(Acs) Perugia, 12 luglio 2011 - “Lo scorso 5 luglio la Camera dei Deputati ha respinto la proposta di legge costituzionale di abolizione delle Province, ma il dibattito che in questo periodo si è acceso sul ruolo e la funzione di questo importante ente si sta distinguendo per l'ennesima fiera delle ovvietà, priva di contenuti ed a solo uso e consumo di chi, facendo gratuita demagogia, cerca di speculare politicamente su un argomento così delicato ed importante”. Lo afferma il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Smacchi.
“Altra cosa – spiega Smacchi – è invece la proposta di modifica dell'articolo 133 della Costituzione, presentata dal Pd in materia di mutamento delle circoscrizioni provinciali e di soppressione delle Province. Continuo a sostenere – aggiunge - che il federalismo fiscale doveva essere preceduto o per lo meno accompagnato, dal federalismo istituzionale, ovvero da una profonda ridefinizione dei compiti di ogni livello di governo. Ciò che occorre è chiarire chi fa che cosa, attraverso la puntuale individuazione delle funzioni fondamentali dei comuni, delle province e città metropolitane, attraverso l'avvio di un complessivo processo di riordino istituzionale”.
“La nostra proposta – prosegue Smacchi - è coerente con un'impostazione riformatrice che ribadisce la necessità del superamento delle Province con l'istituzione delle città metropolitane, la contrarietà all'istituzione di nuove province e la riduzione di quelle esistenti. Cancellare con un colpo di spugna le Province ci consegnerebbe una dimensione di confusione totale che sarebbe esattamente l'opposto di quello che i cittadini chiedono. Occorre pertanto procedere sulla strada della semplificazione, il mutamento delle circoscrizioni provinciali o la soppressione delle province dovranno essere stabiliti con legge regionale sentiti i comuni interessati, in modo da valorizzare appieno il principio di adeguatezza e di prossimità contenuto nell'articolo 118 della Costituzione, l'obiettivo è quello della razionalizzazione per evitare sprechi di denaro pubblico piuttosto che effettuare tagli indiscriminati che potrebbero comportare solo maggiori inefficienze e nessun risparmio”.
“La Provincia – sottolinea Smacchi - è un'istituzione operativa di area vasta, che oggi subisce l'attacco sconsiderato da parte di chi finge di non vedere come i veri sprechi si annidino altrove ad esempio nella pletora di inutili consorzi, società miste, commissari e consulenti di cui è pieno il paese, utili soltanto per sistemare politici trombati o a fine carriera e che rappresentano un costo effettivo per la comunità, che se tagliato, non arrecherebbe danno alcuno ma consentirebbe fin da subito di risparmiare qualcosa come 5 miliardi di euro. In questo contesto – conclude Smacchi - va sottolineata con estremo favore la stipula del protocollo d'intesa fra la Regione Umbria e le Province di Perugia e Terni, con il quale sono state trasferite ai due enti ulteriori competenze con relative risorse pari a un milione e 500 mila euro annui, un esempio di sinergia istituzionale positiva che punta sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini”. RED/