CONSIGLIO REGIONALE (2): APPROVATO, CON L'ASTENSIONE DELL'OPPOSIZIONE, IL DISEGNO DI LEGGE SULLE NOMINE NELLA SANITÀ – NUOVE NORME PER PRIMARIE E DIRETTORI GENERALI
Con le conclusioni della presidente della Giunta (e assessore alla sanità) Catiuscia Marini e il seguente voto d'Aula (20 sì e 11 astenuti), si è concluso l'iter del disegno di legge che modifica le norme per la nomina di primari e direttori generali della sanità. Approvato l'emendamento che elimina il limite per la riconferma dei direttori generali che possono rimanere in carica per un massimo di 10 anni, respinti tutti gli altri.
11 Lug 2011 01:00
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(Acs) Perugia, 11 luglio 2011 – Il disegno di legge della Giunta che contiene le nuove norme per la nomina e la valutazione dei direttori di struttura sanitaria complessa (primari) e dei direttori generali della sanità è stato approvato oggi dal Consiglio regionale con 20 voti favorevoli della maggioranza (Pd, Idv, Prc, Socialisti, Marini per l'Umbria) e 11 astensioni dell'opposizione (Pdl, Lega, Udc, Fli).
La nuova legge diminuisce la discrezionalità dei direttori generali nella scelta dei direttori di strutture complesse (ci sarà un limite di 3 nomi, selezionati da una commissione tecnica composta su sorteggio, entro cui il direttore generale sceglierà i “primari”), limita a 10 anni la permanenza in carica dei direttori generali, amplia le motivazione per cui possono essere revocati i direttori stessi e rafforza la trasparenza delle procedure prevedendo la pubblicazione sui siti internet di Regione e Asl di atti, curriculum e provvedimenti relativi alle nomine.
EMENDAMENTI APPROVATI. L'unico ad essere stato approvato portava la firma di Locchi (Pd), Buconi (Socialisti), Stufara (Prc) e Dottorini (Idv) ed ha portato alla rimozione del limite dei 2 mandati inserito durante i lavori di Commissione (20 sì, 10 no, 1 astenuto). EMENDAMENTI BOCCIATI. Respinto l'emendamento Locchi (Pd), Buconi (Socialisti) e altri che faceva decorrere i 10 anni di durata dell'incarico del direttore generale dall'entrata in vigore della legge (15 sì, 11 no e 5 astensioni di Dottorini, Brutti, Stufara, Goracci, Barberini); l'emendamento non è stato approvato non registrandosi nel complesso una maggioranza di voti favorevoli. Bocciati gli emendamenti di Pdl e Lega che proponevano l'istituzione di una prova scritta nella selezione dei primari e la trasmissione al Consiglio (con conseguente voto) della relazione della Giunta sull'attività dei direttori generali. Esito negativo anche per le proposte di modifica di Sandra Monacelli (Udc) miranti a limitare il numero dei mandati di un direttore generale e a sopprimere la possibilità della mobilità dei direttori tra Asl diverse. Esito negativo infine per la proposta Dottorini – Brutti di estendere quanto previsto dalla legge all'Istituto zooprofilattico Umbria–Marche.
Prima del voto sono intervenuti i capigruppo Dottorini e Stufara e l'assessore alla sanità Catiuscia Marini. OLIVIERO DOTTORINI (Idv): “IL TESTO CHE OGGI CI TROVIAMO AD ESAMINARE RAPPRESENTA UN PRIMO PASSO DECISO VERSO LA DIREZIONE DA NOI INDICATA - È giusto riconoscere i meriti del sistema sanitario regionale che presenta bilanci in equilibrio e standard di prestazioni adeguate. Ma anche nella nostra regione il sistema sanitario è un terreno che spesso interessa più per la possibilità che offre di esercitare il potere che per l’opportunità di offrire un servizio ai cittadini. I recenti casi della cosiddetta 'Sanitopoli' rappresentano un quadro tutt’altro che edificante che danneggia in modo pesante l’immagine che l’Umbria si è guadagnata negli anni . L'Italia dei Valori ha già chiesto una risposta politica alla degenerazione rispetto al caso 'Sanitopoli' . Finora la politica ha messo mani e piedi negli ospedali e nelle aziende sanitarie. E’ aberrante pensare che la nostra salute dipenda dal grado di vicinanza politica del primario o del chirurgo con chi gestisce il potere o dalle conoscenze e parentele. Il testo che oggi ci troviamo ad esaminare rappresenta un primo passo deciso verso la direzione da noi indicata. Si va nella direzione di valorizzare il merito e la competenza, piuttosto che l’appartenenza politica, limitando drasticamente la discrezionalità dei direttori generali nella nomina dei primari. Questa proposta di legge è seria e rigorosa perché prevede la costituzione di una commissione specifica che avrà il compito, non solo di valutare l’idoneità dei candidati, ma anche di individuare una rosa dei tre migliori candidati tra i quali il direttore dovrà scegliere. Per la nomina dei direttori generali, conformemente alla normativa nazionale, viene garantita la discrezionalità del residente della Giunta regionale, ma con questa legge si introducono una serie di elementi che mirano a far sì che le valutazioni di ordine politico rimangano confinate all’assunzione della responsabilità della scelta e non riguardino invece anche le modalità di gestione del servizio sanitario pubblico. Più dei conti in ordine è importante che il servizio sanitario sia in grado di soddisfare gli obiettivi di qualità e universalità delle prestazioni sanitarie regionali. Per questo riteniamo molto positivo che la valutazione dei direttori generali debba essere incentrata non solo sui risultati contabili di gestione, ma soprattutto in riferimento alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e ai risultati di gestione conseguiti rispetto agli indirizzi e agli obiettivi fissati nel piano sanitario regionale e dagli altri atti di indirizzo emanati dalla Regione. Il caso 'Rosignoli' ha palesato l'impossibilità dichiarata della presidente Marini di revocare il mandato della direttrice inquisita, con questo testo ciò può essere superato. È opportuno che i direttori generali vengano valutati periodicamente in base a criteri qualitativi stringenti e, se necessario, revocati dall’incarico. Importante è prevedere un limite alla possibilità di esercitare un ruolo così rilevante. Bene la limitazione degli incarichi sia nel numero che negli anni, ma abbiamo votato contro l'emendamento che prevedeva una sorta di retroattività per i limiti di mandato. Abbiamo ritenuto opportuno presentare anche un emendamento che estende le norme di questa legge all’Istituto Zooprofilattico, anche per un’esigenza di uniformità tra tutte le aziende sanitarie”.
DAMIANO STUFARA (Prc-Fed.sin.): “UN PROVVEDIMENTO IMPORTANTE CHE NORMERÀ L'ORGANIZZAZIONE E L'ORDINAMENTO DEL NOSTRO SISTEMA SANITARIO REGIONALE. C'è ancora bisogno di nuovi provvedimenti, non tutto viene risolto con questo Disegno di legge che rappresenta comunque un'importante risposta politica e istituzionale che la Regione è stata chiamata a dare anche a fronte della vicenda così detta 'Sanitopoli'. Bisogna sempre più prevenire i coni di opacità attraverso una sempre maggiore trasparenza sia per quanto riguarda incarichi di primariati che di direzioni generali. É importante un maggiore peso della politica ‘nobile’ all'interno della sanità. Avremmo preferito che per quanto concerne i posti da primario si fosse proceduto con appositi concorsi e graduatorie, cosa resa però impraticabile dalla normativa nazionale. Siamo chiamati comunque, nei limiti imposti da tale normativa, a mettere in campo ogni elemento utile ad esaltare trasparenza e meritocrazia. Le aziende, quanto i direttori generali devono stabilire a monte tanto la mission che le caratteristiche della struttura. L'aver introdotto l'obbligo nelle commissioni del direttore sanitario, con gli altri due componenti scelti attraverso un sorteggio è quanto di più trasparente ci possa essere. Un concetto, quello della trasparenza, che abbiamo noi stessi voluto intensificare. Come pure è importante il poter rendere noti i curriculum di coloro chiamati a ricoprire importanti incarichi apicali. Auspichiamo che la Giunta regionale, quando si accingerà a rinnovare gli incarichi de direttori generali, lo faccia riallineando le durate e i tempi dei contratti per tutte le sei aziende regionali. Bene il rafforzamento dello strumento della revoca dell'incarico per il direttore generale e dell'avvalersi anche di organismi indipendenti e degli organi consiliari competenti per la valutazione. L'attenzione dovrà essere rivolta alla qualità, insieme ai conti in ordine. In queste ore mi è pervenuto un documento analitico con proposte interessanti da parte delle associazioni dei consumatori che pone il tema della democratizzazione della partecipazione degli utenti alla governance e alla valutazione del nostro sistema sanitario regionale. Non è certo questo il provvedimento all'interno del quale affrontare queste tematiche, ma è un argomento sul quale comunque è necessario un serio confronto”.
CATIUSCIA MARINI (PRESIDENTE GIUNTA E ASSESSORE SANITÀ): Il disegno di legge si inserisce nei limiti della legislazione concorrente (Stato–Regione): ciò significa che alcune ipotesi di modifica, anche condivisibili, possono essere portate avanti solo con la riforma della legislazione nazionale. Il decreto legislativo in vigore risente di un intento politico mirato a separare il momento politico da quello amministrativo, con la conseguente aziendalizzazione della sanità, conseguenza diretta dello scandalo di Tangentopoli. Alla luce dei 15 anni di attuazione del decreto sono state avanzate in Parlamento varie proposte di modifica della norma, anche per ridare spazio ai Comuni nel percorso di definizione della programmazione. Il disegno di legge della Giunta non può che inserirsi in questo quadro legislativo, evitando fughe in avanti che i limiti della legislazione concorrente non ci permettono. Sugli incarichi di direzione di struttura complessa la norma nazionale è vincolante e mette in evidenza non tanto e solo il profilo curriculare dei professionisti ma anche gli aspetti organizzativi e gestionali a cui sono chiamati i dirigenti di struttura complessa e quindi una valutazione del curriculum non solo per il versante scientifico ma anche della capacità organizzativa e gestionale in particolare riferito alla organizzazione della struttura complessa del personale afferente e delle tecnologie sanitarie. Il direttore generale in questa scelta ha una ampia discrezionalità, che viene limitata dalla selezioni di una terna di nomi da parte di una commissione tecnica. Sulla scelta dei direttori generali si rafforzano gli elementi che spingono ad una valutazione dei requisiti professionali: i requisiti di accesso alla carriera professionale sono esclusivamente quelli fissati dalla legge: in questo senso un recente atto del Governo nazionale rimarca quello che i nostri uffici avevano già delineato. I Direttori Generali svolgono una funzione attinente la carriere professionale i cui requisiti sono determinati a livello nazionale. Credo che sia importante per quanto ci riguarda sulla valutazione anche del direttore generale non in relazione unicamente all’intera esplicitazione del suo mandato, ma la capacità di avere elementi valutativi tali da potere incidere anche sul contratto di lavoro fino addirittura alla sua revoca nel corso dell’espletamento del mandato e della funzione qualora si determinino tutta una serie di condizioni e non raggiungimento di obiettivi che vengono assegnati con singoli provvedimenti da parte della Giunta regionale in particolare quelli considerati più strategici per il sistema sanitario che non sono soltanto gli obiettivi di equilibrio della spesa ma sono anche obiettivi di organizzazione, di gestione e di qualità del sistema sanitario e dei relativi servizi che afferiscono alle aziende ospedaliere. L'articolo 12 introduce, rispetto alla legge precedente, molti elementi ulteriori di valutazione che possono portare alla decadenza e alla revoca dei direttori generali. Questo senza confondersi con procedimenti giudiziari, i cui percorsi sono disciplinati solo da norme nazionali. I direttori generali hanno un contratto di lavoro che fa riferimento a leggi nazionali: la loro rimozione per ragioni giudiziarie è dunque strettamente normata. Un punto che avremmo voluto inserire, ma che la legge nazionale non ci consente, riguarda la durata minima del contratto per i direttori generali (ora fissato a 3 anni): avremmo voluto prevedere un sistema di spoil system, con la revoca dei direttori al cambio di legislatura, dato che ad essi spetta di applicare la politica sanitaria della Giunta. Questo ora non si può fare e invece sarebbe molto importante perché legherebbe il mandato del direttore generale al mandato conferito dalla Regione”. MP/AS/TB
