(Acs) Perugia, 10 gennaio 2011 - “I provvedimenti assunti, in conformità alla normativa regolamentare prevista dalla Regione, sono contrari alla legge, alla giurisprudenza e alla dottrina prevalente. Sono le conclusioni a cui giunge la Corte dei Conti nella sua relazione sulla gestione finanziaria e contabile della Regione Umbria per l’esercizio 2009, in riferimento alle consulenze e agli incarichi esterni affidati dall’ente”.
A darne notizia è il consigliere regionale di Futuro e libertà, Franco Zaffini, già firmatario di diverse interrogazioni proprio sugli affidamenti esterni e sulla mancata razionalizzazione delle risorse regionali che così commenta: “La Corte dei Conti è chiara nelle sue conclusioni e dice alla Regione Umbria che, nonostante si sia dotata di un regolamento ad hoc per l’attivazione di rapporti di lavoro temporanei, le sue azioni rientrano in comportamenti in frode alla legge.
“Ormai – sottolinea Zaffini - lo strumento degli affidamenti esterni ha assunto carattere permanente, anziché rappresentare un’eventualità in casi di eccezionali esigenze di risorse umane qualificate, così come prevede la legge. Per questo ci sono persone che vengono praticamente stipendiate dalla Regione, da almeno cinque anni, con contratti di consulenza o di lavoro coordinato per lo svolgimento di attività ordinarie, e alcuni illustri personaggi, con questo escamotage, hanno maturato l’anzianità per essere stabilizzati nell’ente”.
Zaffini ricorda come l’anomalia Umbria, in materia di consulenze esterne, fosse stata già evidenziata da una inchiesta del Quotidiano Il Sole 24 Ore in cui il ‘cuore verde’ risultava essere l’unica Regione a non aver tagliato gli incarichi esterni dal bilancio, ravvisando, al contrario, una spesa addirittura triplicata rispetto agli esercizi precedenti.
“Il fondo – conclude Zaffini – si è toccato proprio nel 2009, anno che precedeva le elezioni regionali di marzo, quando sono stati spesi oltre due milioni e mezzo di euro. Nel 2010 la spesa si è ridotta di circa un milione, anche grazie ai limiti imposti dall’esecutivo nazionale, ma tra i consulenti straordinari della Regione Umbria i nomi restano sempre gli stessi, quelli di assessori comunali, noti dirigenti di partito, consiglieri provinciali tutti della grande famiglia del mutuo soccorso targata Pd. Gli stessi nomi che dal 2004 percepiscono un vero e proprio stipendio grazie ad una chiamata diretta, senza alcuna procedura comparativa, una casta che agisce in barba ai tanti lavoratori umbri che oggi non solo faticano a trovare un lavoro, ma rischiano addirittura perdere quello che hanno”. GC/gc