(Acs) Perugia, 30 agosto 2010 – “Le deliranti affermazioni del leader libico Gheddafi vanno al di là del semplice folclore e necessitano di una risposta chiara e ferma da parte del Governo italiano. L'identità di un Popolo non ha prezzo e non c'è affare economico che tenga di fronte a una minaccia che è assai più concreta di quanto non si pensi”. E’ il giudizio del vicepresidente del Consiglio regionale dell’Umbria, Andrea Lignani Marchesani (Pdl), su quanto affermato dal leader libico a Roma.
“Non è questa la sede – continua Lignani - per ricordare quanto di buono ha fatto l'Italia in Libia e sulla persecuzione avuta dai nostri connazionali: di certo mai l'Italia, anche nel periodo coloniale, si è sognata di ingerire negli affari religiosi e nelle identità dei popoli dell'altra sponda del Mediterraneo. Il laicismo preconcetto della sinistra umbra, che si ostina a chiamare semplicemente Francesco e Benedetto i Santi patroni d'Italia e d’Europa, deve lasciare il posto ad una riflessione consapevole che nulla ha di confessionale. Inserire nelle Carte fondamentali della Regione e dei Comuni umbri le radici cristiane dell'Europa sarebbe la migliore risposta ai tentativi, quelli sì confessionali, di certo Islam e magari anche ad un Governo italiano, che esita a prendere nette distanze. L'occasione della ricostituzione della Commissione Statuto e Regolamento non può dunque perdersi solo in questioni di natura elettorale o procedurale, ma può essere l'inizio di un serio dibattito in una Regione in cui i bambini extracomunitari della scuola primaria superano ormai il 10 per cento e portare all'inserimento nell'articolo 1 delle sopra ricordate radici cristiane”.
“Nessuno vuole uno scontro di civiltà – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale - ma occorre la consapevolezza che una vera integrazione si ha quando identità forti si confrontano e non quando tutto si perde nel brodo indistinto della globalizzazione. Non lo afferma il modesto sottoscritto ma ce lo insegna la Storia con gli esempi fulgidi di Roma e di Federico II e, per quanto riguarda l'Umbria, i sopra ricordati San Francesco e San Benedetto”. PG