(Acs) Perugia, 6 agosto 2010 – “Nel carcere di Capanne vi sono 567 detenuti di cui 86 donne, 3 delle quali detenute con prole, e 14 detenuti in stato di semilibertà, a fronte di una capienza tollerabile di sole 506 unità, 64 per quanto riguarda la sezione femminile. Una situazione di sovraffollamento complicata da gestire, soprattutto per le ridotte risorse organiche di polizia penitenziaria, che sono alle prese con il problema della sicurezza ma anche con la disperazione, la depressione e le difficoltà di comunicazione fra i diversi usi e costumi delle oltre 30 etnie differenti presenti all’interno dell’istituto. Nonostante ciò, un meritato elogio ed apprezzamento deve essere rivolto a tutto il personale di Polizia penitenziaria che con impegno e dedizione, spesso mettendo anche a repentaglio la propria incolumità, continua a portare avanti il proprio lavoro, sia pure in condizioni disagiate”. Questa la disamina del consigliere regionale del Pdl Massimo Monni, recatosi per un sopralluogo al carcere di Perugia al fine di verificare le condizioni di vita della popolazione detenuta. “Nonostante la struttura di Capanne risulti adeguata – prosegue - a quanto previsto dal nuovo regolamento penitenziario, con celle a norma, bagno e doccia in camera, acqua calda, il fatto che circa il 50 per cento della popolazione carceraria sia costituito da cittadini stranieri non permette di rendere vivibile il soggiorno in celle che sono di circa 26 metri quadri ed arrivano ad ospitare fino a 6 detenuti con letti a castello o materassi in terra, quindi al limite della decenza”.
“In servizio – continua Monni - come forza presente di Polizia penitenziaria vi sono 246 unità, comprese 5 in servizio in missione, provenienti dalla scuole di Formazione e aggiornamento di Monastir ad Aversa, che finiranno il 30 settembre prossimo. Inoltre sono in forza 16 unità di Polizia penitenziaria, compreso il coordinatore, addetti al locale Nucleo traduzioni e piantonamenti. Tanto per approfondire a livello numerico il disagio del personale in servizio, si sottolinea che le traduzioni effettuate dal primo gennaio a tutt'oggi sono 683, con una movimentazione di 1449 detenuti tradotti. Il tutto ha reso necessario l'impiego di 2mila 608 unità di Polizia Penitenziaria. Un numero considerevole, che evidenzia senza mezzi termini il sotto organico del personale, costretto a turnazioni lavorative estenuanti e stressanti, con ore di lavoro straordinario proprio per la carenza di personale. Ecco perché – conclude - sono da elogiare, così come coloro i quali, all'interno dell'Istituto, portano avanti mansioni di volontariato. Grazie a queste figure infatti i detenuti hanno la possibilità di seguire attività culturali, lezioni di canto, scolastiche, servizi di parrucchiera e barbiere. Infine va detto che il cappellano visita il carcere quasi quotidianamente”. RED/pg