CACCIA: “I CRITERI CHE HANNO ISPIRATO IL CALENDARIO VENATORIO SONO QUELLI DELLA RICERCA DI UN FACILE ‘CONSENSO’” – PER ROSI (PDL) “REGOLE STRAVOLTE E POSTE AL SERVIZIO DELL’INTERESSE DI POCHI”

 

Il consigliere Maria Rosi (Pdl) polemizza con l’assessore regionale alla caccia Fernanda Cecchini sui contenuti del nuovo calendario venatorio. Per Rosi i cacciatori chiedono di poter praticare una caccia sana, programmata razionalmente, un’attività venatoria dal preminente carattere conservativo, ma al contrario di ciò, ogni anno – secondo l’esponente del Pdl -, “le regole vengono stravolte e poste al servizio di pochi interessi, in barba alla scienza, all’impegno, alle tradizioni e alla sana passione venatoria di migliaia di cittadini umbri”.

Data:

11 Giu 2011 01:00

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 (Acs) Perugia, 11 giugno 2011 - “Il Calendario Venatorio ‘preadottato’ dalla Giunta regionale sembra essere frutto di una logica che considera ‘carta straccia’ ciò non riscuote consenso, siano essi criteri scientifici ponderati e rispettoso delle tradizioni, o scelte razionali e frutto di seria programmazione”. Il consigliere regionale Maria Rosi (Pdl) polemizza con l’assessore regionale alla caccia Fernanda Cecchini sui contenuti del nuovo calendario venatorio e ricorda che i cacciatori umbri “chiedono da sempre, regole semplici, scientifiche e certe nel rispetto dell’ambiente, della fauna e della flora che lo popola. Principi giusti e concreti, sacrificati sull’altare del ‘consenso’, quello che viene perseguito come fine e come base fonte di privilegio! In una parola quando il privilegio diventa strategia politica ”.


 

Secondo Rosi, i cacciatori chiedono di poter praticare “una caccia sana, programmata razionalmente, senza alcun preconcetto, un’attività venatoria dal preminente carattere conservativo. Al contrario di ciò ogni anno – sottolinea -, le regole vengono stravolte e poste al servizio di pochi interessi, in barba alla scienza, all’impegno, alle tradizioni e alla sana passione venatoria di migliaia di cittadini umbri”. Rispetto a tutto ciò, l’esponente del Pdl pone una serie di quesiti all’assessore Cecchini. In primo luogo Rosi chiede di sapere per quale motivo durante le recenti riunioni con i cacciatori la rappresentante della Giunta “parla solo di ‘apertura unica’ e non entra nei dettagli (o meglio meandri ) del calendario preadottato, e a quale fondamento scientifico si è ispirata nel fissare l’apertura alla terza domenica di settembre”.

 

L’esponente del Pdl chiede poi di conoscere “la logica, le osservazioni e gli studi seguiti nell’inserire i cosiddetti ‘estatini’ (quaglia e tortora) quando si fissa l’apertura ad una data in cui questa selvaggina non sarà più presente perché già migrata. E perché al colombaccio sono stati attribuiti periodi di caccia diversi”. Rosi vuol conoscere, inoltre, le motivazioni che consentono a “un istituto privato di conduzione della caccia di godere di una regolamentazione diversa, più vantaggiosa, circa il prelievo della selvaggina migratoria”; e se l’Osservatorio regionale, “o chi per esso, si è potuto esprimere sulle quantità annue, e come mai, sebbene per anni richiesto, non è mai stato possibile fissare il concetto di modica quantità in seno all’eterna discussione sulle deroghe per procedere poi alla loro attuazione. Ed ancora, come è possibile, visti danni provocati, “non considerare la preminenza dell’interesse agro-forestale circa la deroga alla specie storno”.

 

Nelle sue richieste all’assessore, il consigliere Maria Rosi aggiunge anche il fatto che “dal 1989 il passero non è più cacciabile e, oggi, è quasi scomparso. E’ possibile – incalza - che gli scienziati, che l’hanno consigliata a fissare anche il carniere della specie beccaccia, non se ne siano accorti e siano così indietro ad individuarne la ragione”? Rosi trova “strano”, inoltre, che gli studiosi cui si è rivolta l’assessore alla caccia “non abbiano valutato il danno di specie fortemente impattanti : gazza, cornacchia grigia, volpe, nutria. Come pure è singolare che non si sia pensato a ridisegnare le regole della caccia al cinghiale. Ed è strano – afferma Rosi - che nessuno sia d’accordo su questo calendario, ma poi qualcuno avrà pure votato a favore: mi comunichi dunque i dettagli della votazione e l’origine delle proposte. Caro assessore – conclude -, potrei continuare a porre quesiti, ma credo che questi siano sufficienti e le ricordo che qualora non volesse fornire risposta confermerà la mia ipotesi: l’estensore unico del calendario venatorio è il ‘consenso’”. RED/

Ultimo aggiornamento: 13/06/2011