QT 1 “Stato di attuazione della gratuità dei programmi di screening per il tumore al seno a partire dai 45 anni”
A Romizi e Pernazza (FI) risponde presidente Proietti: “La criticità maggiore che ha determinato il ritardo è stata la necessità di individuare gli stanziamenti economici specifici per supportare l’estensione dello screening mammografico”
(Acs) Perugia, 25 marzo 2025 – I consiglieri di Forza Italia Andrea Romizi e Laura Pernazza hanno interrogato la presidente dell’Esecutivo regionale Stefania Proietti sullo stato di attuazione della gratuità dei programmi di screening per il tumore al seno a partire dai 45 anni di età.
In Aula, Romizi ha chiesto alla presidente “se conferma che, ad oggi, l’estensione della gratuità per lo screening mammografico dai 45 anni non sia ancora operativa e, in caso affermativo, quali siano le motivazioni di questo ritardo; quali siano le tempistiche certe per l’attuazione effettiva del programma e l’avvio della gratuità per la fascia 45-50 anni, in conformità con la mozione approvata all’unanimità il 16 gennaio 2024; se la Regione abbia già adottato provvedimenti attuativi o stanziamenti specifici per rendere immediatamente operativa questa misura e, in caso contrario, quali siano gli ostacoli ancora da superare; quali azioni intenda intraprendere affinché tutte le donne umbre possano usufruire senza ulteriori ritardi di questo fondamentale servizio di prevenzione, in linea con la volontà espressa dall'Assemblea Legislativa. Ad oggi – ha concluso - emergono segnalazioni secondo cui tale estensione non sarebbe ancora operativa, lasciando di fatto escluse dalla gratuità molte donne nella fascia di età 45-50 anni, con conseguenti disagi e incertezze per la popolazione interessata, mentre è fondamentale garantire che gli impegni assunti dalla Regione vengano rispettati nei tempi previsti, evitando disparità di trattamento e assicurando uniformità nell’accesso ai servizi sanitari”.
La presidente Proietti ha risposto che “ad oggi, in Umbria, lo screening mammografico interessa la popolazione femminile tra i 50 ed i 74 anni ed anche se le raccomandazioni europee suggeriscono l’implementazione di uno screening nell’ambito di un programma organizzato, l’offerta di screening tra i 45 e i 49 anni risulta ancora un extra Lea a livello nazionale. Nel corso del 2024 la Regione, per poter prendere in considerazione l’estensione dello screening mammografico nella fascia 45-49 anni, secondo quando previsto dalle linee guida europee e nazionali ha effettuato una prima valutazione della sostenibilità, sia in termini di organizzazione che in termini di costi, tenendo conto che la popolazione aggiuntiva da coinvolgere sarebbe di circa 33mila donne e dell’intervallo di screening da adottare. È stato pertanto ipotizzato di estendere lo screening del tumore alla mammella con cadenza biennale alla fascia d’età 45-49 anni, estensione che comporterebbe un incremento pari a circa 11.500 mammografie/anno se si considera un’adesione media del 70 per cento rispetto alle donne da invitare. Le mammografie passerebbero pertanto dalle attuali 46mila effettuate a 57.500/anno. Dai dati provenienti dal flusso relativo alle prestazioni ambulatoriali risulta che le mammografie eseguite nelle donne tra i 45 e i 49 anni sono già state circa 7.500 nel 2022, 7.600 nel 2023, si può quindi affermare che circa il 66 per cento delle mammografie previste con l’estensione della fascia di età viene già eseguita dalle strutture di senologia aziendali della Regione. Per modulare l’impatto è stato previsto che la messa a regime si realizzi in due anni, avviando la chiamata, nel primo anno per la fascia di età 47-49 anni e nell’anno successivo per la fascia 45-46. È stato anche previsto, sulla base dei risultati di un progetto che sarà avviato entro il prossimo mese di giugno, l’utilizzo nell’ambito dello screening mammografico dell’intelligenza artificiale che potrebbe supportare efficacemente radiologi e senologi nella refertazione delle mammografie e riducendo i tempi di lettura, mantenendo e migliorando gli standard di performance. La criticità maggiore che ha determinato questo ritardo rispetto al gennaio 2024 è stata la necessità di individuare gli stanziamenti economici specifici per supportare l’estensione dello screening mammografico. Entro giugno sarà avviata la procedura già iniziata dalla precedente amministrazione regionale”.
Nella replica, Romizi ha detto di comprendere “la necessità di rivedere l’organizzazione che necessita di risorse, ma l’auspicio è che si possa procedere nella maniera più tempestiva affinché il servizio possa essere messo a regime in modo il più possibile esteso. L’Umbria è chiamata a dare un segnale importante alle donne”. AS/