CONSIGLIO REGIONALE (2): APPROVATI LEGGE FINANZIARIA, COLLEGATO E BILANCIO DEL CONSIGLIO. DOMANI POMERIGGIO SI PASSERÀ AL BILANCIO - IL DIBATTITO E LA RELAZIONE DELL'ASSESSORE ROSSI SULLA MANOVRA DI BILANCIO
02 Apr 2012 01:00
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(Acs) Perugia, 2 aprile 2012 – Il Consiglio regionale dell'Umbria ha concluso la prima giornata della sessione di bilancio approvando la legge finanziaria (20 voti favorevoli e 8 contrari), il collegato (20 sì e 7 no) e il bilancio dell'Assemblea regionale (27 sì).
Bocciati invece 3 emendamenti presentati dal Pdl in materia di stanziamenti per l'accesso al credito per le piccole medie imprese (19 no e 1 astenuto, Chiacchieroni - Pd), l'associazionismo familiare (19 no, 1 astenuto, Brega – Pd) e la sicurezza (20 no). Un altro emendamento del Pdl (primo firmatario il capogruppo Raffaele Nevi), mirato a stanziare 1milione di euro in favore del pagamento dei crediti vantati dalle aziende verso la Pubblica amministrazione, è stato ritirato e trasformato in ordine del giorno dopo la disponibilità manifesta dalla Giunta regionale, che con gli interventi dell'assessore Riommi e della presidente Marini ha dichiarato di condividere lo spirito della proposta, individuando altre fonti di finanziamento. A norma di regolamento il bilancio verrà invece votato, insieme all'ordine del giorno sul credito, nel pomeriggio di domani, martedì 3 aprile. Prima del voto si sono svolti il dibattito sulla manovra e le conclusione dell'assessore regionale Gianluca Rossi.
IL DIBATTITO
SANDRA MONACELLI (Capogruppo Udc) “LA CRISI IMPONE DI RIORGANIZZARE SANITÀ, SERVIZI SOCIALI E AIUTI ALLA FAMIGLIA IN NOME DELLA SUSSIDIARIETÀ” - Viviamo un momento difficile per le imprese: non possiamo più attendere alcune riforme, ma non più solo a parole, come quella di Sviluppumbria e Gepafin. Sui contenuti è stata respinta la richiesta di stanziare 100mila euro per la sicurezza e 150mila per il fondo destinato alle famiglie. State sottovalutando la crisi che impone di riorganizzare il settore dei servizi sociali, oggi di stampo statalista, in un'ottica assistenziale con interventi a pioggia che di fatto ignorano il fattore famiglia. In altre parole manca quella sussidiarietà vera che farebbe bene anche alle casse della Regione. Nel settore decisivo della sanità è del tutto assente una serena e libera riflessione. Ad esempio sull'investire oggi in cure domiciliari e in una sanità territoriale che farebbe risparmiare. Invece proprio sulla sanità siamo al sostanziale immobilismo, al vuoto dal quale emergono solo personalismi, trasversali a tutte le forze politiche, con i quali tutti cercano di far emergono singole posizioni a difesa del proprio territorio, del proprio ospedale. Ci aspettiamo una decisiva presa di posizione dalla stessa presidente Marini, anche a favore di una Asl unica, senza perdersi in aumenti di ticket. Non si può continuare con proclami come quello ultimo sulle visite intramoenia fatte dall'assessore Tomassoni. Attenzione alle sentenze del Tar su questi aumenti come quelle ultime su importanti bandi comunitari. Sta emergendo il dubbio di scelte poco trasparenti, e questo mette in difficoltà aziende che avevano iniziato i lavori. Siamo contrari ad un bilancio che dimostra evidenti difficoltà a staccarsi dalle logiche del passato, con una maggioranza, troppo legata alle battaglie ideologiche sull'articolo 18, o contro lo stesso Governo Monti. A livello nazionale ci sono forze politiche che dimostrano coraggio, a partire dalla riforma elettorale invitiamo l'Umbria ad avere più coraggio”.
LUCA BARBERINI (PD): “QUESTO BILANCIO È BUON PUNTO DI PARTENZA. SERVIRÀ CORAGGIO QUANDO INCIDEREMO SULLA SANITÀ - In un contesto che vede il Paese attraversare una crisi senza precedenti, con i debiti al 121 per cento del Pil e il rischio di finire come la Grecia, la manovra economica della Regione Umbria non aumenta la pressione fiscale, come è stato costretto a fare il Governo, e questo è un primo punto qualificante del documento. Altro elemento distintivo è l'aver lasciato inalterate le risorse per la coesione sociale, vale a dire per il welfare e per le famiglie. È chiaro che il dibattito più importante lo affronteremo quando si parlerà della Sanità umbra, che impegna l'80 per cento delle spese del bilancio. È lì che dovremo riuscire ad incidere, con coraggio e senza abbassare il livello qualitativo. Per ciò che concerne il sostegno alle imprese dovremo prendere di petto la necessità di riformare le Agenzie che sono alla guida e a sostegno del mondo produttivo regionale, per le quali serve una nuova 'mission', oltre al rafforzamento patrimoniale. Il bilancio fa poco per il capitolo investimenti perché sono poche le risorse disponibili, ma è giusta l'attenzione particolare su scuole e opere pubbliche. Infine la questione sicurezza, tema sul quale non ci sono bandiere. Serve un segnale politico chiaro: sostenere la nostra legge e lottare per avere risposte, perché i cittadini non rinuncino alla tranquillità. Questo bilancio regionale, dunque, è un buon punto di partenza ma dovremo raccogliere le sfide dei nostri territori senza trascurarne nessuno”.
RAFFAELE NEVI (PDL): “DISTANZA ENORME TRA LE CHIACCHIERE E I FATTI - Ci occupiamo dei problemi nei dibattiti, come oggi in Aula, ma nei fatti concreti non vediamo riscontri. Si parla di affrontare il problema sicurezza ma quest'anno le risorse sono diminuite di un terzo, da 150mila a 100mila euro. E la legge regionale sulle politiche per la sicurezza destina parte di queste risorse anche ai convegni o alla sensibilizzazione delle scuole, cose importanti ma non quanto gli aiuti ai Comuni, che sono lasciati soli a risolvere problemi sempre più grossi. C'è una distanza enorme tra le chiacchiere e i fatti. L'assessore Rossi cerca di tranquillizzare sul problema dell'accesso al credito per le nostre imprese, ma la soluzione la rinvia a quando faremo l'aumento di capitale della Gepafin, dicendo che in quel contesto se ne parlerà, mentre ce n'è assoluta necessità oggi, subito. La stessa Gepafin, in Commissione, ha detto che concedendo 1 milione di euro del Fondo regionale apposito, previsto fin dal 2010, riusciremmo ad attivare 100 milioni di pagamenti da parte delle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione. Da questo spunto parte il nostro emendamento. Ma questo è un bilancio 'ingessato', portato in Aula solo per rispettare la forma ma che non si può toccare, è predefinito. E invece bisognerebbe poter intervenire, perché i soli emendamenti della Giunta distribuiscono risorse in mille rivoli solo per tenere insieme una sgangherata maggioranza: 50mila euro per l'associazionismo di protezione sociale, 90mila euro per la cooperazione internazionale, 70mila euro per il sostegno ai Gasp, 30 mila euro per la norma a tutela dei consumatori e l’istituzione della consulta per l’utenza e il consumo, 27mila euro per le biblioteche e gli archivi storici, 70mila euro per gli emigrati e le loro famiglie. In totale buttiamo 350mila euro in cose che non modificano nulla ma servono ad accontentare gli alleati di maggioranza, senza un'analisi attenta dei costi sostenuti dai vari centri di spesa. Però 100mila euro aggiuntivi per la sicurezza dei cittadini (richiesta del Pdl bocciata, ndr) non li hanno trovati. Per questo votiamo contro”.
GIANFRANCO CHIACCHIERONI (PD): “PER PORTARE A TERMINE LE RIFORME SERVE UNO SFORZO UNITARIO - la discussione su questo importantissimo atto avviene all'interno di una crisi economica che ha creato e sta creando una fortissima emergenza alla quale bisogna concretamente rispondere. In questo contesto non ha certo contribuito l'emergenza istituzionale delle ultime settimane caratterizzata dall'uscita di alcuni gruppi politici dal governo di questo Consiglio. Oggi, più che mai, è necessario affrontare questa situazione attraverso una discussione politica responsabile che possa portare ad atti il più possibile condivisi. Non possiamo permetterci di vanificare lo sforzo che sta compiendo il Governo Monti. Come a livello centrale, anche qui bisogna intelligentemente unire le forze e prenderci ognuno le nostre responsabilità di fronte ai cittadini. Per portare a termine le riforme serve uno sforzo unitario, convergenze concrete. Le vicende legate al 'credit crunch' rappresentano il problema dei problemi. Noi siamo chiamati, con assoluta urgenza, a dare le giuste risposte in questo campo, ne va della vita delle imprese e della loro sopravvivenza, spesso legata ad un sottilissimo confine tra un futuro possibile o la irreversibilità. E dopo l'approvazione di questo atto, sarà importante che quest'Aula possa occuparsi, in modo specifico, della situazioni difficili in cui si trovano molte nostre imprese, dando vita alla messa in campo di ogni riforma necessaria che possa rispondere concretamente per la salvaguardia della nostra economia regionale”.
GIANLUCA ROSSI, ASSESSORE AL BILANCIO: “Con questo bilancio di fatto si chiude una fase politica e se ne apre un’altra, in cui accanto al rigore, al contenimento della spesa e dei costi della Pubblica amministrazione devono esserci interventi che tendono a far ripartire il nostro Paese per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo, mantenendo un livello di coesione sociale adeguato alla tradizione, alla cultura della nostra Regione. Il Consiglio regionale, soprattutto a proposito di salute e sanità, deve dimostrare un po’ di autonomia rispetto anche nella valutazione di alcune scelte e ad alcune decisioni che ha anche assunto la Giunta regionale perché non è mai positivo farsi tirare la giacchetta da qualche interesse di parte, seppur rispettabile e nobile come i casi che ho sentito riecheggiare. E a proposito della salute dei cittadini e della massa finanziaria che il bilancio dedica a questo settore, non si può prescindere dal dato che colloca l’Umbria ai vertici del panorama nazionale sullo stato di salute per i cosiddetti conti in equilibrio del sistema sanitario regionale, così come il fatto di aver sempre rispettato il Patto di stabilità, di avere tenuto anche la capacità di indebitamento al di sotto del limite consentito dalla legge, adesso siamo entrati all’interno di una fase complessa e difficile per effetto delle norme che si sono succedute a livello nazionale e che hanno inciso fortemente sulla capacità di indebitamento e su quella potenziale capacità che l’Umbria aveva residuato e aveva anche programmato. Il fatto di essere stati sempre al di sotto di quella capacità di indebitamento è un elemento di positività delle scelte compiute in questi anni. Così come l'aver anticipato alcune scelte in modo lungimirante sui cosiddetti costi di funzionamento del nostro Ente, e avere consentito sostanzialmente di riportare i costi per la spesa del personale a dieci anni indietro, risparmiando milioni di euro, destinandoli a quelle scelte selettive, prioritarie è un elemento di assoluta virtuosità. Sento dire che vanno fatti interventi selettivi a favore delle imprese: ricordo che l’Umbria ha 9 mila imprese, noi interverremo su 2500 imprese. È chiaro devono essere selettivi nelle scelte, questo lo condivido, nelle scelte politiche che stanno a monte degli interventi dello sviluppo, della crescita dell’impresa umbra, e credo che questo bilancio che non può essere letto in combinato con gli interventi attraverso le risorse comunitarie sia sul versante sociale perché alle risorse che noi destiniamo per le politiche di coesione sociale, per le famiglie umbre, non possiamo non aggiungerci il fatto che, sostanzialmente, di sette anni della programmazione comunitaria del fondo sociale europeo, che è fatta di circa 250 milioni di euro un anno e mezzo lo abbiamo dovuto destinare alle politiche passive, cioè agli ammortizzatori sociali, un anno e mezzo di quella programmazione comunitaria, su sette anni. Gli interventi per lo sviluppo oramai sono tutti interventi di cui l'Umbria non beneficia: non c’è più un euro del bilancio regionale e dei trasferimenti statali a sostegno delle imprese. Abbiamo messo a disposizione sia con Gepafin che attraverso i sistemi dei confidi, circa 300 milioni di euro di garanzie a sostegno delle imprese e stiamo ragionando di una ricapitalizzazione, entro il 2012, che consentirà a Gepafin di poter non solo raggiungere quell’obiettivo di riforma compiuta, il famoso soggetto ex 107, ma anche l’utilizzo di maggiori risorse a disposizione delle imprese per l’accesso al credito. In tutto questo va ricordato che l’Umbria fra il 2010 e il 2012 sconta 160 milioni in meno di potenziale spesa per le ristrettezze sul Patto di Stabilità: è necessario che le Regioni virtuose, che hanno la possibilità di spendere, che hanno la possibilità di indebitarsi, perché sono state virtuose nel corso degli anni, possano farlo. E allora verso le famiglie e le imprese, sarà possibile ovviamente ad avere a disposizione quelle risorse che noi avremmo, e che non possiamo mettere a disposizione degli umbri per una logica assolutamente sbagliata e che accomuna sostanzialmente tutto il sistema pubblico alla stessa maniera. Sul tema della sicurezza deve essere evitata le demagogia: affisso a Perugia c’è il manifesto di un partito che dice: senza sicurezza non c’è solidarietà. Io la penso esattamente l’opposto. Fino a che è così, è così, e quindi se ho un euro io lo metto per le politiche di coesione, lo metto per la solidarietà. Le difficoltà dell’integrazione, la difficoltà delle famiglie, diventano ovviamente un brodo di coltura in cui crescono inevitabilmente anche i germi della insicurezza, dell’egoismo, e anche della criminalità. Se sarà necessario, ovviamente, la Giunta regionale dentro un confronto con gli organi dello Stato, le forze dell'ordine e tutti coloro i quali sono deputati a questo tema saremo disponibili a fare tutti gli sforzi e a compiere tutte le scelte necessarie per la sicurezza dei nostri cittadini. AS/GC/PG/MP
