Regione Umbria - Assemblea legislativa


“La Regione si costituisca parte civile nei processi per aggressioni ai danni di medici e forze dell’ordine”

In sintesi

Il consigliere regionale Matteo Giambartolomei (FdI) annuncia la presentazione di una proposta di legge

 

(Acs) Perugia, 6 febbraio 2025 – “La Regione Umbria si costituisca parte civile nei processi per aggressioni ai danni del personale del servizio sanitario regionale, del trasporto pubblico locale, della scuola, delle forze di polizia, delle forze armate, del corpo nazionale dei vigili del fuoco e dei volontari del sistema regionale di protezione civile. Aggressioni ai danni, cioè, di chi serve lo Stato e tutti noi”. È quanto dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Matteo Giambartolomei, annunciando la presentazione di una proposta di legge firmata anche dai colleghi di partito Eleonora Pace e Paola Agabiti.

"Nella mia vita professionale di avvocato - spiega Giambartolomei - ho visto tanti episodi nei quali la costituzione di parte civile è stata lasciata alla discrezionalità e a valutazioni estemporanee. Serve invece certezza: chi aggredisce un servitore dello Stato, nelle sue differenti articolazioni, avrà lo Stato, e in questo caso la Regione, contro nel suo iter processuale civile”.

“Negli ultimi anni si sta assistendo, purtroppo, - prosegue Giambartolomei - all’acuirsi di episodi di vere e proprie aggressioni fisiche ai danni del personale servizio sanitario regionale, del trasporto pubblico locale, della scuola, delle forze di polizia, delle forze armate, del corpo nazionale dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile, seppure manchino statistiche certe sulla dimensione del fenomeno. Gli operatori delle professioni sanitarie e i lavoratori dei trasporti e della scuola nel corso della loro attività lavorativa sono esposti al rischio di subire atti di violenza con una frequenza più elevata rispetto ad altri settori lavorativi. L’esperienza di violenza nel posto di lavoro può consistere in aggressione o altro evento criminoso che può trasformarsi in lesioni personali importanti, se non addirittura, nei casi più drammatici, in omicidio”. 

“Nelle professioni sanitarie – continua Giambartolomei - l’elemento peculiare come fattore di rischio degli atti di violenza è il rapporto fortemente interattivo e personale che si instaura tra il paziente e il sanitario durante l’erogazione della prestazione e che vede spesso coinvolti soggetti, come il paziente o i familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo. Per gli addetti al trasporto pubblico l’elemento ricorrente è in modo particolare l’azione di controllo verso i fruitori del servizio che spesso risultano sprovvisti del titolo di viaggio o pongono in essere atti vandalici sui mezzi. Mentre per gli operatori del mondo della scuola le criticità si trovano nel rapporto studenti/insegnanti e famiglie/insegnanti. Per quanto riguarda le aggressioni ai danni del personale delle forze di polizia, delle forze armate, dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile, queste sono riconducibili in parte alle dinamiche legate alla professione stessa ed in parte – conclude - al clima di lassismo che si è venuto a creare negli ultimi tempi, di forte mancanza di rispetto nei confronti dello Stato e dei suoi rappresentanti”. RED/dmb


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