“Ogni vita che si arrende è una sconfitta per le Istituzioni”
Nota della presidente Sarah Bistocchi sul suicido nel carcere di Perugia
(Acs) Perugia, 22 settembre 2025 - “Una giovane vita che si arrende è una sconfitta per le Istituzioni, tanto più se quella vita era affidata ad una struttura pubblica come un istituto penitenziario, per scontare una pena che, in quanto tale, dovrebbe essere rieducativa e finalizzata al reinserimento lavorativo e sociale”. Così la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Sarah Bistocchi, sul suicidio della 30enne, avvenuto al carcere di Perugia.
“Il senso di giustizia - sottolinea la presidente - non può non andare insieme al senso di umanità, rigettando messaggi d’odio, che creano diffidenza e rendono coloro che sono soggetti alla giustizia simili allo scarto umano. Chi si ritrova in carcere è tenuto a scontare la pena dovuta ad un reato, che è diverso dal perdere dignità, attenzione e rispetto. Per questo la notizia del suicidio di una trentenne nella casa circondariale di Perugia ci riempie di tristezza. L’Umbria presenta una situazione grave sul fronte del sovraffollamento, rendendo difficile la qualità della vita e anche qualsiasi attività rieducativa. Il mondo del sistema penitenziario, dunque, non può essere in ombra ed è necessario, come stanno facendo le Istituzioni regionali, mantenere un faro acceso. Anche le centinaia di operatori che vi lavorano meritano di essere messi nelle condizioni di svolgere in modo pieno, sicuro e adeguato un lavoro tanto delicato che ha a che fare con le limitazioni della libertà personale, che è fatto sì dell’aspetto repressivo, ma anche riabilitativo e rieducativo. Di certo - conclude Bistocchi - il provveditorato per l’amministrazione penitenziaria con sede a Perugia farà sentire la sua voce, ma servono investimenti corposi e interventi strutturali, affinché luoghi di custodia possano diventare, a pieno titolo, ambienti destinati alla socialità”. PV/AO/mp