“Educare al rispetto e all’affettività, serve cambio di passo”
Nota della presidente Sarah Bistocchi a due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin
(Acs) Perugia, 11 novembre 2025 – “Serve un cambio di passo da parte di chi guida le Istituzioni, non si può avere la paura, o peggio ancora il pregiudizio, di educare al rispetto delle differenze, alla sessualità e all’affettività”. Così in una nota la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Sarah Bistocchi, responsabile del Coordinamento Pari opportunità e rappresentanza di genere della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative, a due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin.
“Due anni fa moriva Giulia Cecchettin, con 75 coltellate, inflitte da chi diceva di amarla. Un femminicidio efferato – spiega Bistocchi - avvenuto cinque giorni prima della laurea di Giulia e del quale noi avremmo avuto contezza solo una settimana dopo. In quel momento di due anni fa la notizia era che Giulia era scomparsa, probabilmente rapita dall’ex fidanzato, ossessionato e violento. Però, che quella storia sarebbe finita in quel modo, in fondo, lo temevamo. Di quel femminicidio oggi resta il ricordo del sorriso di Giulia, le sue frasi, i suoi pensieri. Ma non è solo ricordo, non è solo memoria, è anche impegno, individuale, familiare e collettivo. L’impegno di Gino Cecchettin, che ha rinunciato a perseguire una maggiore pena per l’assassino della figlia, a fronte di un impegno per un qualcosa che fosse costruttivo e non distruttivo, attraverso la Fondazione”.
“Oggi una donna ogni tre giorni muore per mano di chi dovrebbe amarla e proteggerla, ignorando possessività che diventa persecuzione, confondendo amore e violenza. Qualcuno – conclude la presidente - ancora parla di delitto passionale, ma le passioni, quelle sane, usano le mani per accarezzare e abbracciare, non per colpire e uccidere. E’ sempre più urgente un cambio di passo, a cominciare da chi ha l’onore e l’onere di rappresentare le Istituzioni: non si può avere paura, o peggio ancora il pregiudizio, di educare al rispetto delle differenze, alla sessualità e all’affettività. Non possono essere questi valori polarizzanti, che dividono, ma al contrario dovrebbero essere unitari e fondanti della nostra civiltà”. PV/AO/mp