Dirigente del Molino cooperativo intercomunale, è assessore supplente per il Pci durante la quarta sindacatura di Cafiero Liberati, dal 1960 al 1964, e assessore effettivo e vicesindaco nella successiva. È ancora consigliere negli anni dell’amministrazione di centro-sinistra, sia durante la sindacatura di Anna Cavallini che in quella di Gottardo Antonioni. Eletto anche nel 1972, viene nominato sindaco di una maggioranza di sinistra per il rinnovato accordo tra Pci e Psi, che esprimono ciascuno due assessori della sua giunta. È candidato anche alle elezioni del 1978, e ricoprirà la carica di vice del sindaco Canzio Silvani. Nel 1979 si candida senza successo alle elezioni per il Parlamento. Nel 1983 si dimette dal consiglio comunale perché, insieme ad altri due consiglieri, è stato condannato l’anno precedente dal Tribunale di Terni per interesse privato in atti d’ufficio avendo trasformato in zona industriale, con una variante al Piano regolatore, un’area acquistata dal Molino cooperativo, di cui erano soci e dirigenti, condanna confermata dalla Corte d’Appello ma poi nel 1984 cancellata dalla Cassazione. Alle elezioni del 26 giugno 1983 è comunque capolista, sempre per il Pci, propugna la conferma dell’alleanza con il Psi e torna in consiglio durante la sindacatura di Carlo Ciliani (che lo aveva sostituito nella carica di vicesindaco).
Durante la sua sindacatura affronta il problema del personale comunale, ponendo le basi di una nuova pianta organica; comincia a lavorare per il piano Peep e pone il problema della realizzazione della Biblioteca comunale e del Museo cittadino.
Umbria. I sindaci. Gli stemmi, introduzione di Enrico Sciamanna, Petra, Bastia Umbra 2002, p. 355.
Umberto Cerasi, Mezzo secolo di vita, cronaca, cronistoria, arte e ricordi dal 1946 al 2000, Leoni Grafiche, Amelia 2006, pp. 40, 49, 52-53, 62, 67, 72, 74-76, 80-83, 87, 89, 92-93, 95, 104, http://www.umbertocerasi.it/mezzo%20secolo.pdf (consultato il 10 agosto 2017).