“8 marzo: le donne nei contesti di guerra tra violenza di genere e diritti negati”

Nota di Maria Grazia Proietti (Pd) in occasione della giornata internazionale della donna: “la Regione Umbria può e deve fare la sua parte”

 

Data:

07 Mar 2025 10:47

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(Acs) Perugia, 7 marzo 2025 – “Nei contesti di guerra, la violenza di genere è usata come arma di oppressione: i corpi delle donne diventano campi di battaglia. In occasione della giornata internazionale della donna, il mio pensiero va ai milioni di donne che in Ucraina, a Gaza e in tutti i contesti di guerra vivono una realtà drammatica e sono spesso dimenticate”. È quanto dichiara la consigliera regionale del Partito democratico Maria Grazia Proietti.

“Ritengo – spiega Proeitti - che la Regione Umbria possa e debba fare la sua parte. È nostro dovere, come comunità regionale e come istituzioni, mantenere alta l’attenzione su questi temi e promuovere azioni concrete. Dobbiamo rafforzare i progetti di cooperazione internazionale già attivi, favorire l’accoglienza delle donne rifugiate vittime di violenza e sostenere iniziative per garantire loro un accesso adeguato alle cure mediche e psicologiche. È anche necessario fare pressione sul governo nazionale e sull’Unione europea perché adottino misure più incisive per la protezione dei diritti delle donne nei contesti di guerra. Mi impegnerò in prima persona, nelle mie capacità di consigliera regionale, per promuovere iniziative in questo senso. Oggi più che mai non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo restare in silenzio”.

“Secondo il rapporto di UN Women del 2024, - ricorda Maria Grazia Proietti - il 70% degli sfollati nei conflitti armati sono donne e bambini, e molte di loro subiscono violenze sessuali sistematiche. La guerra in Ucraina, ad esempio, ha esposto le donne a livelli allarmanti di violenza di genere: un’indagine di ActionAid del 2024 ha rilevato che il 90% delle donne rifugiate ha subito o assistito a episodi di violenza, con conseguenze devastanti sulla loro salute sia fisica che mentale. Lo stesso vale per Gaza, dove il sistema sanitario è al collasso e il 50% delle donne incinte non ha accesso a cure prenatali adeguate. Secondo i dati più recenti dell’Oms, l’80% delle donne nei conflitti soffre di disturbi post-traumatici, ansia e depressione. A livello sanitario, le strutture ospedaliere vengono distrutte, lasciando le donne senza accesso a cure essenziali”.

“Il Consiglio di sicurezza dell'Onu – prosegue Maria Grazia Proietti - riconosce lo stupro come strumento di guerra. Lo statuto di Roma della Corte penale internazionale considera lo stupro, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata, la gravidanza forzata, la sterilizzazione forzata e altre forme di violenza sessuale come crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Tuttavia -conclude - le organizzazioni umanitarie continuano a denunciare la mancanza di un approccio di genere nella gestione delle emergenze, affinché la protezione delle donne diventi una priorità nelle risposte internazionali ai conflitti”. RED/dmb

Ultimo aggiornamento: 11/03/2025