(Acs) Perugia, 17 dicembre 2012 - “Le richieste di Pannella sono giustissime e da me condivise, chi di dovere risponda favorevolmente, subito. A Marco, che conosco, mi sento di dire 'fermati', dai ascolto ai tuoi medici, perché c'è ancora tanto bisogno della tua forza, della tua intelligenza, della tua voglia di lottare per i diritti sacrosanti dei detenuti e non solo. Se non ti fermi non potrai più farlo”. Così il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista Umbro) che lancia questo suo appello cogliendo l'occasione della visita-incontro effettuata stamani alla Casa circondariale di Terni quale componente della delegazione del Consiglio regionale dell'Umbria guidata dal presidente Eros Brega delegazione.
“Nella visita/incontro con la dirigenza e il personale – spiega Goracci - abbiamo discusso in primo luogo della carenza assoluta e preoccupante di personale e qui, in maniera asciutta, mi permetto di dire che è assurdo 'aprire' un nuovo padiglione se prima non viene garantito un adeguato numero di addetti di polizia penitenziaria. Ma in questa occasione sento anche il dovere di parlare dello stato di salute di Marco Pannella e della causa per cui da una settimana è in sciopero della fame e della sete, in un a condizione ormai di rischio per la sua vita”.
Goracci spiega dice che da “comunista non pentito”, ha spesso e su molti aspetti contrastato Pannella e i radicali per le loro politiche “filo Atlantiche (e di guerra), per il liberismo sfrenato, per le politiche filoindustriali ostili ai diritti dei lavoratori e per il loro frequente plauso ai vari 'massacri sociali', ma non posso non ricordare e dare atto che sui temi civili sia Pannella che i radicali sono sempre stati all'avanguardia, con coraggio e coerenza. Ora – prosegue il consigliere regionale – il leader radicale sta rischiando la vita per sollecitare risposte sulla situazione delle carceri in Italia, chiede al Governo e a chi di dovere di pronunciarsi sul diritto di voto dei detenuti, denuncia l'incivile situazione (richiamata anche dal presidente della Repubblica Napolitano) del sovraffollamento che vede la presenza di 67mila detenuti a fronte di una capienza massima prevista di circa 45mila, con il 40 per cento di detenuti in attesa di giudizio. Molti detenuti – aggiunge Goracci - sono 'dentro' per reati che potrebbero e dovrebbero essere scontati con pene alternative al carcere. Il grado di civiltà di un Paese – conclude - si misura anche da come tratta i cittadini che scontano una pena, e non va mai dimenticato che nella nostra Costituzione il carcere dovrebbe avere funzione rieducativa, riabilitativa e di reinserimento nella società. Tutte cose ad oggi impensabili. Anzi, spesso la realtà è l'esatto contrario”. RED/tb