Commissione antimafia: audizione del Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Perugia, Sergio Sottani

Incontro stamani a Palazzo Cesaroni della Commissione d'Inchiesta “Analisi e studi su criminalità organizzata e infiltrazioni mafiose, corruzione, riciclaggio, narcotraffico e spaccio di stupefacenti” per approfondire le tematiche oggetto dell’attività dell’organo dell’Assemblea legislativa dell’Umbria

Data:

04 Giu 2025 15:18

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(Acs) Perugia, 4 giugno 2025 – La Commissione d'Inchiesta su “Analisi e studi su criminalità organizzata e infiltrazioni mafiose, corruzione, riciclaggio, narcotraffico e spaccio di stupefacenti”, presieduta da Fabrizio Ricci, ha incontrato stamani a palazzo Cesaroni il Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Perugia, Sergio Sottani, per approfondire le tematiche oggetto dell'attività della Commissione d'inchiesta dell’Assemblea legislativa dell’Umbria in merito alla presenza di criminalità organizzata e di fenomeni quali lo spaccio di stupefacenti, il riciclaggio di denaro e le possibili infiltrazioni nell’amministrazione della cosa pubblica e negli appalti.

“In Umbria – ha detto il Procuratore generale – non vi sono conferme giurisprudenziali che possano far pensare a un radicamento come controllo mafioso del territorio, come invece risulta evidente in altre regioni. Anzi, l’Umbria può dire con orgoglio che qui non c’è omertà, come altrove. Questo non vuol dire che il fenomeno non ci sia, quindi spetta alla magistratura e alle forze di polizia prestare la massima attenzione a ogni segnale. C’è un rischio – ha aggiunto – che associazioni criminali non riconducibili alla mafia, come quella nigeriana, che gestisce traffici di droga, possano entrare in contatto con essa”.

Sul tema del recupero dei beni confiscati, il Procuratore generale ha rilevato criticità: “in molti casi i beni vengono tolti in quanto risultano affidati a dei prestanome. In altri casi un bene confiscato anziché una risorsa da utilizzare diventa un problema difficile da gestire perché non tutte le amministrazioni pubbliche possono sostenere le relative spese. Piccolo è bello ma molti Comuni sono troppo piccoli, molti non hanno competenze per poter svolgere questo tipo di attività né le possibilità tecniche e finanziarie, servirebbe un lavoro fra Comuni e sarebbe fondamentale avere una prima mappatura dei beni stessi”.

“Il quadro d’insieme che il Procuratore generale ci ha rappresentato – ha detto il presidente Fabrizio Ricci - è per noi uno sprone a proseguire nel lavoro di analisi che come Commissione d’inchiesta stiamo portando avanti su questo fenomeno mutevole e mutato nel tempo, che si sostanzia in ‘segnali’ su cui mantenere alta l’attenzione che indubbiamente ci sono, soprattutto in diversi settori dell’economia. Importante una mappatura dei beni confiscati e del loro utilizzo, che è uno degli obiettivi che la Commissione persegue, nel suo ruolo di studio e analisi dell’esistente, oltre che contribuire a mettere in rete i vari soggetti coinvolti che, senza una adeguata rete che li sostenga, andrebbero incontro a problemi di difficile gestione”.

Il presidente della Commissione, Fabrizio Ricci, e i commissari Letizia Michelini-PD, Bianca Maria Tagliaferri-PPUD, Luca Simonetti-M5s, Donatella Tesei-Lega e Andrea Romizi-FI hanno poi discusso con il Procuratore generale della Repubblica sulle attività da mettere in campo per preservare dalla corruzione o da eventuali infiltrazioni gli appalti pubblici o la stessa Pubblica amministrazione e sulle attività coordinate di formazione per la prevenzione non solo del fenomeno mafioso ma anche sul disagio giovanile e sul ruolo sempre maggiore giocato dai social, non solo per quanto riguarda la diffusione di propaganda terroristica online, ma anche relativamente alla capacità della mafia di infilarsi e interagire sui social, visti ormai come luogo dove fare proselitismo approfittando della vulnerabilità dei più giovani. PG

Ultimo aggiornamento: 05/06/2025