Assessore alle Finanze nella giunta del sindaco Rino Rosati, nel 1980, insieme a questi e ad altri consiglieri, tutti del Pci, riceve una comunicazione giudiziaria per aver partecipato alla discussione e alla votazione per la trasformazione da zona agricola in industriale di un appezzamento di terreno per favorire il Molino di cui erano soci e dirigenti.
Nel 1981, nell’ambito di un rimpasto di giunta viene sostituito nella sua funzione di assessore dal comunista Leonardi.
Nel 1982 è presidente della Comunità montana e nel 1983 ne dichiara lo stato di crisi per il venir meno della maggioranza di sinistra.
Le amministrative del 1983 vedono il Pci mantenere i suoi consiglieri, il Psi raddoppiarli e perderne uno la Dc e il Pri, mentre non ne conquista alcuno il Psdi. Le trattative tra i partiti per la formazione della giunta (di sinistra con Pci, Psi, oppure di centro-sinistra, tra Dc e Psi), si prolungano e solo il 6 ottobre nel nuovo consiglio comunale Riccardo Romagnoli ottiene gli voti della Dc e i 6 del Psi contro i 13 conferiti dal PCI a Ciliani. Non avendo quindi ottenuto la maggioranza, Romagnoli si dimette e il 21 ottobre Carlo Ciliani viene eletto sindaco con i 13 voti del Pci (il Psi vota scheda bianca, il Pri si astiene e la Dc vota il suo candidato). Viene quindi nominata una giunta di minoranza, formata da assessori del Pci, che si dimette per la mancata approvazione del bilancio di previsione 1984.
Alle successive amministrative del 1984 Ciliani è ancora il capolista del Pci e in consiglio comunale si ripete il risultato della votazione dell’anno precedente a favore di una giunta di minoranza guidata da Riccardo Romagnoli.
Nel 1985 sostituisce Coco alla presidenza del Molino cooperativo fino al 1991, quando diviene presidente Coop Tevere.