CONSIGLIO REGIONALE (1): STATO DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI LEGISLATURA – LE RELAZIONI DELLA PRESIDENTE MARINI E DEI PORTAVOCE MODENA (PLD – LEGA) E MONACELLI (UDC)

Si sta svolgendo a Palazzo Cesaroni la seduta del Consiglio regionale dedicata allo stato di attuazione del programma nel primo anno della legislatura regionale. I lavori sono stati aperti dalle relazioni del presidente della Giunta, Catiuscia Marini, e dei portavoce delle opposizioni: Fiammetta Modena (Pdl – Lega) e Sandra Monacelli (Udc).

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12 Lug 2011 01:00

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(Acs) Perugia, 12 luglio 2011 – Lo stato di attuazione del programma nel primo anno della legislatura regionale è oggi in discussione in Consiglio regionale. Alla relazione della presidente della Giunta, Catiuscia Marini, hanno fatto seguito quelle dei portavoce delle opposizioni Fiammetta Modena (Pdl – Lega) e Sandra Monacelli (Udc). I lavori si concluderanno, dopo il dibattito, con la presentazione e il voto di 4 distinte mozioni

CATIUSCIA MARINI (PRESIDENTE DELLA GIUNTA): “UN ANNO DEDICATO A MITIGARE GLI EFFETTI DELLA CRISI; IN AUTUNNO DOVREMO RIAGGIORNARE I PROGRAMMI PERCHÉ L'INTERA LEGISLATURA SARÀ CONDIZIONATA DAL NUOVO QUADRO FINANZIARIO NAZIONALE” - Devo necessariamente partire dal contesto nazionale con l'attacco speculativo all'euro alla borsa italiana e con riferimento all'appello alla coesione istituzionale del presidente Napolitano. L'intera legislatura regionale sarà condizionata dal quadro complessivo dei provvedimenti, dalle politiche di bilancio nei confronti di enti locali e Regioni. Non escludo che in autunno presenteremo un aggiornamento del programma, in particolare sulla sanità (18 miliardi di euro in meno nella manovra) e sui tagli agli investimenti di fatto bloccati dal ministero su infrastrutture, investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie. Nei prossimi mesi anche i Consigli regionali dovranno assumere drastiche decisioni su politiche e programmi regionali. L'Umbria nel 2009 ha perduto il Pil del 5,9 per cento e della occupazione, caduta anche nel 2010 con una frenata in alcuni settori. Alcune decisioni prese con altre Regioni sul federalismo fiscale ad inizio 2010, con la definizione di parametri e livelli Led e Lep, subiranno una fortissima battuta d'arresto per effetto della impostazione della manovra che ostacolerà il percorso federalista. La vecchia manovra ha già ridotto nel 2010 forti effetti, con meno di 100 milioni nel 2011 e di 126 nel 2012. La stretta sul patto di stabilità interno ha determinato in Umbria una contrazione dei pagamenti da 710 milioni di euro che nel 2011 saranno 610, ulteriormente ridotti dalla manovra in corso. Questo ha comportato riduzioni delle spese con minori acquisti per le gestioni correnti; nell'acquisto di strumenti informatici, di automezzi; con la sospensione di prove concorsuali già avviate e il dimezzamento degli incarichi esterni e degli obiettivi fissati con lo stesso Governo. Nonostante ciò l'Umbria ha superato questo stress finanziario, avendo i propri conti in ordine e una solidità finanziaria e patrimoniale che ci collocano fra le cinque regioni più virtuose e le stesse agenzie di valutazione lo confermano anche nel 2010, sulla liquidità e capacità di cassa, soprattutto alla voce spesa sanitaria. Una riflessione sul primo anno ci spinge a valutare le scelte programmatiche assunte ad inizio legislatura per ridefinirle e rapportarle al nuovo quadro radicalmente diverso da quello che avevamo in mente al momento di fare il programma dei cinque anni. Nel primo anno di legislatura abbiamo scelto di ri-orientare gli strumenti dei programmi di coesione alla luce di tutto ciò e della politica comunitaria di Europa 2020. Per l'Umbria ciò ha comportato tre azioni di fondo: contrasto alla crisi economica, accompagnamento delle piccole e medie imprese, e con il Fse di sostegno a lavoratori (giovani donne e disoccupati) per politiche attive del lavoro.

Il Piano operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale, colloca l'Umbria fra le primissime regioni europee, con risorse impegnate per il 40 per cento del totale e pagamenti superiori al 17 per cento. Bene anche sul fondo sociale europeo, con risorse impegnate al 37 per cento e capacità di spesa oltre il 19. Il Piano di Sviluppo rurale, colloca l'Umbria al primo posto fra le Regioni italiane per efficienza di spesa con 56 milioni di euro. Nel 2010, sono state presentate 6.160 domande, di cui 5.208 ammesse a finanziamento; sul Fondo Aree sottoutilizzate sono stati definiti accordi a giugno per finanziare infrastrutture innovative e tecnologiche, centri storici, beni culturali, turismo: tutti strategici per la ripresa, ma che ora troverà una nuova battuta di arresto. All'esame del Consiglio c'è il disegno di legge sulle semplificazione che è stato ideato, pur in mancanza di un riferimento nazionale, in linea con alcuni obiettivi strategici di Europa 2020. Agisce e semplifica su edilizia, urbanistica, commercio, attività produttive e punta ad abbattere gli oneri amministrativi del 25 per cento entro il 2012. Un accordo con le Province sul riordino delle funzioni amministrative e gestionali in capo agli enti elettivi che arriverà in Consiglio porterà ad una riduzione di spesa pubblica complessiva soprattutto del personale. Nel corso del primo anno abbiamo mirato a mitigare l'impatto della crisi sulle imprese, non solo con il cofinanziamento degli ammortizzatori in deroga, confermando al governo la possibilità di proseguire anche negli anni successivi. Sono stati aiutati i soggetti espulsi dal lavoro con risorse per circa 7.200 lavoratori. La Cig in deroga ha consentito di sostenere sopratutto operai (81 per cento), con meno di 35 anni (40 per cento) pochi laureati, meno del 3 per cento. Nel 2010 sono stati attivati bandi per lavoratori espulsi dal mercato del lavoro (43 per cento donne) e per il loro ricollocamento. La crisi ha colpito in modo sensibile l'area del precariato per la quale non esistono strumenti di copertura. In 200 aziende si è proceduto alla stabilizzazione di posti di lavoro per un costo di 3,2 milioni di euro. Sono stati utilizzati 121 milioni di euro in 1.042 imprese, per ripristinare attività aziendali ed accompagnare alcuni investimenti. Nell'aggiornamento che faremo a settembre valuteremo gli effetti del restringimento del credito e le conseguenti misure necessarie . In questo contesto, con riferimento alle politiche industriali e del lavoro, la Giunta non ha rinunciato a fare politiche di sviluppo in direzione della innovazione (170 imprese coinvolte) con importi complessivi per circa 17 milioni di euro. Sulla Filiera turismo ambiente cultura abbiamo agito nell'ambito del progetto di sviluppo rurale con mille aziende ammesse nella agricoltura biologica. Siamo la prima Regione ad adottare il piano paesaggistico come visione strategica e di sviluppo economico della Regione. Con la legge 12 (centri storici) stiamo operando per la rivalutazione dei centri storici, anche prevedendo il mantenimento delle piccole attività commerciali.

CULTURA: non abbiamo ridotto i finanziamenti alle grandi manifestazioni regionali ma abbiamo cercato di contrastare i tagli ad esempio al Teatro stabile dell'Umbria. Dò atto al ministro Galan di essere riuscito a sottrarre il suo ministero ad ulteriori tagli della manovra. AGRICOLTURA: nel 2010 operativo il fondo Gepafin per circa 5 milioni di euro per garantire 235 interventi aziendali; ma anche per accelerare i pagamenti della Agea. SCUOLA: stiamo sostenendo con nostre risorse la gestione didattica e ricerca. Nel 2010 siamo intervenuti nel sistema universitario assicurando la totalità delle borse di studio degli studenti aventi diritto. INFRASTRUTTURE: la manovra ci impone di ridefinire la programmazione e le modalità di attuazione di finanziamento dei settori ferroviario e stradale. RIFIUTI: la Giunta sta operando per far sì che i 19 comuni con più di 10mila abitanti possano fare la raccolta differenziata attivando il porta a porta. Pensiamo a meccanismi sanzionatori per chi non raggiunge gli obiettivi fissati. Il 2011 sarà l'anno del monitoraggio su quei dati dovremo definire i meccanismo penalizzanti ed incentivanti rispetto ai depositi in discarica dei comuni suddetti. Quindi meccanismo penalizzanti ed incentivanti come la migliore risposta anche a chi pensa di utilizzare nuove tecnologie. SANITÀ E WELFARE: siamo in sostanziale equilibrio. Abbiamo comunque messo in cantiere l'ammodernamento dell'Ospedale di Terni e del potenziamento di Narni-Amelia. Sul versante della non autosufficienza la Giunta garantisce la copertura per gli anni 2010 e 2011 e questo permetterà di far partire la legge. È chiaro che non si può fare una discussione sui risultati di un anno a fronte di questo scenario. Questo ci impone di aggiornare la nostra discussione dopo la manovra”.

FIAMMETTA MODENA (PDL – LEGA): “UN PRIMO ANNO DI LEGISLATURA MALINCONICO E UN PO' BUIO - Un anno segnato dallo scontro tra le Regioni e il Governo nazionale per i tagli previsti dalla manovra finanziaria: dopo 12 mesi si è invece arrivati ad un atteggiamento di collaborazione per affrontare la crisi. Questo dimostra che la polemica di un anno fa era strumentale e non abbastanza lungimirante da capire come il quadro stava cambiando. Appena dopo lo scontro tra Giunta e opposizione sui tagli, nell'ottobre del 2010 la Regione si è trovata avvitata nella vicenda delle dimissioni dell'assessore Riommi, che ha lasciato vuoto l'assessorato alla sanità fino ad oggi, con conseguenze non indifferenti da un punto di vista politico e programmatico. Ci aspettavamo una risposta nel Dap e nel Bilancio regionale, mentre invece in quei documenti non c'erano risposte: in un anno è stata fatta la riforma dell'Ater (che è venuta pure male), le Comunità montane sono già finanziate per il 2011 (8 milioni di euro), la riforma dell'organizzazione regionale ha alla fine determinato un nulla di fatto in termini di efficienza e una spesa invariata (1,2 milioni di euro annui). Sono stati affrontati i nodi delle consulenze, delle auto blu, dei contratti a tempo determinato, delle spese di rappresentanza ma solo in seguito alla manovra economica dello scorso anno. Provvedimenti assunti senza spiegare che si trattava di misure partite dal Governo nazionale. Di riforme endoregionali non si è parlato mentre sono già stati stanziati 2,4 milioni per Sviluppumbria. Le misure più rilevanti sono state quindi rinviate e i fondi sono stati stanziati solo per la semplificazione e l'artigianato. Il collegato al bilancio non è stato votato da una parte della maggioranza (problema rifiuti) e il Governo ha impugnato alcuni articoli del Collegato stesso: quelli sull'Irap e sulle assunzioni in sanità.

La questione rifiuti che divide la maggioranza è stata spiegata dall'assessore Silvano Rometti sul Corriere della sera: 'la Campania non ha pagato i 2 milioni di euro che ci doveva e delle 7 discariche dell'Umbria 4 sono piene e 3 sono in via di esaurimento'. L'esistenza di un problema nella gestione dei rifiuti va spiegato ai cittadini, che altrimenti non sono disposti a collaborare nella raccolta differenziata e porta a porta. Dopo il bilancio siete rimasti attorcigliati per 3 mesi nelle questioni dei Santi nello Statuto (a ulteriore dimostrazione dei rapporti difficili tra la presidenza della Giunta e quella del Consiglio, con una discussione strutturalmente inutile) e delle inchieste giudiziarie, che hanno bloccato l'attività concreta della Giunta, nel passaggio tra le vicende del presidente del Consiglio, quelle dell'Enac e di Rosi e Lorenzetti. Come opposizione abbiamo denunciato il quadro desolante legato alle inchieste giudiziarie, ci siamo messi in prima linea per la questione della mafia, della droga, della Ru 486. In questo scorcio di anno, a fronte di un sostanziale immobilismo della Regione, andrebbero affrontate in modo prioritario le questioni delle liste di attesa (per cui la Regione è in affanno) e della riorganizzazione della macchina pubblica”.

SANDRA MONACELLI (UDC): “INVECE DI CORRERE CON L’ENTUSIASMO DEL PRIMO ANNO DI LEGISLATURA SI CAMMINA LENTAMENTE PER LA PAURA DI SBAGLIARE. E E LO SI FA PURTROPPO CON LA TESTA RIVOLTA ALL’INDIETRO - Una visione ideologica inguaribilmente statalista continua a condizionare le impostazioni politiche di chi governa questa regione, alimentando un immobilismo fatto di logiche logore e prassi incrostate. Le linee programmatiche presentate un anno fa dalla presidente Marini accesero speranze di alleggerimento della macchina pubblica: oggi vediamo che l'iter della semplificazione è appena iniziato mentre allora non mancarono grosse enunciazioni che lasciavano presagire una stagione intensa di riforme, di discontinuità e rivoluzionari processi di semplificazione volti all'efficienza e all'efficacia dell'azione amministrativa. Alle difficoltà imputabili alla situazione generale, vanno aggiunte le vicende umbre, costellate da divisioni interne alla maggioranza e dall’esplosione di vicende giudiziarie che hanno rallentato e compromesso l’unitarietà dell’azione amministrativa. Questo Consiglio regionale risulta affetto da un'ansia da prestazione, nella quale la speranza di potersi esprimere appieno si scontra con le logiche di rinvio permanente, dove lo spazio per la mediazione prevede sempre un'estensione dei tempi che non sono mai uguali a quelli promessi. La riforma ha ridotto l'articolazione dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale da due ad una, ma il risparmio conseguito non è stato in linea direttamente proporzionale alla divisione praticata. La questione della chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso il trattamento termico è stata tatticamente accantonata per essere successivamente riproposta dalla Giunta. Ora questo dibattito è stato accantonato nuovamente e al suo posto è stata elaborata una proposta di regolamento per l’applicazione delle sanzioni agli Ambiti che non hanno raggiunto gli obiettivi minimi di raccolta differenziata: 50 per cento al 2010, 65 per cento al 2012. Eppure nonostante le minacce di sanzioni nei giorni scorsi dalle parti dell’Italia dei valori si è gridato al fallimento del Piano dei rifiuti regionale, a causa delle percentuali di differenziata nei Comuni umbri ben lontana dagli obiettivi preposti.

La messa in leva della “risorsa umbra”, intesa come filiera turismo-ambiente-cultura e l’agricoltura di qualità per lo sviluppo sostenibile risente ancora degli errori e dei ritardi accumulati. Per anni si è puntato sulla promozione della nostra regione facendola a pezzi, con territori troppo spesso in lotta si sono contesi turisti e mercati. Sul fronte della sanità i buoni risultati conseguiti nella qualità dei servizi, ottenuta salvaguardando l’equilibrio finanziario, debbono essere oggi maggiormente ispirati dalla volontà di un suo ripensamento in ordine alle misure previste per il settore sanitario. Occorre investire nelle cure domiciliari che, oltre a migliorare la qualità della vita per i pazienti, consentono anche un notevole risparmio sui costi dell'alternativa ospedaliera o assistenziale. Un anno fa avrei scommesso che l’accelerazione sulle riforme sarebbe stata massima, oggi riscontro purtroppo che ha prevalso la logica del vorrei ma non posso, quella che con scarso coraggio ha impedito di gettare il cuore al di là dell’ostacolo, rendendolo prigioniero dell’eredità passata. Resta da verificare se dopo questo primo anno piuttosto grigio, fatto di annunci e buone intenzioni, possano finalmente concretizzarsi, anziché definitivamente sbiadirsi, quegli interventi decisivi di sviluppo che l’Umbria attende”. GC/MP

Ultimo aggiornamento: 13/07/2011