CONSIGLIO REGIONALE (4): RESPINTA LA MOZIONE DI CENSURA NEI CONFRONTI DELL'ASSESSORE CECCHINI – PER LA MAGGIORANZA NON C'È CONFLITTO DI INTERESSI
Il Consiglio regionale ha respinto con 19 voti contrari (tutta la maggioranza di centrosinistra) e 11 favorevoli (tutti i consiglieri di opposizione) la mozione di censura nei confronti dell'assessore Fernanda Cecchini, presentata in Aula dal primo firmatario Gianluca Cirignoni (Lega Nord) e sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione (Modena, Nevi, Lignani, Valentino, De Sio, Monni, Mantovani e Rosi del Pdl, Monacelli (Udc) e Zaffini (Fare Italia). Oggetto della mozione i finanziamenti pubblici previsti nell'asse 3 del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, con una graduatoria pubblicata in Gazzetta ufficiale che mostra al quarto posto la domanda della sorella dell'assessore, con quest'ultima figurante fra i proprietari dell'immobile oggetto di ristrutturazione. Alla Cecchini veniva dunque imputato un conflitto di interessi a causa del suo ruolo.
29 Mag 2012 01:00
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(Acs) Perugia, 29 maggio 2012 – Il Consiglio regionale ha respinto con 19 voti contrari (tutta la maggioranza di centrosinistra) e 11 favorevoli (tutti i consiglieri di opposizione) la mozione di censura nei confronti dell'assessore Fernanda Cecchini, presentata in Aula dal primo firmatario Gianluca Cirignoni (Lega Nord) e sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione (Modena, Nevi, Lignani, Valentino, De Sio, Monni, Mantovani e Rosi del Pdl, Monacelli (Udc) e Zaffini (Fare Italia).
Oggetto della mozione i finanziamenti pubblici previsti nell'asse 3 del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, con una graduatoria pubblicata in Gazzetta ufficiale che mostra al quarto posto la domanda della sorella dell'assessore, con quest'ultima figurante fra i proprietari dell'immobile oggetto di ristrutturazione. Alla Cecchini veniva dunque imputato un conflitto di interessi a causa del suo ruolo.
INTERVENTI
GIANLUCA CIRIGNONI (LEGA NORD) ha spiegato i motivi per i quali ha chiesto all'Assemblea di censurare il comportamento dell'assessore e alla presidente della Regione di revocargli il mandato: “SIAMO IN PRESENZA DI UN GRAVE CONFLITTO D'INTERESSI – ha affermato – perché, come si evince dalla graduatoria delle domande di contributi pubblici legati al Piano di Sviluppo rurale 2007-2013, la domanda presentata dalla sorella dell'assessore figura al quarto posto fra quelle relative ai Comuni tabacchicoli, mentre prima è quella della figlia di un dirigente della Regione, e fra i non tabacchicoli figura al primo posto la domanda di un dirigente regionale. Siamo dunque davanti al caso di un assessore che voleva sistemare un bene di sua proprietà utilizzando fondi pubblici, anche se lo ha negato. Sui documenti c'è la sua firma”.
RENATO LOCCHI (PD): “A NOME DEL GRUPPO CONSILIARE DEL PARTITO DEMOCRATICO DICO CHE NON ABBIAMO ALCUNCHÉ DA CENSURARE. La situazione è di una disarmante semplicità: una famiglia di agricoltori fa una domanda di contributi che precede l'ingresso della Cecchini nel ruolo che attualmente ricopre. Nel frattempo la Cecchini diventa proprietaria del bene a causa di un lutto. Viene sollevato un polverone e questa famiglia non prosegue l'iter e non chiede più un euro. Se fossi stato fratello della Cecchini mi sarei urtato: dalla politica non si devono avere dei benefici, ma addirittura malefici mi pare troppo. Dagli errori ci si redime, dal senso del ridicolo no”.
Rocco Valentino (Pdl) “INSISTO INVITANDO LA GIUNTA A FARE PIAZZA PULITA ANCHE A LIVELLO BUROCRATICO. Il collega Cirignoni ha ricostruito dettagliatamente tutti i passi del bando dal quale prima ancora dell'assessore Cecchini risulterebbero beneficiari addirittura dirigenti regionali del settore agricoltura. Ricordo che la graduatoria di merito di un concorso come quello in discussione, la prepara un dirigente. Quello stesso dirigente avrebbe dovuto avvertire l'assessore sul conflitto di interesse che si sarebbe creato. E per inciso ricordo che non esistono solo gli interessi del Cavalier Berlusconi. Insisto invitando la Giunta a fare piazza pulita anche livello burocratico, perché fra i beneficiari – posso fare i nomi - ci sarebbe perfino dirigenti, non proprietari di aziende, ma semplici affittuari, e cose simili sarebbero avvenute anche in occasione del terremoto di Marsciano.
Roberto Carpinelli (Marini per l’Umbria) “NON SI PUÒ IGNORARE CHE QUEL BANDO È STATO ISTRUITO PRIMA DI QUESTA LEGISLATURA, DALLA GIUNTA PRECEDENTE E CHE L'ASSESSORE È DIVENTATA COMPROPRIETARIA DI QUELLA AZIENDA. E' una strana vicenda che con l'intervento di Rocco Valentino vede spostare la censura nata contro l'assessore Cecchini, sopratutto su un dirigente la mozione. Non si può ignorare che quel bando è stato istruito prima di questa legislatura, dalla Giunta precedente e che l'assessore è diventata comproprietaria di quella azienda, successivamente, per un evento imprevisto e imprevedibile come la successione ereditaria. Credo che il collega Cirignoni abbia avuto oggi una evidente caduta di stile. Non si può promuovere un'azione del genere, solo per qualche voto in più. A Cirignoni ricordo che a gennaio il ministro Calderoli del suo partito, rimproverò al presidente Monti di aver festeggiato il capodanno a Palazzo Chigi. In ragione di ciò invito Cirignoni e tutto il Pdl a ritirare la mozione di sfiducia.
Orfeo Goracci (comunista umbro) “RITENGO LA CENSURA DI CIRIGNONI ALL'ASSESSORE CECCHINI IMPROPRIA. NON CREDO CHE SI POSSA IMMAGINARE UN CONFLITTO DI INTERESSI. Intervengo con tristezza e sorriso, giudicando questa vicenda anche dall'osservatorio di chi come me ha frequentato ultimamente la magistratura in veste di presunto Zar. Ritengo la censura di Cirignoni all'assessore Cecchini impropria per due motivi: le cose dette da Locchi che sottoscrivo e che sono tutte incentrate sugli aspetti umani ed imprevedibili della vicenda; non credo che si possa immaginare un conflitto di interessi. Penso infatti alla ipotesi neanche tanto assurda di un assessore o amministratore danneggiato da un terremoto che dovrebbe rinunciare ai suoi diritti solo perché ricopre quel ruolo. Per come ho conosciuto l'assessore Cecchini posso dire solo che mi sento totalmente dalla sua parte. Chiedo però al consigliere Rocco Valentino di chiarire le cose dette in Aula a proposito di un dirigente o di chi sarebbe riuscito a fare cose tutte da capire”.
MASSIMO BUCONI (Psi): “IL FATTO CONTESTATO ALL'ASSESSORE CECCHINI SEMBRA NON SUSSISTERE. È STATO MONTATO UN CASO SUL NULLA. Sottolineo l’assoluta sensibilità che ha utilizzato l’assessore nell’affrontare la questione: ha inteso da subito affrontarla dal lato dell’opportunità, e nel momento in cui ha intravisto lo scivolamento in polemica politica, coinvolgente l’attività della Regione, l’attività complessiva della maggioranza di questo Consiglio, ha adottato una strada anche di nocumento per gli interessi di familiari o congiunti, interessi che, qualora legalmente perseguiti, sono ovviamente pienamente legittimi. Per quanto ci riguarda non è mai venuta meno la fiducia nella sua persona e nel suo operato”.
CATIUSCIA MARINI (presidente Giunta regionale): CONSIDERO QUESTA MOZIONE IMMOTIVATA, IRRAGIONEVOLE ED ECCESSIVA. I PUNTI CHE SONO CONTENUTI NELLA MOZIONE DI CENSURA NON TROVANO NESSUN FONDAMENTO TECNICO NEGLI ATTI DELLA REGIONE UMBRIA. La mozione dimostra una non conoscenza della gestione del programma di sviluppo rurale 2007 – 2013 e delle modalità di erogazione dell’insieme delle risorse del programma di sviluppo rurale, delle condizioni di ammissibilità e delle concrete possibilità di utilizzo di queste risorse finanziarie. E’ l’Unione Europea stessa che fissa nel suo Regolamento quadro le motivazioni e i criteri che gli organismi pagatori e le strutture a esse delegate nelle gestioni delle misure, che sono nel nostro caso la Regione Umbria, sono tenuti a rispettare in materia. Il programma di sviluppo rurale agisce in via generale sull’insieme di tutte le imprese agricole presenti nel territorio regionale. L’organismo pagatore italiano, Agea, ha disciplinato la materia e per quanto riguarda le figure della struttura regionale gli incompatibili sono gli istruttori delle singole misure, i revisori, gli addetti al controllo in loco, cioè quelli che fanno i sopralluoghi in azienda, gli addetti ai controlli ex post e il responsabile di misura. Il programma di sviluppo rurale è l’unico dei programmi dell’Unione Europea che noi utilizziamo in via estensiva nella generalità delle domande; su 25 mila domande di ammissione sulle diverse misure di finanziamento, ben 23 mila sono state finanziate, a indicare che una volta verificati i requisiti di ammissibilità di frequente noi scorriamo le graduatorie per utilizzare l’insieme delle misure finanziarie che sono a disposizione. Paradossalmente, questo è uno dei pochi ambiti in cui le risorse sono sufficienti ed anzi in alcuni casi proroghiamo i termini, in altri casi li riapriamo per consentire il pieno utilizzo dei fondi europei e per non restituire alla Commissione Europea parte delle risorse. È formidabile che la stessa mozione di censura che solleva il conflitto d'interessi ci chieda che l’organismo pagatore, invece di essere nazionale, sia regionale; la Giunta regionale ha valutato che sarebbe alquanto costoso attivare un organismo pagatore autonomo, e la Corte dei Conti nazionale, recentemente, proprio nella Sezione di controllo degli affari comunitari, ha denunciato gli alti costi di funzionamento degli organismi pagatori regionali e ha riconosciuto le buone pratiche di quelle Regioni, come l’Umbria, che utilizzano l’organismo pagatore nazionale, anziché dotarsi di un proprio organismo pagatore, che sarebbe costoso e irragionevolmente costoso. Il cuore di un eventuale conflitto d'interessi sarebbe dovuto stare nella costruzione del bando e l’unico atto di Giunta che si compie è quando si approvano i criteri del bando che definiscono i requisiti per cui il cittadino può accedere a quella misura. Questo atto, che è quello più politico di tutto il procedimento, è stato fatto dalla Giunta regionale precedente, nel marzo 2010, quando eravamo in piena campagna elettorale, i criteri erano stati definiti nell’ottobre 2009, quindi a vigenza della precedente Giunta regionale, quando né io né l’Assessore Cecchini né questa Giunta regionale era nell’esercizio delle sue funzioni.
Infine ricordo che i termini sono stati prorogati perché nessuna impresa agricola umbra aveva fatto domanda, quindi addirittura i termini sono stati prorogati per consentire alle imprese di utilizzare la misura che non era stata utilizzata: figuriamoci se il tema era quello del vantaggio escluso ad altri. Ma la cosa più grave è che lei ha presentato la mozione di censura dopo che ha potuto verificare che vi è stata una graduatoria provvisoria a cui anche la persona legata da vincoli di parentela con l’assessore Cecchini non ha dato seguito alla sua domanda, non ha presentato la documentazione, non ha avuto accesso e non ha ottenuto nessun tipo di finanziamento pubblico regionale”.
SANDRA MONACELLI (Udc): “LA POLITICA NON PUÒ NON OCCUPARSI DI QUESTI FATTI, NON SI PUÒ RISCHIARE NEMMENO IL LONTANO SOSPETTO DI UNA DIFESA DI CASTA. Si discute di un argomento che cade dentro un clima pesante di antipolitica. Il confine tra interessi personali e politici è sempre molto labile, non attiene a noi una valutazione penale, ma politica, di opportunità. E le affermazioni della presidente Marini sul fatto che ‘chi di moralismo ferisce...’ sono fuori luogo: di queste cose ce ne dobbiamo occupare perché è una questione di etica politica, perché non si dica che la casta si autoassolve, vincendo con il voto di maggioranza. Esiste una colpevolezza di casta, ma la casta non è solo quella dei politici ma anche quella dei funzionari e per evitare fatti come questi occorre fissare regole precise per rinnovare la Pubblica amministrazione: chi approva o gestisce atti o regolamenti non può trarre benefici che da essi derivano. E per evitare che domani grazie al voto della maggioranza che, bocciata la mozione, domani si scriva sui giornali che la casta si è autoassolta propongo ai colleghi del centrodestra di soprassedere alla votazione”.
FIAMMETTA MODENA (Pdl): “IL CONFLITTO DI INTERESSI C’È. LA MAGGIORANZA NON BANALIZZI. CIRIGNONI HA SOLLEVATO UNA QUESTIONE CHE RICHIAMA TUTTI NOI A RIVEDERE LE MODALITÀ COMPORTAMENTALI DELLA POLITICA. Il fatto che la Lega Nord sia coinvolta in una vicenda di moralità politica non può autorizzare la maggioranza a banalizzare o svalutare la mozione di censura proposta da Cirignoni che tutti i gruppi di opposizione hanno convintamente firmato. Anche per una questione di solidarietà politica che va oltre la contingenza politica nazionale. Il consigliere Cirignoni svolge egregiamente il proprio lavoro in questo consesso, e le sue posizioni non possono essere strumentalmente criticate riferendosi a fatti di cui egli non porta certo la responsabilità. Alla maggioranza si drizza il pelo quando fatti di moralità politica toccano i suoi esponenti. Nello specifico della vicenda il conflitto di interessi c’è - e di conflitto d’interessi il centrosinistra ne ha esperienza avendone fatto un’arma di lotta in chiave anti Berlusconi in questi anni – e se un gruppo di minoranza utilizza gli strumenti messi a disposizione da Statuto e regolamento come in questo caso, lo fa nella piena legittimità politica ed è per questo degno di rispetto. Cirignoni ha sollevato una questione che richiama tutti noi, classe dirigente politica a rivedere le modalità comportamentali della politica stessa”.
REPLICA CIRIGNONI (LEGA NORD): “NON MI ASPETTAVO CHE UNA MAGGIORANZA IN BALIA DI AVVVISI DI GARANZIA FACESSE IL MEA CULPA - Non ritiro la mozione come qualcuno ha richiesto, perché essa rientra appieno nelle regole stabilite dallo Statuto della regione Umbria. Non mi aspettavo che una maggioranza in balia di avvisi di garanzia per ipotesi di reato che vanno dalla concussione all'abuso di ufficio, al peculato e all'associazione a delinquere, fosse disponibile al mea culpa. I cittadini sapranno giudicare chi ha fatto la 'porcata'”.
ANDREA LIGNANI MARCHESANI (PDL, per dichiarazione di voto): “BANDO POCO PUBBLICIZZATO E COINCIDENZE SOSPETTE - A questo bando particolare avevano accesso, oltre che gli agricoltori, anche proprietari di case ai fini del miglioramento del paesaggio rurale. Un bando che, seppur legittimo, è certamente poco pubblicizzato, visto che in un primo momento non aderisce nessuno e poi si ritrovano 3 domande legate a personaggi che svolgono ruoli pubblici nei primi posti. Le coincidenze sono quanto meno sospette. E quando il sospetto lambisce ci si dimette”. PG/GC/MP/TB