“Implementazione dei ‘Patti Educativi di Comunità’ e ‘Comunità educanti’: ecosistemi partecipati e a forte integrazione finalizzati a sviluppare nei territori azioni di contrasto alla povertà educativa”
Ricci (Avs) sottolinea l’importanza della mozione che sarà discussa in Aula domani.
(Acs) Perugia, 24 marzo 2025 - L’obiettivo è quello di impegnare la Giunta regionale a: “adottare ogni provvedimento utile a contrastare la povertà educativa in Umbria, con particolare attenzione alle aree interne, alle periferie urbane e ai territori che presentano le maggiori criticità in termini di marginalità economica e sociale, povertà minorile, accesso ai servizi e rischio spopolamento; promuovere, attraverso interventi mirati, coordinati e l’uso strutturale dei Patti Educativi di Comunità, politiche educative inclusive, rafforzando i servizi scolastici e territoriali, sostenendo progetti che favoriscano l’accesso all’istruzione e alla formazione per tutti i bambini e le bambine e garantendo pari opportunità e contrastando le disuguaglianze; valutare ogni strumento utile (anche in via legislativa) per valorizzare il ruolo della scuola come presidio fondamentale per lo sviluppo della personalità delle nuove generazioni e, al contempo, dei territori; valorizzare il concetto di comunità educante, promuovendo politiche che rafforzino la collaborazione tra scuole, enti locali, famiglie, Terzo Settore e altri attori territoriali, al fine di creare un ecosistema educativo inclusivo e partecipativo, contribuendo allo sviluppo sostenibile e alla coesione delle comunità locali e contrastando lo spopolamento”. È il dispositivo di una mozione presentata dal consigliere Fabrizio Ricci (Avs) e sottoscritta da Bianca Maria Tagliaferri (Umbria domani-Proietti presidente), concernente la “Implementazione dei ‘Patti educativi’ e delle ‘Comunità educanti’ quali ecosistemi partecipati e a forte integrazione finalizzati a sviluppare nei territori azioni di contrasto alla povertà educativa con particolare attenzione alle aree interne e alle periferie urbane”.
Nell’atto si evidenzia come “la povertà educativa rappresenta una minaccia per il benessere delle nuove generazioni, perché significa essere esclusi dall’acquisizione delle competenze necessarie per vivere in un mondo caratterizzato dalla economia della conoscenza, dalla rapidità, dalla innovazione. Ma significa anche una limitazione dell’opportunità di crescere dal punto di vista emotivo, delle relazioni con gli altri, della scoperta di sé stessi e del mondo. Secondo dati Istat (2024) la povertà educativa in Italia è in rapido aumento ed è tra i principali fattori che alimentano tutte le altre forme di disuguaglianza sociale, a partire dalle difficoltà di accesso all’educazione. Nel 2023 il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni in Italia ha interrotto il percorso formativo con la licenza media. Inoltre, l’8,4% degli studenti del quinto anno della secondaria di II grado ha un basso livello di competenze in italiano, matematica e inglese. A questo si aggiunge il problema dell’accesso agli asili nido, che rimane limitato. Nell’ultimo anno, il 70,5% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 19 anni non è mai entrato in una biblioteca, un dato in aumento rispetto al 63,9% del 2019. Inoltre, il 39,2% non ha praticato alcuno sport durante l'anno e il 16,8% tra i 6 e i 19 anni non ha fruito di spettacoli fuori casa (12,9% nel 2019), ovvero non sono mai andati nell’arco del 2023 al cinema, teatro, musei, mostre, siti archeologici, monumenti, concerti”.
Ricci osserva che “spesso la povertà educativa si innesta all’interno di contesti già compromessi dal punto di vista socioeconomico, legandosi a doppio filo al problema della povertà minorile e dello spopolamento, che sta colpendo l’Umbria con un’intensità maggiore di quanto si verifichi a livello nazionale”.
“Rispetto all’abbandono scolastico - sottolinea ancora il consigliere - l'Umbria si posiziona in una situazione migliore del contesto nazionale (5,6%), ma questo non può che spronarci ad aumentare ulteriormente gli sforzi per abbattere le disuguaglianze e le povertà educative. Per fare ciò è necessario partire dal concetto di comunità educante – che includa scuole, famiglie, terzo settore, enti locali, università e altri soggetti territoriali – e promuova una visione di educazione come responsabilità condivisa”.
“I Patti Educativi di Comunità - conclude Ricci - stanno cominciando a diffondersi anche in Umbria e rappresentano uno strumento innovativo di amministrazione e programmazione condivisa, volto a ripensare la scuola e il suo rapporto con il territorio e per questo sono finalizzati a coinvolgere istituti scolastici, enti locali, terzo settore e altri attori territoriali per contrastare la povertà educativa, migliorare il sistema scolastico e promuovere lo sviluppo locale sostenibile. Essi possono diventare dunque un prezioso strumento strutturale per affrontare le disuguaglianze educative”. RED/as