CONSIGLIO REGIONALE (6) – SICUREZZA: RAPPORTO DI RICERCA 2012 SU CRIMINALITA’ E PERCEZIONE DELLA SICUREZZA DA PARTE DEI CITTADINI
Il Consiglio regionale ha preso atto, al termine della seduta odierna, del “Rapporto di ricerca 2012 sulla criminalità in Umbria e sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini”, realizzato dall'Università di Perugia e presentato dalla Giunta di Palazzo Donini. Dal rapporto, emerge in sintesi un calo dei reati denunciati alle autorità di pubblica sicurezza nel periodo 2007–2010: in quest'ultimo anno in Umbria risultava denunciato un reato ogni 26 abitanti, a fronte di un rapporto di circa 1 a 23 sul territorio nazionale. In calo furti, rapine e lesioni mentre nel periodo indicato aumentano le denunce per danneggiamenti, detenzione e spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, violenza sessuale. Tra il 2009 e il 2010 si registra un aumento consistente (20-30 per cento) delle segnalazioni all’autorità giudiziaria per furti e violazioni alla disciplina degli stupefacenti. Nel corso del dibattito emerse da parte dei consiglieri critiche rispetto alla non attualità dei dati forniti che si riferiscono al periodo temporale 2007-2010.
23 Set 2013 01:00
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(Acs) Perugia, 23 settembre 2013 – Il Consiglio regionale ha preso atto, al termine della seduta odierna, del “Rapporto di ricerca 2012 sulla criminalità in Umbria e sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini”, predisposto dalla Giunta di Palazzo Donini.
Dal rapporto, emerge in sintesi un calo dei reati denunciati alle autorità di pubblica sicurezza nel periodo 2007–2010: in quest'ultimo anno in Umbria risultava denunciato un reato ogni 26 abitanti, a fronte di un rapporto di circa 1 a 23 sul territorio nazionale. In calo furti, rapine e lesioni mentre nel periodo indicato aumentano le denunce per danneggiamenti, detenzione e spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, violenza sessuale. Tra il 2009 e il 2010 si registra un aumento consistente (20-30 per cento) delle segnalazioni all’autorità giudiziaria per furti e violazioni alla disciplina degli stupefacenti. Gli extra-comunitari risultano essere circa un terzo delle persone segnalate all’autorità giudiziaria come presunti autori di reato, una percentuale ben maggiore di quella stimata come abitualmente domiciliata nel territorio della Regione Umbria. Più di 27mila reati con vittime (nel 40 per cento dei casi riferiti a donne) sarebbero avvenuti in Umbria nel 2009 e 2010. Tanto sul piano nazionale che su quello locale, le risposte hanno evidenziato la percezione di un generale aumento della criminalità nell'ultimo anno. In particolare, il 62,7 per cento degli intervistati, rileva l'aumento a livello nazionale, mentre il 56,7 per cento lo riscontra nel territorio del proprio Comune di residenza. La criminalità non viene percepita come un problema molto grave, se riferita alla zona di residenza degli intervistati. L'Umbria risulta una regione in cui il tenore di vita viene considerato positivo dalla maggior parte degli intervistati.
OLIVIERO DOTTORINI (Idv), relatore di maggioranza: “DATI IMPORTANTI DA STUDIARE E METTERE A CONFRONTO CON QUELLI PIÙ ATTUALI - L'atto si articola in due parti: la prima che rappresenta un’analisi di tipo quantitativo sul fenomeno della criminalità e fa riferimento ai dati registrati dalle prefetture di Perugia e Terni nel periodo 2007 – 2010, la seconda fa invece riferimento alle risposte alle domande di un sondaggio sulla sicurezza percepita realizzata sulla base delle interviste di 300 cittadini umbri nella primavera del 2012.
ANDAMENTO CRIMINALITÀ 2007-2010. Il documento traccia un quadro storico 2007 – 2010 dell’andamento dei reati in Umbria. Si tratta oggettivamente di dati non proprio recentissimi, anche se si tratta di quelli che erano disponibili al momento della realizzazione del rapporto e che potranno comunque risultare utili come base storica e venire utilizzati per la comparazione dei dati più recenti, non appena questi saranno elaborati. Il rapporto prende in esame l’andamento delle denunce e non quello dei reati commessi, che possono anche non essere denunciati o esserlo in momenti successivi. Dal rapporto emerge un calo generale degli atti denunciati all’autorità di pubblica sicurezza nel periodo considerato in particolare nel 2010 in Umbria risultava denunciato un reato ogni 26 abitanti a fronte di un rapporto di circa 1 a 23 sul territorio nazionale, anche se andando ad analizzare i reati per tipologia di reato vediamo che a fronte di un calo per alcune tipologie ci sono dei dati che registrano un aumento di denunce. Tra il 2007 e il 2010 il numero dei reati denunciati annualmente si è diminuito di 3.377 unità, meno 8,9 per cento, la criminalità denunciata ha subito questo calo significativo tra il 2007 e il 2008, dal 2008 in poi non ci sono mutamenti significativi nella registrazione delle denunce dei reati da parte della cittadinanza in Umbria. Risultano calati maggiormente furti, rapine, lesioni dolose, frodi informatiche, incendi. Allo stesso tempo però nel periodo indicato ci sono alcuni reati che sembrano aumentare, come danneggiamenti, detenzione e spaccio di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile. Un dato da sottolineare è l’aumento di più del 20 per cento delle denunce per violenza sessuale.
REATI E DENUNCE. Il rapporto evidenzia che rispetto al totale delle denunce effettuate nel 2009 – 2010 sono stati individuati circa il 20 per cento degli autori dei reati. Un dato fortemente influenzato dalle tipologie: furti e danneggiamenti rappresentano quasi il 70 per cento delle denunce presentate e il rapporto tra denunce e presunti autori denunciati per gli altri delitti sale dal 20 al 56 per cento. Rispetto all’individuazione degli autori dei reati, il rapporto mette in risalto anche i dati relativi alle segnalazioni rivolte dalle forze dell'ordine all’autorità giudiziaria anche in assenza di denunce. Per furti e reati connessi al traffico di stupefacenti si riscontra una maggiore frequenza di segnalazioni e si registra tra il 2009 e il 2010 un significativo incremento del 20 – 30 per cento tale incremento non è congruente rispetto al numero di denunce per cui è possibile desumere un particolare impegno delle forze di Polizia nella ricerca degli autori di questi reati, indipendentemente dal fatto che siano denunciati dai cittadini.
GLI AUTORI. Se da un lato il rapporto riporta che gli extracomunitari risultano essere circa un terzo delle persone segnalate all’autorità giudiziaria come presunti autori di reato, e tale percentuale è ben maggiore di quella stimata come abitualmente domiciliata nel territorio della regione Umbria, si sottolinea come questo dato deve considerare il tipo di reato e la peculiare composizione socio anagrafica degli immigrati extracomunitari di prima generazione, fisiologicamente diversa da quella della popolazione autoctona. Ad esempio, tra i reati che vedono maggiormente coinvolti gli extracomunitari ci sono proprio quelli relativi al TRAFFICO DI STUPEFACENTI, che vengono addebitati agli extracomunitari nella misura dei due terzi dei casi registrati. Purtroppo l’indistinzione delle specifiche fattispecie di violazione della legislazione sugli stupefacenti non ci consente di verificare ruolo e funzione degli extracomunitari coinvolti nel mercato delle droghe, né la rilevazione ci consente di sapere quante delle 1.784 segnalazioni catalogate come altri reati, siano riferibili ai cosiddetti reati da stranieri, previsti cioè dalla legislazione sull’immigrazione esclusivamente a carico degli extracomunitari, soggiornanti irregolarmente come quello della mancata ottemperanza all’obbligo di allontanamento dal territorio dello Stato a seguito di decreto di espulsione o quello di situazione clandestina .
Per contro ci sono alcuni reati nei quali sono a primeggiare proprio gli italiani nel caso di omicidi colposi per, usura, associazione a delinquere, truffe, frodi e delitti informatici percorse, minacce, ingiurie d’incendi danneggiamenti e finanche contraffazioni, da segnalare infine che le donne sono ampiamente sotto rappresentate nelle segnalazioni alla autorità giudiziaria come autrici di reato, questo è un dato importante soprattutto se letto insieme a quello delle VITTIME DEI REATI, dal rapporto emerge infatti che le donne costituiscono circa il 40 per cento dei reati registrati da forze dell'ordine furti, danneggiamenti, minacce e ingiurie, è significativa l’incidenza di vittime donne con riferimento ai reati alla sfera della sessualità, la generalità dei casi di corruzione e di atti sessuali con minori, la quasi totalità dei casi di violenza sessuale e di sfruttamento della prostituzione, pornografia minorile, ma anche i sequestri di persona che vedono come vittime in maggioranza persone di sesso femminile. Gli extracomunitari risultano vittime con una frequenza di circa il 15 per cento dei casi un dato questo che va considerato con cautela data la scarsa propensione alla denuncia degli irregolari. Inoltre potrebbe essere determinato anche dalla possibilità che una serie di fatti penalmente rilevanti non emergano perché più facilmente restano nel chiuso delle comunità di appartenenza. In generale, tra il 2009 le 2010 ci sono stati più di 27 mila reati con vittime in Umbria, con una tendenza costante che non varia nel corso degli anni in esame.
LA DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI DELITTI. Per quanto riguarda questo aspetto, dal rapporto emerge che la differenza tra le Province corrisponde grossomodo alla popolazione residente, se nella provincia di Perugia, alla fine del 2009, risultava residente il 79 per cento della popolazione regionale, il numero complessivo delle denunce riguardanti quel territorio sia nel 2009 che nel 2010 si aggira intorno al 75 per cento del totale, con una progressiva maggiore incidenza della Provincia di Terni, dove le denunce dei reati nel 2010 crescono di 200 unità mentre nella provincia di Perugia decrescono di 246 unità, nei comuni capoluoghi si registra circa il 45 per cento dei reati denunciati a fronte di una popolazione del 31 per cento del totale regionale, nelle città di Perugia e Terni il dato è più rilevante a conferma che le aree urbane sono quelle in cui più di frequente in cui si hanno denunce di reati.
IL SONDAGGIO SULLA SICUREZZA PERCEPITA è stato condotto attraverso l’intervista telefonica su un campione di trecento abitanti dei dieci comuni più popolati della regione. Le risposte hanno evidenziato la percezione di un generale aumento della criminalità nell’ultimo anno, in particolare il 62,7 per cento degli intervistati rileva l’aumento a livello nazionale, mentre il 56,7 per cento lo riscontra nel territorio del proprio comune di residenza. Solo una minima parte del campione, poco più dell’1 per cento, ha riscontrato una diminuzione della criminalità. Emerge anche un giudiziario abbastanza positivo sulla QUALITÀ DELLA VITA, questi dati sono, probabilmente, determinati anche dal fatto che in Umbria è presente un elevato numero di persone residenti in piccoli centri, dove la conoscenza tra vicini è molto frequente e questo fa sì che la criminalità non sia spesso vissuta come un problema molto grave, se riferita alla zona di residenza degli intervistati. I problemi più sentiti sono quelli relativi alla crisi economica costo della vita e disoccupazione. Il problema dell’insicurezza dovuta alla criminalità è avvertito tra i problemi legati alla criminalità: i più avvertiti e considerati più preoccupanti sono quelli relativi alla droga e alla presenza di tossicodipendenti, 14,2 per cento, anche i furti in genere, 5,9 per cento, e l’insicurezza a uscire la sera, 5,8 per cento paiono essere avvertiti come preoccupanti, quest’ultimo in maniera particolare dalle donne. Sempre le donne si sentono maggiormente preoccupate rispetto agli uomini sulla PRESENZA DI EXTRACOMUNITARI.
Relativamente alla presenza degli extracomunitari il 43 per cento degli intervistati pensa che la presenza porti più vantaggi che svantaggi. Mentre il 28 per cento sostiene il contrario. In generale, la maggior parte degli intervistati trova che esista un annesso tra l’aumento della presenza degli immigrati e l’aumento della criminalità. Per quanto riguarda la considerazione delle forze dell'ordine, una parte cospicua degli intervistati, il 36,3 per cento, ha dichiarato di ritenere che queste controllino abbastanza la criminalità della zona in cui abitano, tuttavia ben il 31 per cento degli intervistati sostiene che le FORZE DELL'ORDINE siano poco in grado di effettuare tale controllo mentre il 17, 7 per cento ritiene che non lo siano per niente, solo il 6, 3 per cento del campione pensa che le forze dell'ordine attuino un controllo molto efficace della criminalità nella zona di residenza.
La prima Commissione dopo avere audito l’assessore competente ha ritenuto di chiedere allo stesso alcuni approfondimenti, in particolare è stato anche chiesto di rendere noto il costo della convenzione stipulata con l’Università di Perugia per la redazione del rapporto. In base alle informazioni ha potuto apprendere che l’importo corrisposto ammonta a 44 mila euro, che comprendeva anche la realizzazione del rapporto relativo agli anni 2007 – 2012, tale convenzione è stata successivamente rinnovata fino al 2014, senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale”.
Per SANDRA MONACELLI (Udc – Relatore di minoranza) si tratta di un “RAPPORTO DATATO CHE NON FOTOGRAFA LA REALTÀ DELL'UMBRIA - Si tratta di un rapporto troppo datato per fotografare la realtà attuale dell'Umbria. Non ci si può basare sui numeri della criminalità denunciata nel periodo 2007-2010 per decidere le giuste politiche da mettere in campo. Secondo la statistica il numero dei reati sarebbe diminuito, ma dal 2007 ad oggi ci sono state evoluzioni sostanziali, profondi cambiamenti dei modi di vita, politici e sociali dovuti alla fortissima crisi economica. Quest'Aula dovrebbe poter discutere su una fotografia aggiornata e reale della società. Credo che il lavoro della Commissione consiliare d'inchiesta su criminalità organizzata e tossicodipendenze sia molto più avanti rispetto a questa ricerca. Si è lavorato su un campione di 300 persone a fronte di 900 mila abitanti. È poca cosa e questo non può essere considerato un campione scientifico attendibile su cui orientare concrete ed efficaci politiche regionali. Non reputo opportuno proseguire questa convenzione con l'Università perché i dati forniti sono troppo datati rispetto alla contingenza e al momento storico che stiamo vivendo”.
GIANLUCA CIRIGNONI (Lega nord): “DA QUESTI DATI EMERGE IL FALLIMENTO DELL'INTEGRAZIONE - I dati che emergono da questa relazione sono collegabili ad una realtà di circa quattro anni fa. Quindi fuori tempo. Leggendoli emerge che nel periodo 2009-2010 i furti, che rappresentano quasi il 50 per cento dei reati, sono aumentati ed un terzo delle persone denunciate all'autorità giudiziaria sono extracomunitari. Mentre manca il numero dei furti commessi da soggetti comunitari. Da qui emerge chiaramente il fallimento dell'integrazione. Per questo sarebbe opportuno che il ministro per l'Integrazione, Kyenge venga in Umbria a verificare il perché un terzo di questo tipo di reati venga commesso da chi rappresenta meno del dieci per cento della popolazione. Ma del resto, il carcere di Capanne è pieno di extracomunitari, spacciatori di droga. Altro dato importante che emerge dalla ricerca è che quasi l'80 per cento del campione ritiene aggravato il fenomeno della criminalità. La Regione deve tenere conto di questa fotografia ed attivarsi mettendo a disposizione degli Enti locali le risorse necessarie per garantire più sicurezza ai cittadini, attraverso una maggiore sorveglianza del territorio, ricorrendo, se necessario, anche a soggetti privati”.
PAOLO BRUTTI (Idv): “QUESTA RICERCA NON CORRISPONDE ALLA REALTÀ CHE GIORNALMENTE VIVONO I NOSTRI TERRITORI - Dovrebbe essere la Giunta regionale e non un Istituto universitario a farci sapere come intervenire. La Giunta deve sottoporre al Consiglio regionale la sua valutazione sul fenomeno. Sarebbe stato necessario che oltre allo studio realizzato dal dipartimento, ci fosse stata una analisi della ricerca da parte della Giunta, creando una discussione sulla base del suo punto di vista. Questa discussione è pertanto inutile. Non si può sostituire una valutazione politica con la somministrazione di un'indagine statistica universitaria. I 40 mila euro sono stati spesi male. In un convegno di qualche tempo fa, organizzato dall'allora assessore delegato Cecchini ho sentito alcuni studiosi affermare che, a fronte di una diminuzione della criminalità, c'è comunque un aumento della preoccupazione da parte dei cittadini perché influenzati e fomentati dall'informazione. Mi piacerebbe capire se è questo il concetto che la Giunta regionale vuole trasmettere all'opinione pubblica. No, non può essere questa la lettura da dare a questi dati. Questa ricerca va respinta perché non è corrispondente alla realtà che giornalmente vivono i nostri territori”.
FABIO PAPARELLI (Assessore regionale): “POLITICHE LOCALI PER LA SICUREZZA BASATE SU AZIONI TRASVERSALI DI CONTROLLO, RECUPERO URBANO E WELFARE - Sul tema della sicurezza e della criminalità sono i dati che vengono analizzati e che contano. Basandosi sui dati si propongono interventi e azioni di sistema: è questo il compito di un’istituzione all'interno del quadro normativo di competenza. E sono stati proposti interventi importanti, tipo un sostegno costante e continuo agli Enti locali per la videosorveglianza: in questo scorcio di legislatura dovremmo fare un bando in materia con soli 200 mila euro. Anche il recente posto di Polizia, di cui le cronache hanno parlato e di cui i perugini credo siano contenti, è opera del finanziamento della Giunta regionale. Se questo rapporto è troppo datato, su questo possiamo in qualche modo riflettere. Procederemo alla proroga della convenzione a costo zero, senza aggiungere nulla ai quarantamila euro con i quali vogliamo arrivare al 31 dicembre 2013 avendo almeno tutti i dati vidimati e disponibili del 2012, per allinearci un po’ meglio al presente.
Stiamo anche valutando la possibilità di fare una convenzione direttamente con le Prefetture. Una possibilità che ci era stata negata ma che ora, con la presenza dell’Umbria nel governo e nel Ministero degli Interni, potrebbe essere percorribile. Vorremmo arrivare a un programma regionale integrato per la sicurezza urbana, così come prevede la legge, dentro il quale i patti con i Comuni, a partire dal patto per Perugia Sicura, che andrà e all’estensione e al recupero su quello di Terni, datato ormai 2001, debbono essere gli strumenti di cui le Amministrazioni si dotano per un’azione di sinergia. Dobbiamo approfondire il rapporto tra le politiche locali di sicurezza e le politiche di pubblica sicurezza. Spesso alle Istituzioni vengono richieste politiche di pubblica sicurezza che non competono ovviamente alle Istituzioni, ma che vanno viste dentro un ragionamento di sistema. Le politiche locali di sicurezza investono il lavoro, vanno oltre la repressione della criminalità e tengono conto del contesto sociale, del welfare regionale, (che la Regione Umbria riconosce come un bene comune essenziale), guardano la politica dei centri storici e il recupero di quelli degradati (questo lo terremo presente nella prossima programmazione dei fondi comunitari), il reinsediamento di imprese commerciali dentro i centri urbani. Dobbiamo recuperare in un’azione costante e continua, che comprenda anche la formazione della Polizia locale, e azioni trasversali che vanno dal sociale alla sanità, dalle politiche commerciali, al recupero dei centri storici”. AS/MP