(Acs) Perugia, 13 gennaio 2011 - La Commissione per le riforme statutarie e regolamentari del Consiglio regionale dell'Umbria, presieduta da Andrea Smacchi, ha approvato all'unanimità il programma dei lavori e le linee programmatiche da seguire nella revisione dello Statuto. Il documento passerà ora all'Aula per la ratifica definitiva.
Tra le priorità individuate nel programma figurano il Centro per le pari opportunità (“resta indefinita e da chiarire la collocazione dell'organo nell'alveo della Giunta o del Consiglio”), il Consiglio delle autonomie locali (inquadrare meglio il suo rapporto con i titolari del potere legislativo ed esecutivo; valutare l'utilità di caratterizzarlo maggiormente quale strumento di consultazione di uno dei due principali organi regionali”) e gli Istituti di partecipazione (“stante la scarsa utilità di ripetere in Consiglio regionale una fase di consultazione già espletata in fase di preadozione degli atti da parte dell'Esecutivo, si potrebbe ipotizzare di concentrare la fase partecipativa consiliare nei confronti di soggetti diffusi anche attraverso forme di contatto nuove rispetto a quelle tradizionali”).
Il programma dei lavori prevede un pacchetto di modifiche prioritarie (inerenti ad eventuali parti della Carta rimaste inapplicate) da portare all'attenzione dell'Aula di Palazzo Cesaroni entro l'estate 2011, mentre altri interventi avranno un iter più lungo e complesso, che dovrà comprendere anche una fase di consultazione e partecipazione con la comunità regionale.
Per quanto concerne la prima parte dei lavori è stata ipotizzata una fase di confronto con la Commissione di garanzia statutaria, un organismo previsto dalla legge regionale n. 27/ 2007 che ha il compito (su richiesta del presidente della Giunta regionale, del presidente del Consiglio o di un terzo dei consiglieri regionali) di esprimere pareri motivati sulla conformità allo Statuto delle leggi e dei regolamenti regionali, sulle questioni interpretative delle norme statutarie e sull'ammissibilità delle proposte di referendum regionali.
Le modifiche vere e proprie allo Statuto regionale partiranno dall'analisi delle singole norme statutarie, per poi apportare eventuali modifiche tese a rafforzare il ruolo del Consiglio regionale. In seguito verranno esaminate ed elaborate (sulla base delle priorità e della tempistica definita dalla Commissione per le riforme statutarie) le proposte di revisione dello Statuto provenienti dai soggetti interessati. MP/