Si tratta del catalogo della mostra internazionale (ottobre 1989 - dicembre 1992) sulla storia dell’emigrazione umbra nel mondo inaugurata a Gubbio il 4 ottobre 1989 e successivamente esposta in altre 20 sedi, tra cui Bruxelles, Liegi, Parigi, Toronto, Montreal e New York.
Dopo il libro di Luciano Tosi, L’emigrazione italiana all’estero in età giolittiana. Il caso umbro, pubblicato nel 1983, con la mostra e questo catalogo l’ISUC ha voluto mettere a disposizione di un più largo pubblico il ricco materiale iconografico raccolto e la sua interpretazione.
Il momento culmine dell’emigrazione umbra, avvenimento fondamentalmente contadino, si verifica quando il nuovo secolo segna una svolta profonda tra l’ltalia post-risorgimentale e l’Italia moderna con la fase dinamica dell’età giolittiana. Anche l’Umbria viene interessata da un processo di modernizzazione che interviene su una situazione di tipo meridionale e favorisce un avanzamento economico, sociale e civile. Nonostante alcuni cambiamenti negli assetti proprietari, negli investimenti e nelle colture, l’arretratezza dell’agricoltura, caratterizzata dal prevalere della mezzadria, frenerà lo sviluppo della regione fin oltre la metà del Novecento. A un’economia agricola rivolta quasi esclusivamente all’autoconsumo familiare, dominata da una grande proprietà signorile incapace d’investimenti, faceva da logico riscontro un mondo contadino caratterizzato da fame, pellagra e analfabetismo che vede nell’emigrazione l’unica alternativa al mancato progresso.
Le immagini raccolte mostrano un grande dramma sociale ma rappresentano altresì il manifestarsi della coscienza che il mondo contadino cominciava ad avere della propria condizione: il forte incremento migratorio che si registra tra l’inizio del secolo e la Prima guerra mondiale è contemporaneo alla formazione del movimento contadino, all’organizzazione delle leghe e ai primi grandi scioperi mezzadrili.
I contadini umbri, che un secolo prima avevano animato le rivolte sanfediste, antigiacobine e anticittadine, entrano nella scena politica con un capovolgimento di alleanze e un organico collegamento con le città e con i loro gruppi progressisti trovando negli avvocati, nel farmacisti, nei maestri socialisti, ma anche in alcuni preti di campagna dell’Alta Umbria, la guida per la loro emancipazione.
Un difficile percorso che dovette attraversare due guerre, il fascismo e poi più di venti anni di lotte senza che si realizzasse una soluzione democratico-contadina: che conobbe un ulteriore e più vasto movimento migratorio con l’esodo dalle campagne verso l’estero e soprattutto verso le citta, ma che, come grande esperienza umana e sociale, fece cambiare di segno la storia di questo secolo e fece nascere l’Umbria moderna.