, COSTITUENTE, POICHÉ ENTRO 18 MESI SI DOVREBBE GIUNGERE ALLA TRASFORMAZIONE DELL'ARCHITETTURA COSTITUZIONALE DEL PAESE. Oggi il contesto politico ed alcune vicende che ci riguardano inducono certamente ad una riflessione. La revisione del nostro Statuto è pienamente condivisa dal Partito democratico perché si colloca all'interno di una legislatura nazionale, in un certo senso, costituente, poiché entro 18 mesi si dovrebbe giungere alla trasformazione dell'architettura costituzionale del Paese. Il Pd non subisce la riduzione da 30 a 20 consiglieri ancor più se questo rientra in un quadro di snellimento delle istituzioni. La democrazia non è collegabile al numero dei componenti di un organo. Questa riduzione la riteniamo coerente se inserita in un quadro che tuttavia oggi manca. Siamo l'unico Paese al mondo in cui c'è un Parlamento che conta più membri (945) della somma dei componenti le Assemblee legislative regionali (811). Questa modifica deve essere l'occasione per recuperare autorevolezza da parte delle istituzioni in un quadro in cui ognuno deve comportarsi ispirandosi al principio della leale collaborazione nell'interesse dei cittadini e del Paese. Il fatto che la Corte dei Conti ci trasmette rilievi a cui si deve rispondere entro 30 giorni è un rapporto corretto che si realizza tra istituzioni e pezzi dello Stato, ma non è giusto pubblicizzare on line verifiche prima di aver assunto, nei 30 giorni previsti, la documentazione richiesta. Probabilmente in questo caso la pubblicizzazione di ogni dato sarebbe opportuno che si realizzi a procedimento concluso. In Italia è in corso una attività di delegittimazione delle istituzioni e della politica ed in questa direzione, evidentemente, rischia di collocarsi anche lo specifico atteggiamento della Corte dei Conti. È giusto essere controllati come prescrive chiaramente la legge, ma per noi deve parlare soprattutto la correttezza del nostro operato di cui dobbiamo rispondere sì alle leggi, ma anche all'opinione pubblica e alla nostra coscienza”.

DAMIANO STUFARA (Prc): “PER QUANTO RIGUARDA GLI ASSETTI DI GOVERNO E LA COMPOSIZIONE DELLA FUTURA ASSEMBLEA CONTINUIAMO A PENSARE CHE, COMUNQUE, I NUMERI RAPPRESENTANO LA QUALITÀ DELLA DEMOCRAZIA. È INDUBBIO L'ATTACCO ALL'ESPERIENZA DEL REGIONALISMO. La modifica della nostra Carta statutaria che riguarda l'acquisizione dell'esito del referendum sull'acqua come bene comune e di carattere pubblico è di grande rilevanza. Che lo sfruttamento deve essere coerente con tali principi è un un importante passo in avanti. Occorreva comunque maggiore coraggio in alcune scelte e provvedimenti che l'Aula ha affrontato nell'ultimo periodo come l'istituzione dell'Auri su cui abbiamo espresso diverse perplessità. Per quanto riguarda gli assetti di governo e la composizione della futura Assemblea continuiamo a pensare che, comunque, i numeri rappresentano la qualità della democrazia. È indubbio l'attacco all'esperienza del regionalismo e sulla scelta governativa centrale non c'è stato un appropriato ed approfondito dibattito. L'attacco al regionalismo e agli spazi di rappresentanza della diversità di opinioni rappresenta, in maniera subdola, un attacco alla democrazia. Si sfrutta sostanzialmente la perdita di credibilità della politica per applicare una profonda stretta democratica, quando invece il regionalismo ha svolto, dal '70 ad oggi, un grande lavoro per lo il Paese. Su questa scelta dello Stato si poteva tuttavia agire diversamente. Il tema dei costi della politica esiste, ma si poteva affrontare la tematica mantenendo gli stessi spazi di rappresentanza dimezzando al contempo le indennità. L'aver rinunciato a questa possibilità è stato un errore. Nella discussione di febbraio, nel prendere atto della decisione, avevamo posto l'opzione di apportare comunque modifiche alla forma di governo della Regione. Avevamo presentato una doversa modalità di elezione del presidente della Regione. Un'ipotesi, però, che non si è voluta affrontare con la dovuta attenzione. La riduzione del numero dei componenti l'Assemblea regionale, con il meccanismo vigente, produrrebbe la possibilità che una forza politica con il 30 per cento dei consensi potrebbe arrivare ad occupare il 55 per cento dei seggi. L'impegno preso a febbraio era quello di arrivare ad oggi con una nuova ipotesi di meccanismo elettorale. Ma così non è stato. Per questo, a differenza di quanto fatto in prima lettura, oggi il nostro voto sarà contrario”.

ORFEO GORACCI (Comunista umbro): “VOTO CONTRO LA RIDUZIONE DEL NUMERO DEI CONSIGLIERI PERCHÈ SENZA UNA NUOVA LEGGE REGIONALE CHE CONSENTA LA RAPPRESENTANZA DEI PARTITI MINORI SI TAGLIA FUORI DALLE ISITITUZIONI IL 30-40% DELL'OPINIONE PUBBLICA REGIONALE. Condivido gran parte dell'intervento di Lignani Marchesani, compreso il giudizio sulle varie magistrature. Condivido soprattutto quanto detto sull'inopportunità del taglio delle rappresentanze istituzionali nelle Regioni e negli enti locali che, per quanto riguarda l'Umbria, taglierebbe fuori una parte dell'opinione pubblica tra il 30 e 40 per cento, quella cioè che si riconosce in partiti e movimenti 'minori'. Si ravvisa un recupero di centralismo dannoso da parte dei livelli istituzionali nazionali. Presentare la riduzione dei consiglieri come operazione di 'risparmio e sobrietà della spesa' è infatti un atto politicamente dannoso per la democrazia, perché darebbe luogo ad un sistema presidenzialista e maggioritario scarsamente rappresentativo degli interessi generali. A differenza di quanto fatto nella prima votazione, oggi voterò contro la riduzione dei consiglieri e degli assessori, perché l'impegno preso allora era quello di predisporre almeno i principi base di una nuova legge elettorale, questo non è avvenuto e, ad oggi, c'è il rischio che con soli 20 consiglieri sono fuori dalla rappresntanza forze politiche di non scarso rilievo: forse solo due o tre grandi parti, più eventuali supporter troveranno posto in aula. E con una così scarsa rappresentanza lam nostrav piccola regione sarebbe di fatto emarginata dal contesto socio-politico-economico nazionale. Stante il mio voto contrario, chiedo quindi l'impegno a recuperare in sede di elaborazione della nuova legge elettorale la possibilità di garantire la rappresentanza a quelle forze politiche che rappresentano tanta parte dell'opinione pubblica regionale”.

MASSIMO BUCONI (Psi): “OCCORRE RIDARE PIÙ RUOLO E DIGNITÀ ALLA POLITICA E QUESTO È UN COMPITO CHE SPETTA A NOI PER PRIMI. NON CONDIVIDO LA RIDUZIONE DEI CONSIGLIERI MA è UN ATTO DA VOTARE. NELLA NUOVA LEGGE ELETTORALE SIANO GARANTITI I PARTITI MINORI. Condivido gran parte degli interventi, in particolare quello di Lignani Marchesani sul ruolo delle istituzioni regionali e locali che sono strumento essenziale per uscire dalla crisi e costruire una società più equa e moderna. Occorre ridare più ruolo e dignità alla politica e questo è un compito che spetta a noi per primi. Politiche di malintesa sobrietà come quella che ha ispirato la riduzione del numero dei consiglieri rischiano di essere soltanto operazioni di facciata a favore di un'opinione pubblica non compiutamente informata. La riduzione di per sé, inoltre, con il conseguente taglio della spesa, non va a vantaggio della qualità: si possono abbassare i costi della politica senza per questo diminuire le rappresentanze. Però l'esigenza del rispetto della legge nazionale ci impone di procedere al taglio del numero dei consiglieri, anche se il problema della piena rappresentanza di partiti e movimenti minori rimane in primo piano. E in tema di legge elettorale, siamo certo favorevoli ad impedire la frammentazione, come pure siamo favorevoli a garantire la governabilità, ma in quadro che garantisca la pluralità delle rappresentanze. Oggi, a legge regionale invariata, avremmo in Consiglio solo due partiti: PD e Pdl e, sono convinto, nessuno dei due vorrebbe uno scenario di tal genere. Facciamo quindi seguire i fatti alle intenzioni. Pur nel giudizio negativo sulla riduzione, ritengo politicamente negativo il messaggio che daremmo votammo contro questa proposta di legge che è in ossequio ad una legge nazionale. Sulla vicenda della Corte dei Conti e dei costi dei gruppi consiliari dico che sarebbe stato più corretto se la Corte dei Conti, cui va il massimo rispetto, avesse pubblicato anche le controdeduzioni ai rilievi mossi, e non solo la delibera con cui si evidenziavano irregolarità. Massimo rispetto della magistratura contabile, ma va sottolineato che in Umbria non si ravvisano nella voce 'costi della politica' azioni che facciano rilevare scorrettezze eticamente o penalmente rilevanti, però rafforziamo i controlli interni, a garanzia nostra e dei cittadini”.

SANDRA MONACELLI (Udc): “TAGLIANDO IL NUMERO DEI CONSIGLIERI IN REALTÀ SI 'TAGLIA' ANCHE LA QUALITÀ STESSA DELLA DEMOCRAZIA. PRENDIAMO TEMPO E RIAPRIAMO UNA VERTENZA NAZIONALE SUL TEMA DELLE RAPPRESENTANZE. Nel Paese è in atto una crisi che rende difficile avviare le riforme. C'è un pregiudizio, un''aria pesante' sulla politica e sulle istituzioni, come pure c'è un deficit nella politica che, a torto o a ragione, è incalzata dall'opinione pubblica. Ma la risposta delle istituzioni non può essere quella di chinare la testa e fare passi indietro. Tagliando il numero dei consiglieri in realtà si 'taglia' anche la qualità stessa della democrazia, oltretutto se, come sembra, si va dietro all'antipolitica, anche una riduzione da 30 a 20 potrebbe risultare insufficiente. C'è un attacco forte al regionalismo che va sì aggiornato , ma comunque salvaguardato nel nome del bene comune. Sono contraria alla proposta di legge di riduzione. Valutiamo se esistono degli spazi per riaprire un confronto a livello nazionale sulle rappresentanze istituzionali che, la normativa attuale, tagliano fuori di fatto tanta parte di cittadini e territori. Prendiamo tempo sulla votazione riguardante il taglio dei consiglieri e poniamo con forza questa essenziale questione di democrazia. Sulle altre proposte di legge oggi in discussione, quelle riferentesi ai principi registro che siamo riusciti ad inserire l'acqua come bene pubblico e non invece il riferimento alle radici cristiane dell'Umbria, quel forte senso di appartenenza testimoniato da Papa Francesco con la scelta del nome che noi invece no siamo riusciti ad interpretare”

FRANCO ZAFFINI (FD'I): “SENZA UN INTERVENTO ANCHE SULLA LEGGE ELETTORALE SARA' COMPROMESSA LA RAPPRESENTANZA POLITICA - C'è un serio problema di compromissione della rappresentanza politica e democratica. Viene meno il primato della politica ma non c'è più neanche quello delle istituzioni. Facile prevedere che, a legge elettorale invariata, la parte del leone la faranno soprattutto Perugia e un po' anche Terni, con una rappresentanza degli altri territori a macchia di leopardo. E c'è il problema del venir meno della rappresentanza anche delle idee, e di riflesso della produzione legislativa. Per di più aggravato, con la legge elettorale vigente, dalla non rappresentatività della doppia preferenza di genere. I partiti politici, già condannati da certa stampa e da certe scuole di pensiero saranno, in generale, de-rappresentati. Ma se togliamo i partiti dall'Assemblea, cosa ci mettiamo al loro posto e qual'è il luogo di rappresentanza? Resto perplesso anche sulla scelta di portare avanti questi atti e non anche una nuova legge elettorale, che avrebbe potuto bilanciare le lacune che ho evidenziato. Dobbiamo ricostruire un equilibrio, anche perché è evidente che quello che ha retto quest'Aula fino ad oggi è destinato a saltare. Come avevo già dichiarato nella sessione precedente del Consiglio sulle modifiche statutarie, esprimerò voto di astensione sulla riduzione del numero di consiglieri e assessori e sull'acqua pubblica”.

PAOLO BRUTTI (Idv): “PROPONGO DI SOSPENDERE LA DISCUSSIONE SU QUESTO PUNTO E DI SPOSTARE L'ARGOMENTO ALL'INTERNO DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE STATUTARIA DOVE REDIGERE UN DOCUMENTO CHE DELINEI UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE. Nel corso della discussione di febbraio si era convenuto di superare le difficoltà emerse nel dibattito e conseguenti al fatto che alcuni consiglieri sottolineavano l'importanza che, insieme alla modifica dello Statuto circa la riduzione del numero dei consiglieri, si fosse dato corso alla discussione di una nuova ipotesi di legge elettorale. E questo doveva avvenire nei mesi trascorsi, ma non è stato fatto. Siccome i patti devono essere sempre rispettati, oggi ci troviamo di fronte ad una situazione di grande difficoltà. Questo potrebbe essere l'ultimo giorno di vita di questo Consiglio regionale. Per questo propongo di sospendere la discussione su questo punto e di spostare l'argomento all'interno dei lavori della Commissione Statutaria dove redigere un documento che delinei una nuova legge elettorale e tornare, tra oggi e domani, di nuovo in Aula per l'approvazione di questo atto”.

RAFFAELE NEVI (PdL): “L'AUSPICIO È CHE SU UN ARGOMENTO COME QUESTO LA MAGGIORANZA NON DECIDA DI ANDARE AVANTI A COLPI DI MAGGIORANZA PERCHÉ QUESTE SCELTE DEVONO ESSERE ALLARGATE ALL'INTERO CONSIGLIO REGIONALE. Questa maggioranza sta riducendo il Consiglio regionale ad una sorta di riunioni sotto i riflettori. L'auspicio è che su un argomento come questo la maggioranza non decida di andare avanti a colpi di maggioranza perché queste scelte devono essere allargate all'intero Consiglio regionale. Continuate ad individuare meccanismi con la convinzione che comunque vincerete le elezioni, prevedendo magari un maggiore premio di maggioranza. Ma vi sbagliate. La vostra certezza di vittoria è una sensazione sbagliata. È necessario recuperare una più seria discussione. Il Parlamento è dovuto intervenire perché le Regioni non hanno dato corso alle necessarie riforme, anche se non è comunque giusto che si continuino a scaricare i problemi del Paese sulle Regioni. È tuttavia fuori discussione che il sistema del regionalismo vada riformato. La maggioranza ha voluto forzare sui cinque assessori regionali, mentre noi continuiamo ad essere convinti che il giusto modello è che l'Esecutivo sia composto da 4 membri più il presidente. Per quanto riguarda il Consiglio regionale, siamo sempre più convinti che deve fare meno cose e deve avere invece maggiori funzioni di indirizzo e di controllo. Non si può dare vita ad una legge elettorale basata sulle convenienze e non su marchingegni con il compito di salvare questa maggioranza dallo tsunami che la sta travolgendo. Come a livello nazionale rimaniamo convinti della necessità di un bipolarismo più maturo e di un sistema governativo basato sul presidenzialismo. Il nostro auspicio rimane quello di arrivare ad una legge elettorale condivisa, capace di dare il via ad una nuova forma di regionalismo più efficace e più efficiente. Ribadiamo il nostro sì all'abbassamento del numero dei consiglieri a 20, ma continueremo a votare no sul numero (5) dei componenti la Giunta regionale, a meno che la maggioranza non recepisca la nostra proposta (4)”.

CATIUSCIA MARINI (presidente Giunta regionale): “DISCUTIAMO LA NUOVA LEGGE ELETTORALE MA APPROVARE GLI ADEMPIMENTI È D'OBBLIGO. ALLA SEZIONE CONTROLLO DELLA CORTE DEI CONTI CHIEDO DI RISTABILIRE L'USUALE MODALITÀ DELLA COLLABORAZIONE. LE SPESE DEI GRUPPI SONO A BILANCIO E DISPONIBILI ANCHE IN RETE - L'intera Assemblea non può non tenere conto del percorso che stiamo seguendo in attuazione di dettami nazionali: prima Tremonti e poi Monti in qualità di Ministro dell'economia ci hanno messo in una condizione difficile, a fronte degli scandali nella gestione finanziaria di certe regioni e delle difficoltà economiche emerse. Abbiamo provato a reagire, sollevando questione di incostituzionalità, poiché lo Stato è fondato sulle autonomie locali. Sono convinta che il Titolo V della carta debba essere oggetto di revisione costituzionale, specialmente per quanto riguarda la legislazione concorrente, materia che spesso ha originato ricorsi ora delle Regioni ora dello Stato nei confronti delle regioni, maturandosi nel frattempo danni nei confronti delle imprese o a scapito del sistema dell'istruzione, elementi fondanti della nostra comunità. Devianze di singole istituzioni locali o loro evidenze penali non possono surrettiziamente comportare modifiche costituzionali. Siamo in presenza di norme scelte su base di demagogia politica e su emergenze dovute agli scandali. Ma una riduzione del numero dei rappresentanti dei cittadini non risolve i problemi se non si introducono meccanismi di tetto alla spesa, lasciando alle regioni l'amministrazione e la gestione della propria rappresentatività. Non dimentichiamoci però che il mancato adempimento alle riduzioni comporta il blocco dei fondi per il sociale, per il trasporto pubblico locale e del 5 per cento del fondo sanitario. Abbiamo chiesto all'attuale governo, presieduto dal premier Letta, di affrontare il tema insieme alle Regioni, di scongiurare un ritorno al centralismo. Le autonomie locali devono partecipare alla costruzione del nuovo ordinamento. Ma in questo momento serve anche la responsabilità di votare certi adempimenti entro l'8 giugno, una responsabilità che ricade sui gruppi di maggioranza ma anche sulla minoranza, pena le conseguenze annunciate (tagli a sociale, Tpl e sanità) che andrebbero a ricadere sui cittadini. Per quanto riguarda le legge elettorale, dico che riguarda la nostra autonomia e quindi ne discuteremo. Ma approvare oggi è un obbligo.

In riferimento all'operato della Corte dei Conti, ricordo che la Sezione controllo svolge la sua funzione di supporto delle strutture tecniche e amministrative degli enti pubblici, e sottolineo di supporto. Va ristabilita una modalità di collaborazione che da parte nostra è palese: questa Regione, a differenza di altre, dal 1996 disciplina le modalità di assegnazione delle risorse erogate ai gruppi politici, che sono tutte a bilancio e consultabili su internet, al punto che trovo non rispondente la richiesta, da parte della sezione controllo, di ricevere ingenti quantitativi di materiale cartaceo, essendo disponibile quello telematico. Ristabiliamo la dignità istituzionale, ribadiamo che le spese sostenute, anche quelle di missione, fanno parte a pieno titolo dell'attività politica di chi è chiamato a legiferare provvedimenti che incidono sulla gente. Siamo a disposizione della Sezione di controllo della Corte dei Conti ma non consentiamo che l'Umbria non sia trattata per quello che è realmente, una regione che costa meno di tutte le altre e la cui rendicontazione, a differenza di parecchie altre regioni, è da sempre iscritta a bilancio. Per queste ragioni chiedo alla stampa di non giocare al massacro se non c'è la sostanza, avendo già dato mandato all'avvocatura di agire nei confronti di uno dei quotidiani che ha trattato l'argomento”.

Per le modifiche allo Statuto regionale era necessaria la votazione palese per appello nominale sul medesimo testo, a maggioranza assoluta. Il Presidente della Giunta, entro dieci giorni dal recepimento, provvede poi alla pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione Umbria con l’avvertimento che, entro tre mesi dalla pubblicazione, un cinquantesimo degli elettori della Regione, o un numero di Consiglieri pari a un quinto dei componenti del Consiglio regionale, possono chiedere che si proceda a referendum popolare, ai sensi dell’articolo 123, comma 3, della Costituzione. PG/AS/TB

Ultimo aggiornamento: 04/06/2013