“Disposizioni in materia di tributi regionali”
L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha iniziato l’esame del disegno di legge presentato dalla Giunta
(Acs) Perugia, 10 aprile 2025 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria si è riunita a Palazzo Cesaroni per esaminare il disegno di legge “Disposizioni in materia di tributi regionali” presentato dalla Giunta regionale.
Prima dell’inizio della seduta ordinaria, dopo un minuto di silenzio per i femminicidi avvenuti in Umbria quest’anno, l’Aula ha respinto con 13 voti contrari della maggioranza e 8 voti favorevoli della minoranza, la richiesta del consigliere regionale Eleonora Pace (FdI) di sospensione dei lavori per fare una riunione della capigruppo per inserire all’ordine del giorno una mozione di sfiducia alla presidente della Giunta regionale, presentata nei giorni scorsi dall’opposizione, non ancora analizzata. Subito dopo è stata respinta una seconda richiesta di sospensione dei lavori, sempre da parte di Eleonora Pace (FdI), per consentire di incontrare una delegazione di sindacati e sindaci presenti in Piazza Italia, davanti Palazzo Cesaroni.
Appena iniziato l’esame della proposta di legge della Giunta, il consigliere Laura Pernazza (FI) ha chiesto l’inserimento di un relatore di minoranza per il ddl, dal momento che dalla Prima commissione era stato indicato solo il relatore di minoranza, vista l’assenza dei commissari di minoranza che aveva abbandonato i lavori (https://tinyurl.com/j23w7fxm). Richiesta respinta con 13 voti contrari della maggioranza e 8 favorevoli della minoranza.
Il relatore di maggioranza Francesco Filipponi (presidente Prima commissione-Pd) ha ringraziato “la Giunta, la presidente Proietti e la maggioranza per il lavoro meticoloso svolto in questi giorni di attenzione nei confronti delle esigenze dei cittadini dell’Umbria. La Prima commissione ha approvato questo disegno di legge il 24 marzo. I consiglieri di opposizione avevano abbandonato i lavori al momento della votazione per indicare i relatori, per questo non c’è un relatore di minoranza. Questa proposta di legge della Giunta si è resa necessaria per il progressivo aumento della rigidità del bilancio e i vincoli di finanza pubblica sempre più stringenti per il 2025, con la riduzione di 40 milioni di euro di trasferimenti alla Regione Umbria nel triennio e la riduzione per i comuni umbri di 20 milioni di euro. Riduzione dei trasferimenti che si somma al deficit strutturale per la sanità. C’è la necessità irrinunciabile di fornire risposte alla comunità regionale per garantire servizi essenziali a partire dalla sanità pubblica efficiente, accessibile e di qualità per tutti i cittadini. Le regioni hanno autonomia finanziaria e la tenuta del sistema regionale richiede importanti risorse. Non dobbiamo dimenticare la situazione di partenza: il disavanzo delle 4 aziende sanitarie e ospedaliere. C’è stato un avanzo di gestione positivo fino al 2019 per arrivare ad uno negativo a partire dal 2020 fino al 2024. Un altro motivo per cui siamo oggi qui a parlare della nostra manovra, è il saldo tra la mobilità attiva e quella passiva del nostro sistema sanitario regionale. C’è un evidente squilibrio: nel 2024 -36 milioni di euro e dal 2019 al 2024 il passivo è di oltre 111 milioni. Ma non dobbiamo dimenticare neanche la variazione dei costi della mobilità passiva: tra il 2019 e il 2023 l’Umbria è al primo posto tra le regioni italiane con una variazione del 23% in 5 anni. Al disegno di legge è stato presentato un emendamento interamente sostitutivo, frutto del confronto incessante della Giunta e della maggioranza con sindacati e associazioni datoriali”.
INTERVENTI
Tommaso Bori (assessore): “L’atto è stato profondamente modificato nel confronto con i sindacati, le associazioni delle parti datoriali e gli amministratori locali. Il provvedimento introdurrà per la prima volta in Umbria una ‘no tax area’ da 0 a 28mila euro, in cui ricade il 73% della popolazione umbra. Per quest’anno saranno pagate meno tasse rispetto a quanto veniva pagato prima. Nella fascia tra 28mila a 50mila euro la riduzione consentirà di alleggerire la pressione fiscale. Quindi non ci sarà alcun aumento per 2/3 della popolazione e per metà ci sarà una riduzione. Siamo stati costretti a prendere atto dei tagli da parte del governo centrale, del deficit che abbiamo trovato e dell’assoluta mancanza del fondo di dotazione negativa che nel tempo è stato azzerato. In tante regione si sta agendo nello stesso modo. La nostra volontà è quella di mettere in campo riforme a partire dalla revisione della spesa sanitaria e un controllo puntuale della spesa in sanità. Tema chiave per la nostra regione perché in questi anni i bilanci delle aziende sono stati disaccoppiati dalla gestione centrale e dal bilancio regionale. E negli anni si è accumulato un disavanzo che non è stato controllato. Noi avremo una cabina di regia dedicata al controllo della spesa sanitaria per una revisione e gestione continua della spesa. Inoltre vogliamo iniziare il percorso condiviso del piano sanitario regionale. Ma vogliamo anche arrivare ad una riorganizzazione della Regione Umbria, che rivedrà l’assetto degli uffici e darà mandato per una revisione della spesa. È nostra intenzione istituire un fondo taglia tasse in cui convergeranno tutti i risparmi, con questo sarà possibile fare un alleggerimento della pressione fiscale o iniziative in favore delle famiglie e delle imprese. Nella rimodulazione della manovra c’è un alleggerimento dell’Irap allo 0,4 ed evitiamo di introdurre l’aumento del bollo auto. Ma soprattutto non vogliamo più imporre ai cittadini due fenomeni: la tassa occulta che porta gli umbri ad essere costretti a rivolgersi alla sanità privata, visto che dalle dichiarazioni dei redditi emerge che ogni cittadino dell’Umbria ha pagato mille euro per questo. Inoltre la Caritas ci dice che un paziente umbro su 10 rinuncia alle cure perché non se le può permettere o non può spostarsi. Quindi il disegno di legge viene completamente rivisto: c’è una ‘no tax area’, c’è uno sgravio tra i 28 e i 50mila euro, c’è la volontà di agire per abbattere la tassa occulta del ricorso alla sanità privata. Ora si apre il tempo delle riforme e la volontà di portare avanti una riorganizzazione finalizzata all’abbattimento delle liste di attesa. Noi governiamo la Regione da poco più di 100 giorni, molte delle problematiche che abbiamo ereditato derivano da chi ha governato per i precedenti 1800 giorni”.
Donatella Tesei (Lega-portavoce opposizione): “State cercando di tapparci la bocca ed è gravissimo. È ora di fare chiarezza, quella chiarezza che in questo mese e mezzo non c’è stata mai dando luogo ad una continua enunciazione di numeri, di cose false e non vere fino ad arrivare a disattendere ogni richiesta legittima delle minoranze. È ora che in quest’Aula si faccia un’operazione verità. Non abbiamo provato in tutti i modi, formali e non formali per l’accesso agli atti, fino a scrivere direttamente alla Presidente Proietti per chiedere quei documenti sempre sbandierati e mai messi a disposizione dei consiglieri regionali di opposizione, ma neanche dei cittadini. Per l’operazione verità avete detto testualmente di dare incarico ad un ente certificatore di parte terza che poi dopo un po’ di tempo si è scoperto essere una società privata che viene pagata con soldi pubblici il cui iter di affidamento è stato particolarmente nebuloso e che quindi andrà portato a conoscenza delle autorità competenti. La presidente Proietti, rispetto all’operazione verità ha detto che ci si basava su 150 pagine di relazione di questo ente certificatore. Che si trattava di Kpmg lo abbiamo saputo da una testata giornalistica online, poi è iniziata tutta una serie di giravolte di numeri incredibili che sono stati diffusi attraverso lunghissime interviste, conferenze stampa mistificando la realtà. Nella prima conferenza stampa dello scorso 26 marzo sono state proiettate slide molto confuse, ma spacciate come vangelo, con le due famose pagine dove si parlava del disavanzo delle aziende sanitarie, che esisteva già dai 5 anni precedenti, ma avete omesso di dire che il sistema di calcolo era totalmente differente, perché mentre oggi arriva il riparto del fondo nazionale a fine anno, allora avveniva durante il corso del ciclo per cui si arrivava alla fine del quarto quadrimestre in equilibrio. I bilanci della sanità regionale dal 2019 sono stati tutti certificati e tutti chiusi in equilibrio. Il 2023 ha visto addirittura un avanzo di un milione di euro. Il fondo nazionale per quest’anno è stato implementato di 50 milioni. Abbiamo un bilancio sanitario che arriva a circa 2 miliardi di euro. Questo dovete dire. Ma la cosa più grave è aver presentato in una conferenza stampa questa pagina omettendo altre pagine che facevano parte del report e che erano nella vostra disponibilità perché in un’altra pagina c’è scritto chiaramente che il consolidato, mettendo la premialità già presente di 33 milioni ed il payback farmaceutico arrivava a 34 milioni. La presidente Proietti ha detto di presentarsi al Mef con 90 milioni di disavanzo ed uno scudo (manovra) da 322 milioni di euro, in tre anni, come da atto approvato in Commissione per allontanare il rischio commissariamento che avverrebbe però dopo un iter ben determinato previsto dalla legge. Ci sono Regioni che stanno in piano di rientro, quali la Puglia, che sta in piano di rientro dal 2010 senza essere stata mai commissariata. Avete sventolato lo spettro del commissariamento per mettere in allarme tutta la comunità regionale quando invece il disavanzo è di 34 milioni. Qualcuno ha deciso di prendere la scusa della sanità per aumentare le tasse ai cittadini e questa manovra, in questo momento storico è devastante. Per voi sono ricchi quelli che prendono uno stipendio fisso da dipendente, la classe media, quella che fa impresa, i piccoli commercianti ed artigiani che faticano a tenere aperte le loro attività. Nel report di Kpmg c’è scritto tutto molto chiaro: il disavanzo è di 34 milioni. Poi ieri avete fatto un’altra conferenza stampa per presentare il miracolo della nuova manovra rivista che l’avete illustrata come una ‘Robin Hood’ ed ancora presentate una slide con un buco di bilancio di 90 milioni quando lo stesso Mef dice che sono 34 e voi, anche qui, dopo essere usciti dal Ministero affermate che il disavanzo è di 73 milioni, dicendo ancora una volta una bugia. Il disavanzo è 34 perché c’è il fondo di dotazione che esiste dal 2012. Al tavolo del Mef si può concertare un rientro che va oltre un triennio. L’unica verità è che continuate a raccontare fandonie ai cittadini umbri. Alla presidente Proietti dico di andare a vedere tutte le risorse accantonate nell’ambito dei bilanci delle singole Aziende, di fare una ricognizione. C’è poi in ballo il pay back dei dispositivi medici su cui è attivo un tavolo con tutte le Regioni che reclamano le risorse che spettanti e per l’Umbria si tratta di oltre 40 milioni di euro. Alla presidente Proietti faccio notare che non sono sue le riforme quali l’accorpamento dell’azienda ospedaliera di Terni con Narni e Amelia; o quella della partecipazione dell’azienda ospedaliera di Perugia con l’Asl 1 e Pantalla in particolare. Queste riforme le abbiamo messe in una legge. Poi è stato anche detto che farete la riforma della rete emergenza/urgenza, l’abbiamo fatta noi nel 2022, c’è una rete unica dell’emergenza/urgenza dipartimentale che è pienamente operativa, che abbiamo integrato non solo con il numero unico del 118, ma con tutta la struttura della sanità regionale ed in più con l’elisoccorso. Continuate a negarci ogni documentazione sulla quale avete impostato una manovra che andrà a tassare i cittadini, nessuno escluso perché poi ci sono gli effetti indotti. Se con questa manovra volete intervenire su altri settori dovete dirlo chiaramente e non utilizzare la sanità per i vostri scopi. Rispetto alla mobilità passiva avete omesso un particolare, che l’inversione di tendenza c’è già nel 2019 perché questo è stato l’anno peggiore della sanità regionale perché scappavano i professionisti seri a seguito dello scandalo, oggi certificato con sentenza di primo grado, che si chiama ‘sanitopoli’ e che ha bloccato tutta la sanità regionale. Io ho dovuto affrontare il covid in questa situazione terribile”.
Matteo Giambartolomei (FdI): “Sarebbe meglio contrapporre la trasparenza alla vostra verità. Il 21 e 22 marzo i giornali riportavano i numeri delle nuove addizionali, in modo fuorviante. Il 26 marzo la presidente Proietti ha mostrato, in conferenza stampa, una slide con le aliquote irpef che coincidono con quelle riportate dai media. Ma la deliberazione della Giunta prevede altro, ossia delle maggiorazioni all’aliquota base. Quindi quello che è stato mostrato non erano le vere addizionali regionali ma il loro incremento. Tutto ciò a discapito della possibilità dei cittadini di essere correttamente informati. La Giunta avrebbe dovuto rettificare i dati sbagliati e non continuare a diffonderli. Oggi l’assessore Bori ha parlato di una ‘no tax area’, che quindi non dovrebbe avere tassazione: ma l’aliquota base invece rimane. Nell’emendamento c’è scritto che, appunto, si tratta invece di maggiorazioni rispetto all’aliquota base. E poi viene aggiunto che per gli anni 2025, 26 e 27 che quelle maggiorazioni, per tre anni, non vengono applicati per i redditi fino a 28 mila euro. Andrebbe chiarito quali sono le aliquote definitive per spiegare quale livello di tassazione spetterà ad ognuno. Riteniamo che questa manovra non dovesse essere fatta affatto. Tanto meno addossando la responsabilità di eventuali debiti alla Giunta Tesei. La manovra viene fatta ricadere su coloro che hanno un reddito maggiore ma sarebbe necessario in ogni capire in base a quali necessità è stata pensata questa manovra. Nella relazione c’è scritto che essa serve a dare risposte alla comunità regionale, garantendo la sanità pubblica, il trasporto locale, il diritto allo studio, il contrasto alla povertà, le politiche del lavoro, la gestione del territorio, il cofinanziamento dei programmi comunitari”.
Fabrizio Ricci (Avs): “Solidarietà alla presidente Proietti per gli attacchi che ha subito. Dovremmo tornare a chiederci come sta la sanità umbra, un tema che sta a cuore alla nostra comunità. Abbiamo una percentuale record, quasi il 10%, di persone che rinunciano alle cure. Si tratta dei più fragili, dei più poveri, di chi non può rivolgersi al privato. Nel 2023, in Italia, la sanità privata è costata 40 miliardi ai cittadini. Oggi l’Umbria è in testa per la mobilità passiva e questo pesa enormemente sul bilancio. Così come il costante de-finanziamento della sanità da parte del Governo e siamo ultimi, come stanziamenti, tra i paesi e del G7. Mentre aumentano le spese militari. Stiamo andando verso il disastro di un sistema sanitario pubblico non più in grado di dare risposte a vantaggio del privato. Il sistema fiscale, a livello centrale, è sempre più iniquo, con sempre meno fasce e progressività. Con l’evasione fiscale che a livello nazionale vale 120 miliardi all’anno e che andrebbe contrastata anche qui, rinnovando la convenzione con l’Agenzia delle entrate, scaduta nel 2021. L’indebolimento dei conti della sanità è arrivato al culmine nel 2024. La nuova Giunta si è trovata ad affrontare un quadro drammatico, dovendo risanare i conti e garantire i servizi sanitari. Senza intaccare i redditi minori. E per questo è stato importante il confronto con i sindacati. Che poteva partire prima ma che ha risentito di tempi stretti. Abbiamo chiesto partecipazione e giustizia sociale. Dobbiamo dimostrare che vogliamo rispettare la Costituzione e puntare a riaffermare il diritto alla salute per tutti”.
Nilo Arcudi (TPUC): “Da questo atto dipende la qualità della vita dei cittadini, va affrontato con trasparenza, con serietà, è stata invece una vicenda opaca, nessuno ha capito nulla e la responsabilità è della maggioranza. Andiamo a ridurre la fiducia dei cittadini in un momento in cui non ce n’era affatto bisogno. L’assessore Bori ci fa la morale su questo, quando tre giorni fa scriveva un post in cui ci diceva di vergognarci, con attacchi personali inaccettabili e quindi non accettiamo lezioni su questo. La vicenda nasce da una narrazione costruita ad arte, il 18 marzo, quando è stato detto che in Umbria c’è un buco da 242 milioni e rischiamo il commissariamento quindi siamo costretti a fare una manovra pesante. Da lì nasce la delibera del 21 marzo. Quelle cifre sono reali? C’è questo buco e il pericolo di commissariamento? Se aveste detto la verità, che parla di 34 milioni di euro, e avessimo dovuto porvi riparo, si discuteva, ma siccome avete mistificato tutto ci troviamo in queste condizioni. Quell’affermazione dei 242 milioni deriva da una certificazione di un ente terzo che realmente neanche esisteva poiché la relazione non esiste. Per fortuna in Italia ci sono organi di controllo che ci tuteleranno, tutto sarà valutato, anche il comportamento in quest'Aula dovrà essere valutato, soprattutto per il mancato rispetto delle prerogative delle opposizioni. Manovra per coprire un buco? Ma se serve oltre che per la sanità anche per ambiente, tpl, diritto allo studio, perché non dite la verità? Con questa delibera siete rimasti soli, la sinistra umbra è contro di voi, i sindacati pure, anche le associazioni di categoria non capiscono. Quando si annuncia una manovra fiscale la fiducia dei cittadini si riduce, subentra la paura, si va in recessione economica. L’Umbria crescerà meno delle regioni limitrofe, lo vedremo nei prossimi anni. Cosa rimarrà di questa vicenda? Un grande danno di immagine per le istituzioni”.
Luca Simonetti (M5S): “Questa è una manovra equa, redistributiva e progressista, con la quale mettiamo in sicurezza la sanità pubblica, aspettando un piano sanitario regionale condiviso. Il voto di oggi è essenziale per iniziare un processo di partecipazione per fare in un anno quello che non è stato fatto nei passati cinque. Noi vogliamo fare riforme per tutelare i più deboli ed andare incontro alle esigenze degli ultimi. Aver lasciato la sanità pubblica allo sbando è stata una scelta politica. Oggi abbiamo il peggior risultato economico della sanità umbra di sempre. C’è stato un balletto di numeri ma il disavanzo delle aziende sanitarie è inconfutabile. Questo disastro è stato coperto usando risorse per investimenti, per assunzioni. Con il chiaro intento di smantellare il pubblico e favorire il privato. Il record italiano della mobilità passiva dell’Umbria lo dimostra. La scelta della sanità privata è una tassa occulta che vale oltre i 700 euro a persona. In questi 5 anni l’Umbria è stata governata dai peggiori amministratori pubblici italiani. Non si può chiedere ai cittadini di contribuire al risanamento senza una vera stagione di riforme. Ed è quello che faremo. Ma i primi a pagare dovrebbe essere coloro che hanno sbagliato. La stagione di chi non affronta i problemi è finita. A chi ha redditi bassi diamo un segnale di protezione e giustizia. Chiediamo solo a chi ha di più. Dobbiamo tornare a parlare di sanità reale. In questa regione un umbro su 10 ha rinunciato a curarsi, tra gli anziani uno su 4. Oggi la nostra scelta è un investimento per un Umbria più giusta e che non lascia indietro nessuno. Mentre cerchiamo di salvare la nave c’è chi ci dice di non fare nulla, e sono gli stessi che l’hanno portata alla deriva”.
Laura Pernazza (FI): “Serve chiarezza e etica. Questa è una manovra non lo è. Non avete consentito ai cittadini di vedere in streaming la commissione e l’audizione della Kpmg. Avrebbero scoperto che l’assessore Bori scambia un ammanco con un disavanzo. Oggi sanno che non sa fare le somme. Forse non ha capito lui il significato di quello che sta presentando. State vendendo fumo ai cittadini. La ‘no tax area’ non esiste: fino a 28mila si paga l’addizionale regionale. Non si paga la maggiorazione. State dicendo il falso: allo stato attuale il cittadino deve pagare l’aliquota base. La vostra manovra non rispetta uno dei principi cardine della normativa fiscale: la proporzionalità e la progressività dell’imposta. Ci sono scaloni micidiali e non prende in considerazione le famiglie: un single paga lo stesso di una famiglia monoreddito di 4 persone. La manovra non è equa, non è progressiva ma ha uno scalone micidiale che non ha ragion d’essere. E non dite che dal 2019 per i bilanci delle aziende sanitarie c’era un metodo di contabilizzazione diverso, non sono raffrontabili con quelli successivi. Nel 2019 c’è il dato peggiore tra mobilità passiva e attiva con un saldo negativo di -25 milioni di euro. Da lì è iniziato un processo inarrestabile. Di questa manovra solo una parte servirà alla sanità. La maggior parte serve per altro. Lo dovete dire. La manovra nasce dall’assunto che dobbiamo far credere ai cittadini che se non deliberiamo entro il 15 aprile questa regione viene commissariata. Ma non è vero. Ci sono dei passaggi prima, come il commissario ad acta, che non fa andare le imposte ai massimi livelli. Basta che faccia un piano di rientro. Tutto questo a voi non fa comodo. Questa manovra non s’ha da fare, perché non ci sono i presupposti per il commissariamento, molte regioni sono in piano di rientro e i cittadini non devono affrontare particolari problemi. Citate solo le pagine della relazione di Kpmg che vi fanno comodo, questa è la vostra operazione trasparenza. Questa norma non avrà scadenza, perché la manovra non ha durata triennale, tra 3 anni pagheranno tutti anche i più deboli. Costruite ad arte comunicazioni fuorvianti che servono a generare allarmismo, gettare fango sulla precedente giunta, mentendo e generando opacità e poca chiarezza. Un comportamento veramente poco etico”.
A seguire gli altri interventi, dibattito ancora in corso. PG/MP/DMB/AS