AGRITURISMI: “ADEGUARE LA LEGGE REGIONALE ALLE NUOVE ESIGENZE DEL SETTORE AGRITURISTICO UMBRO, MOTORE ECONOMICO INDISPENSABILE PER LA NOSTRA REGIONE” - INTERROGAZIONE DI MONACELLI (UDC)

Il capogruppo dell'Udc, Sandra Monacelli ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale con la quale chiede di adeguare ulteriormente l'apposita legge regionale (28/'97) relativa al settore agrituristico. Per il capogruppo centrista, gli agriturismi rappresentano un motore indispensabile per l'economia regionale. Monacelli rimarca come “molte aziende agrituristiche umbre sono state evidentemente costrette ad adeguare la propria offerta alla nuova richiesta, proveniente da un bacino di utenza sempre più variegato ed esigente. Adeguamento – sostiene Monacelli - che ha comportato uno sforzo economico notevole che non ha trovato riscontro e supporto in un corrispondente aggiornamento della normativa regionale vigente”.

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30 Mag 2011 01:00

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(Acs) Perugia, 30 maggio 2011 - “Integrare ulteriormente le legge '28/1997' che si è rivelata non idonea a soddisfare le reali esigenze del settore agrituristico umbro, il quale dovrebbe rappresentare uno dei motori indispensabili per muovere l'economia della nostra regione”. Questo il punto centrale dell’interrogazione che il capogruppo dell'Udc, Sandra Monacelliha rivolto alla Giunta regionale per sapere quali iniziative intenda mettere in campo.

Il capogruppo dell’Udc, nel suo atto ispettivo non manca di sottolineare come, per l'Umbria, “il turismo rappresenta una forte potenzialità non sufficientemente espressa e valorizzata da politiche regionali convinte e coordinate. Inserito nell'ambito delle peculiarità umbre da promuovere e diffondere, - aggiunge - l'agriturismo, essendo legato alle risorse derivanti dal patrimonio naturale, culturale, paesaggistico ed eno-gastronomico della nostra regione, esprime un'alternativa valida per il turista che lega le proprie esigenze agli spazi aperti ed al contatto con la natura e con i suoi prodotti. Il passare degli anni, però, - continua Monacelli - ha modificato le esigenze degli utenti che si rivolgono alle strutture in questione, pensando di coniugare, durante il soggiorno, una genuina scoperta del territorio e dei suoi prodotti con servizi all'avanguardia, che integrino, alla tradizionale struttura agrituristica, variegate offerte e servizi sempre più moderni, dotati di comfort supplementari, quali, ad esempio, percorsi benessere o vere proprie beauty farm”.

 

Monacelli si dice convinta che “molte aziende agrituristiche di questa regione sono state evidentemente costrette ad adeguare la propria offerta alla nuova richiesta, proveniente da un bacino di utenza sempre più variegato ed esigente. Adeguamento che ha comportato uno sforzo economico notevole che non ha, però, trovato riscontro e supporto in un corrispondente aggiornamento della normativa regionale vigente. Lo sforzo economico che gli agriturismi locali si sono trovati ad affrontare negli ultimi anni – spiega - è stato reso ulteriormente gravoso da fattori importanti, che hanno inciso ed incidono negativamente sull'andamento del turismo nella nostra regione. La crisi del settore si trascina oramai da lungo tempo e gli ultimi dati, riferiti alla stagione agrituristica umbra appena iniziata, sono tutt'altro che confortanti”.

 

L'esponente centrista ricorda), infatti, che “Agriturist Umbria” (Associazione agrituristica di Confagricoltura Umbriaparla già di una flessione di presenze nelle aziende agricole dell'ordine del 5-6 per cento, che sembra essere il trend anche per la stagione estiva rispetto ai dati del 2010. La riduzione della durata media dei soggiorni (-10 per cento), l'aumento dei costi di gestione (cresciuti anche del 5 per cento) e la netta riduzione della richiesta da parte del turista straniero, sono elementi che rischiano di lasciare l'Umbria al palo rispetto ad un settore come quello turistico, nel quale abbiamo le potenzialità e le risorse per essere leader assoluti a livello nazionale ed internazionale”.

 

Monacelli spiega quindi che “la crisi del comparto agrituristico, che nel 2010 ha investito l'Umbria, sembra destinata a prolungarsi anche nel 2011, con conseguenze sempre più pesanti per la già fragile economia della nostra regione. In un momento di crisi generale del settore, - commenta - che ha investito anche altre regioni come le Marche e la Toscana, le quali rispetto all'Umbria stanno reagendo in modo assolutamente positivo, è opportuno e necessario rivalutare le aziende agrituristiche. Tali strutture – scrive nella sua interrogazione il capogruppo Udc - dovrebbero assumere la forma di turismo ufficiale e parallelo rispetto al settore alberghiero, affinché si possa, non solo potenziare e sfruttare al meglio l'eterogeneo patrimonio della nostra regione, ma anche dare un aiuto concreto attraverso un serio adattamento della normativa vigente alle attuali esigenze del settore extra alberghiero, preziosa risorsa – conclude - di una regione definita come il cuore verde d'Italia”. RED/as

Ultimo aggiornamento: 30/05/2011