Tipologia
Convegno
Data evento
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Luogo
Sala Partecipazione - Palazzo Cesaroni - Piazza Italia 2 - Perugia
Dopo l’Armistizio reso noto l’8 settembre 1943 – e fino all’aprile 1945 – nei territori occupati dalla Repubblica Sociale Italiana (RSI) alleata con la Germania nazista si registra il passaggio dalla discriminazione giuridica ed economica degli ebrei, avviata nel 1938 con le leggi razziste, a una vera e propria caccia all’uomo che porta all’arresto, alla deportazione e all’uccisione di migliaia di italiani e anche di molti stranieri già internati in Italia.
Il punto di svolta – ideologico e programmatico – è sancito il 14 e 15 novembre 1943 dal Congresso del Partito Fascista Repubblicano tenuto a Verona che stabilisce che «Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica»; affermazione che costituisce la base pseudo-giuridica per privare gli ebrei di ogni diritto e per giustificare la loro persecuzione.
Il 30 novembre 1943 il ministro degli Interni della RSI, Guido Buffarini Guidi, emana l’Ordinanza di Polizia n. 5 con la quale ordina alle Questure della RSI di:
arrestare tutti gli ebrei, senza distinzione di sesso, età o condizioni di salute;
internarli in campi di concentramento provinciali in attesa del loro trasferimento in campi nazionali;
sequestrare tutti i loro beni, mobili e immobili.
Questa macchina persecutoria utilizza una rete di:
campi di concentramento provinciali gestiti dalle autorità fasciste per la detenzione degli ebrei arrestati;
campi di transito, gestiti in collaborazione con i tedeschi, da dove partivano i convogli ferroviari diretti ai campi di sterminio nazisti, principalmente Auschwitz-Birkenau. I principali furono quelli di Fossoli (Modena) e di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), oltre a quelli della Risiera di San Sabba (Trieste)e di Bolzano-Griesgestiti direttamente dai tedeschi.
In questo periodo le autorità e le forze di polizia della Repubblica Sociale Italiana non si limitano a eseguire gli ordini tedeschi, ma sono responsabili della maggior parte degli arresti degli ebrei in Italia, che vengono poi caricati su vagoni bestiame e deportati verso la morte: dei circa 45.000 ebrei presenti nel centro-nord Italia dopo l’Armistizio, 6.806 sono deportati nei campi di sterminio e solo 837 (il 12,3%) riescono a sopravvivere; a questi vanno aggiunti 950 dispersi non identificati e 322 arrestati e morti in Italia.
Programma
saluti
Sarah Bistocchi Presidente Assemblea Legislativa Regione Umbria
Alberto Stramaccioni Presidente ISUC
introduce e coordina
Costanza Bondi Comitato Tecnico Scientifico ISUC
interventi
Luciana Brunelli (Deputazione di Storia Patria per l’Umbria)
Tommaso Rossi (Università “Niccolò Cusano”)
Carlo Spartaco Capogreco (Università degli Studi della Calabria)
Allegati