Presentazione di Maria Rosaria Porcaro
Inseguendo un sogno è il titolo che Mirella Alloisio ha voluto dare al racconto della sua vita. Parte dagli anni del fascismo – è nata nel 1926 – si allunga fino all’oggi e si proietta oltre.
Sogno qui inteso come progetto perseguito costantemente e attualmente sempre più lontano dalla sua possibile realizzazione. È un momento particolare della storia italiana, dove la speranza di cambiamento sembra fortemente incrinata, in procinto di andare in frantumi.
«Mi accade [...] osservando il presente di trovare macerie e rottami: sono le aspirazioni frustrate, gli ideali compromessi, il bisogno di rinnovamento insoddisfatto che può facilmente lasciare il posto alla rinuncia».
L’autrice ci introduce nella sua vita e, passo, passo, mostra come ha astenuto e protetto il suo sogno che affonda le radici nel luogo di nascita, Sestri Ponente, un quartiere operaio della città di Genova, e nella sua famiglia operaia. Nessuna influenza, sostiene, sulla sua formazione ha avuto la cultura fascista trasmessa a scuola.
Ha quattordici anni quando l’Italia entra in guerra: è il momento in cui capisce che «la giovinezza era forzatamente finita». La destituzione di Mussolini il 25 luglio 1943 e la firma dell’armistizio con gli angloamericani, l’8 settembre, crearono l’occasione per liberare definitivamente il paese dai fascisti e dai nazisti: «bisognava tutti fare qualcosa. [...] Imparai che la partecipazione è un dovere e un diritto».
La scrittura piana, pacata, ma talora anche contratta non riesce a nascondere l’ansia, la paura nell’affrontare situazioni pericolose per sé e per i suoi cari, forse troppo impegnative per la sua giovane età. Il suo nome di copertura cambia più volte, è prima Olga, poi Marika, infine Rossella. Impara a curare i feriti, ma anche a sparare, cose da donna e cose da uomini. Così fino al momento della liberazione della città: «Mi ritengo privilegiata per aver vissuto direttamente un momento eccezionale». (dalla Presentazione di Maria Rosaria Porcaro)