a cura di Raffaele Rossi e Mauro Volpi
È un’ampia scelta fra scritti e lettere che Alberto Apponi (1906-1977), magistrato, musicofilo e poeta, orgogliosamente antifascista, scambiò con alcuni tra i maggiori esponenti della cultura e della politica italiane del suo tempo. Negli anni del regime aderì al movimento liberalsocialista e fu dirigente del Partito d’Azione; figura di primo piano dell’antifascismo perugino, fu presidente del Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale e, nel dopoguerra, consigliere della Consulta Nazionale. Esprime il dramma di una generazione di antifascisti la quale, inizialmente, combatté il fascismo usando i principi della nonviolenza e, successivamente, passò all’accettazione della lotta armata pur di estirparne il seme.