CONSIGLIO REGIONALE (7): RIFINANZIATA LA LEGGE PER LE POLITICHE LOCALI DI SICUREZZA – 350MILA EURO AI COMUNI NEL BIENNIO 2011-2012 PER METTERE IN ATTO POLITICHE DI PRESIDIO E DI PREVENZIONE

Approvato dall’Aula di Palazzo Cesaroni il rifinanziamento per il biennio 2011-2012 delle politiche locali di sicurezza: 350mila euro per rafforzare gli interventi a sostegno dell’operatività della polizia locale e quelli di prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio di attività criminose. Prevista l'installazione di impianti di videosorveglianza ma anche il sostegno economico alle vittime di fatti criminosi e al reinserimento sociale di detenuti e soggetti a rischio.

 

Data:

31 Gen 2012 00:00

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(Acs) Perugia, 31 gennaio 2012 –  Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, con 14 voti favorevoli e 7 contrari, il rifinanziamento per il biennio 2011-2012 delle politiche locali di sicurezza (legge “13/2008”), un’azione da portare avanti insieme ai Comuni umbri per rafforzare gli interventi a sostegno dell’operatività della polizia locale e quelli di prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio di attività criminose. Le risorse previste per il biennio corrente sono di 350mila euro, 150mila in meno del biennio precedente. Il contributo regionale copre fino al 50 per cento del costo complessivo per la realizzazione del progetto.

 

In Aula, il relatore di maggioranza Fausto Galanello (PD) ha spiegato che l’atto di programmazione per il biennio in corso (2011-2012) prevede tre aree di intervento: la prima riguarda gli interventi nei confronti delle vittime di fatti criminosi, finanziata con il 22 per cento delle risorse disponibili; la seconda riguarda gli interventi a sostegno dell’operatività della polizia locale, con l’estensione del servizio svolto dal ‘vigile di quartiere’ e il contributo ai Comuni che installeranno impianti di sorveglianza  fino al 50 per cento del costo complessivo, purché collegati con le centrali operative delle forze dell’ordine (altrimenti il contributo si riduce di un ulteriore 50 per cento); la terza area progettuale riguarda azioni mirate ad affrontare l’emergenza droga, la tratta di esseri umani collegata alla prostituzione ed il potenziamento di attività di reinserimento sociale dei detenuti. I criteri con cui verranno assegnati i contributi regionali prevedono un tetto massimo di 80mila euro per i Comuni con più di 90mila abitanti, non più di 50mila euro per quelli con popolazione compresa tra 90mila e 30mila abitanti e un contributo non superiore a 20mila euro per quelli con popolazione inferiore a 30mila. I Comuni possono presentare richiesta di contributi singolarmente o in forma associata; saranno prioritariamente finanziati i progetti presentati da Comuni singoli o associati con popolazione superiore a 5mila abitanti.

 

Il relatore di minoranza Andrea Lignani Marchesani (Pdl) ha spiegato le ragioni per le quali il centrodestra ha votato contro: “E’ un atto che riguarda processi di inclusione sociale – ha detto – ma la sicurezza è un’altra cosa, e per le politiche sociali ci sono ben altre risorse. Ravvisiamo inoltre la disomogeneità delle forze di polizia locale dislocate sul territorio: abbiamo polizie locali armate di pistola, altre dotate di sfollagente e altre ancora che non hanno niente, sia per motivi di opportunità politiche dei municipi che a causa di resistenze sindacali. Per noi devono essere integrate, perché non è possibile che Comuni limitrofi abbiano servizi di polizia locale completamente differenti, da una parte dediti solo alla regolazione del traffico e dall’altra anche a fare opera di repressione in sinergia con le altre forze dell’ordine. Sono perciò necessari dei protocolli d’intesa tra le varie forze di polizia e bisognerà prevedere anche dei corsi legati all’attività di repressione”.

 

L’assessore alla sicurezza della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, ha ricordato che “la sicurezza sta in capo allo Stato, noi ci occupiamo di prevenzione e sostegno a persone che hanno avuto difficoltà o sono vittime di episodi criminosi, oppure di problemi di droga e prostituzione. Il nostro scopo è quello di evitare il degrado e che ci sfuggano fasce di popolazione a rischio. Prevista anche, come prescrive la legge, un’Assemblea regionale sulle politiche di sicurezza in Umbria, ed il massimo raccordo con gli altri organismi regionali che si occupano della materia: la Fondazione contro l’usura, la Commissione anti-mafia del Consiglio regionale e quella di inchiesta sulle tossicodipendenze. Certo – ha concluso – le risorse non sono molte, ma dobbiamo intraprendere un lavoro che metta in sinergia istituzioni e forze dell’ordine a sostegno della comunità”. PG/

 

Ultimo aggiornamento: 31/01/2012