Aula: il dibattito sulle linee programmatiche
Tutti gli interventi di consiglieri e assessori regionali, le conclusioni della Presidente della Giunta
(Acs) Perugia, 16 gennaio 2025 - Dopo la presentazione del programma di governo da parte della presidente della Giunta regionale, Stefania Proietti, e la replica della portavoce dell’opposizione, Donatella Tesei, si sono succeduti per tutto il giorno gli interventi dei consiglieri regionali e successivamente degli assessori, con le conclusioni del dibattito affidate di nuovo alla presidente Proietti. A seguire tutti gli interventi:
Cristian BETTI (Capogruppo Pd): “Emozionato per questo mio intervento, ma anche felice per vedere in quest’Aula ex Sindaci ed amministratori con i quali, soprattutto nel periodo della pandemia ci siamo trovati insieme ad interloquire con la Regione e il Governo alla ricerca delle migliori soluzioni. Saluto la dottoressa Donetti che si appresta ad iniziare un lavoro importantissimo quale direttrice regionale della sanità umbra. La parola che mi preme sottolineare oggi con più forza è: ‘pace’, la drammatica situazione internazionale è giusto inserirla nella nostra discussione. L’Umbria, terra di san Francesco e Capitini non può rinunciare ad un ruolo di baluardo di pace, per questo è stato importantissimo, nella formazione di questa Giunta regionale, individuare una delega specifica. Cosa che dovrebbe essere presa ad esempio anche da altre Regioni. Oggi celebriamo un momento di assunzione di responsabilità politica da portare avanti con un forte processo partecipativo e con il comune obiettivo di un’Umbria più rispettosa dei diritti fondamentali a partire dalla salute. I 92 comuni che compongono la regione devono tornare al centro di scelte condivise. Le fondamenta del nostro programma riguardano la salute, i giovani, i fragili, la difesa dei diritti. Lo sviluppo sociale ed economico. Vogliamo costruire un piano sanitario con al centro le persone, coinvolgendo l’intero sistema sanitario ed i rappresentanti delle comunità. È inaccettabile che gli umbri debbano andare fuori regione per curarsi. La mobilità passiva è arrivata a superare i 30 milioni di euro. È importante fare l’analisi della situazione economica della sanità e porre quindi le basi per investimenti nel settore con l’obiettivo di recuperare standard di qualità. Dobbiamo lavorare per non tradire la fiducia delle nuove generazioni che vanno maggiormente coinvolte nei processi decisionali. Non siamo contrari alle grandi infrastrutture, ma vogliamo sviluppare collegamenti efficienti che migliorino la vita dei cittadini. Per il collegamento all’alta velocità diciamo no alla soluzione Creti. Bene le infrastrutture sostenibili e trasporti moderni, proteggendo il nostro ecosistema. Il tema dei rifiuti è al centro della nostra agenda. È fondamentale lavorare sul riciclo e sul riuso collaborando con le regioni limitrofe per la messa a punto di una strategia condivisa. È una priorità la difesa dell’ambiente dove spicca la drammatica situazione del lago Trasimeno che oggi è meno 150 cm sullo zero idrometrico, questa deve diventare una questione da affrontare a livello nazionale ed europeo ed in questo è essenziale il ruolo della regione. Le aree interne devono essere parte di uno sviluppo complessivo; vanno ricreate reti di valore per sostenere il settore agroalimentare e le eccellenze territoriali. Altra priorità va riservata alle aree colpite dal sisma nel 2016 e 2023, bisogna investire nelle persone e nei territori mirando alla crescita sociale ed economica. Nel corso della campagna elettorale abbiamo incontrato moltissimi cittadini che sappiamo cosa chiedono. Le linee programmatiche illustrate dalla presidente Proietti puntano ad invertire il declino economico, sociale e politico dell’Umbria. Bisogna superare le condizioni di divario territoriali presenti. Percorreremo la strada davanti a noi con orgoglio e senso di responsabilità, consapevoli delle difficoltà che incontreremo”.
Eleonora PACE (capogruppo FdI): “Auguro buon lavoro a tutti nell’interesse dei cittadini. Il nostro sarà un importante compito di controllo, stimolo e proposta. Il popolo umbro ha deciso di tornare alla casella di partenza, riallacciando il ‘filo rosso’ durato 45 anni dopo la nostra legislatura, affidandosi nuovamente ad un passato remoto che si ripresenta tentando di trasformarsi nel ‘nuovo’. Sul nostro insuccesso abbiamo fatto la giusta riflessione, sulle cose fatte bene e non adeguatamente comunicate ai cittadini, sugli errori comunque commessi. Abbiamo ragionato sulle ragioni per stare insieme in coalizione e come condurre l’opposizione proponendo azioni di continuità amministrativa come ponte di quanto fatto in questi anni e di come organizzarci al meglio per il futuro nell’alternanza. La sconfitta del 2019 la sinistra l’ha archiviata come incidente di percorso e non come implosione di un sistema frutto di governi incapaci che hanno trascinato l’Umbria fuori dal range delle regioni europee più sviluppate. Siamo di fronte ad un Presidente che si definisce civico che tenta di incarnare il ruolo di donna sola al comando, ma che rischia invece di essere la porta Usb per la reintroduzione di file del vecchio sistema amministrativo. Non era mai accaduto, fino ad oggi, che in quest’Aula sedesse una ex presidente della Giunta regionale, dei due presidenti della province e questo dà sicuramente forma e competenza. Il nostro orizzonte è oggi una linea tra chi ha l’onere di governare e chi deve controllare, stimolare e proporre. Contro di noi avete fatto ricorso alla mistificazione fraudolenta che in alcuni casi ha assunto le caratteristiche del procurato allarme, tanto che ci siamo dovuti rivolgere al Prefetto quando si è addirittura lanciato l’allarme per la chiusura di ospedali. In campagna elettorale avete bivaccato negli ingressi degli ospedali strappando il nostro programma dando vita ad uno spettacolo indegno. Lei, presidente Proietti, non perda questa occasione per chiedere scusa. In quel programma c’erano molte cose che lei, Presidente ha chiesto in questi giorni al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro Matteo Salvini. Auspichiamo una importante centralità di questa Assemblea per favorire l’efficienza del nostro ruolo e della macchina legislativa. Sono fiera di aver sostenuto il governo Tesei che ha lasciato in eredità importantissimi provvedimenti e raggiunto grandi traguardi come un più 5 per cento in fatto occupazionale, 30 milioni di euro, attraverso una apposita legge, a sostegno delle famiglie. Ma interventi di ampio rilievo hanno riguardato la sanità, le infrastrutture, la questione chiusura del ciclo dei rifiuti, il turismo, la lotta alla droga. In tema di sanità faccio gli auguri alla dottoressa Donetti nel suo ruolo di direttore regionale, ma mi preme anche sottolineare la gravità di aver cercato di costruire, in questi cinque anni, un ‘caso Umbria’ che non è mai esistito, raccontando bugie sul fatto che stavamo smantellando il pubblico per favorire il privato. Dati inconfutabili dicono la cosa opposta. Continuate a dire che farete una ‘operazione verità’ sui conti della sanità, ma sarebbe meglio ricordare come l’abbiamo trovata noi nel 2019. Oggi, il Mef certifica che nel 2023 si è registrato un avanzo strutturale. Sono queste le operazioni verità. Abbiamo sempre operato in maniera corretta e trasparente. In campagna elettorale la presidente Proietti ha detto di risolvere il problema delle liste di attesa in tre mesi, ma sembra che ad oggi siano addirittura raddoppiate. Con la delega della sanità in capo direttamente al Presidente della Giunta sono stati privati i cittadini di un assessore a tempo pieno. Finalmente dopo 40 anni, nel corso della nostra legislatura, il Pd si è accorto dei problemi degli ospedali di Terni ed Amelia. Ora mi auguro che l’assessore De Rebotti porti avanti e percorra la rotta che abbiamo tracciato. Su infrastrutture e rifiuti siamo di fronte alla politica del ‘no’, come per il nodino e il termovalorizzatore, ma ci piacerebbe conoscere le soluzioni alternative. Sulle infrastrutture viarie l’ex assessore Melasecche ha portato avanti un programma di interventi ampio ed importantissimo. Rispetto al termovalorizzatore ci siamo assunti la responsabilità di scegliere, a differenza del centrosinistra che ha sempre rinviato tale scelta aumentando i costi e ampliando le discariche, queste sì nocive per la salute. Per il turismo sono state fatte cose straordinarie. Quando sento dire dall’attuale assessore che l’aeroporto ha bisogno di una programmazione seria, dopo i risultati da noi raggiunti, fa veramente sorridere. Per l'Ottavo centenario di san Francesco siamo stati noi a portare le risorse di cui si parla oggi. È necessario creare nuove condizioni di sviluppo per l’Umbria. Saremo critici, ma concreti. Occorre avere il coraggio di una grande visione strategica, mostrare idee e cuore per lo sviluppo. L’Umbria è territorio da vivere come cerniera del flusso e del transito dell'Italia mediana. Sosterremo ogni iniziativa verso questa direzione come saremo pronti a contrastare ogni atteggiamento nocivo”.
Fabrizio RICCI (Avs): “Abbiamo un compito importante: riconnettere la politica con i bisogni reali delle persone, a partire dai più fragili e in difficoltà. Dobbiamo combattere la rassegnazione e l’individualismo, ricostruendo un noi dove oggi si trova un io. Abbiamo bisogno di una grande stagione di partecipazione popolare, di entusiasmo e senso di responsabilità. Dobbiamo dare una risposta a chi non è andato a votare. La nostra società è sempre più aporofobica, perché teme e disprezza la povertà, assegnando all’individuo la responsabilità della propria povertà. Noi dobbiamo cambiare questo stato di cose, ripristinando la giustizia sociale e generazionale. Altrimenti si rafforzano gli autoritarismi e la guerra, come quella di Gaza, con il genocidio del popolo palestinese. La scelta della Presidente di assegnare una delega alla pace e alla cooperazione internazionale non era scontata e la ringraziamo. Nello statuto della nostra Regione c’è la cultura della pace tra i principi fondamentali. Si può costruire pace anche da qui. Anche con una parola netta contro la deriva militarista dell’Ue. Avs su questo darà il massimo sostegno, così come sulla vertenza su cambiamento radicale. L’Umbria negli ultimi 4 anni si è spopolata di 16mila abitanti. L’autonomia differenziata sarebbe una sciagura, aggravando questa situazione. Curarsi è diventato un lusso: un umbro su dieci rinuncia a farlo. E si va sempre più fuori regione. Le nuove generazioni non sentono più di poter restare qui per i salari troppo bassi. Crescono precarietà e diseguaglianze. Oggi un minore su 5 in Umbria è in povertà relativa. Diritti delle donne e Lgbt sono stati messi sotto attacco in questi anni. Noi vogliamo difendere diritti e libertà, ampliarli e renderli esigibili. I cambiamenti climatici li troviamo anche sulle sponde del lago Trasimeno. Su queste grandi questioni di giustizia noi vogliamo incidere. Il programma di governo va in questa direzione, come con la proposta del salario minimo regionale, un segnale per la dignità del lavoro e un modo per mettere mano al sistema degli appalti. La tutela, la remunerazione e la dignità dei lavoratori non sono costi ma motori di sviluppo. La scelta di dire no agli inceneritori è giusta e naturale. Priorità sono la lotta all’abbandono scolastico e gli investimenti per il diritto allo studio, che non deve essere una corsa ad ostacoli per chi ha meno possibilità. Anche l’aggressione mafiosa alla nostra economia è reale, superiore alla media nazionale, con imposte evase per un miliardo e 200 milioni di euro: un gigantesco furto alla nostra comunità”.
Laura PERNAZZA (FI): “Le linee programmatiche sembrano un libro dei sogni che rischia di creare nei cittadini aspettative irrealizzabili. Nel programma ci sono carenze significative in termini di fattibilità economica e sostenibilità finanziaria. Ci sono proposte molto ambiziose ma mancano stime sui costi, piani realistici e valutazione delle risorse necessarie per la loro realizzazione. Il contesto economico finanziario della nostra regione viene ignorato. Abbiamo un bilancio regionale di circa 3 miliardi, di cui solo il 5 per cento è fatto da risorse libere. Questa estrema rigidità limita fortemente la capacità della Regione per nuove iniziative senza tagli alla spesa. Nelle linee programmatiche sulla sanità non c’è nulla sull'assunzione in 6 mesi di 150 medici, che costerebbe circa 10 milioni di euro. Le tempistiche sono irrealistiche: i concorsi hanno dei vincoli. Le tempistiche vanno riviste anche per l'abbattimento delle liste d’attesa, e non si dice dove si troveranno le risorse. Per la digitalizzazione della sanità mancano costi e risorse umane necessarie. L’ospedale di Amelia è assente: Presidente, chiarisca che questo rappresenta una priorità. Il salario minimo regionale è una chimera: la Regione può disporre esclusivamente per i propri bandi, non vincolando le altre amministrazioni. Uno strumento che non risolverà il problema della capacità di acquisto degli umbri. Un provvedimento ideologico, con un beneficio nullo. Sono stati completamente dimenticati i professionisti, mai citati nel programma. Una grave mancanza. Non si parla di politiche fiscali mirate per le imprese. La riduzione del carico fiscale per le imprese è una assoluta priorità. Poco si parla di filiere corte e nulla sui distretti del cibo. Si parla di cacciatori solo per il contenimento della fauna selvatica. Ci si è dimenticati delle Province e dei tanti dossier aperti con la Regione, come il problema delle manutenzioni delle strade provinciali. Sull’ambiente sono chiari i no all’inceneritore ma su come chiudere il ciclo dei rifiuti si è più fumosi. Basta con il proporre la tariffazione puntuale che ha clamorosamente fallito come strumento per la mitigazione e l’equità delle tariffe. Confidiamo che alla stagione degli spot elettorali segua maggiore consapevolezza. Siamo giunti a un punto di non ritorno per i costi del sistema rifiuti. Il nostro obiettivo è contribuire al dibattito con proposte concrete e una visione costruttiva. Serve partire da una solida analisi della realtà e non da slogan generici, con politiche concrete che sappiamo guardare al futuro con una strategia chiara per l’Umbria che sappia valorizzare la sua identità culturale, liberale e moderna. È tempo di consolidare i risultati raggiunti. Il mio appello è a non rivedere tutti gli impegni presi dal precedente governo: non possiamo permetterci di tornare indietro. Non usate la Regione per fare opposizione al Governo, sarebbe demagogico e controproducente”.
Luca SIMONETTI (M5S): “Circa 100mila persone in Umbria vivono in condizioni di povertà. A fronte di ciò il piano regionale di contrasto alla povertà risale al 2021, quando esisteva ancora il reddito di cittadinanza. Siamo determinati ad intervenire con forza per dare risposta ai bisogni di salute dei territori, sui quali esistono disparità notevoli. Serve un nuovo Piano sanitario regionale che sia condiviso e co-costruito. Serve un sistema sanitario che non lasci indietro nessuno e che si faccia carico dei problemi legati all’inquinamento, in special modo nel Ternano. L’obiettivo del nuovo ospedale di Terni va perseguito con determinazione. Così come la lotta alle dipendenze e all’abuso di alcol, nell’ottica della riduzione del danno. Servono risposte tempestive per le persone con disabilità e per l’integrazione e l’inclusività. Accogliere per garantire diritti e doveri all’interno di un progetto condiviso. Dobbiamo gestire il presente e garantire il futuro. Non basteranno auspici e declamazioni, dovremo tutelare imprenditori e lavoratori, liberando il lavoro dallo sfruttamento e dal caporalato. Deve essere riconosciuta l’importanza del salario minimo. Dobbiamo saper innovare ed attrarre nuovi saperi. Da qui al 2025 sono in gioco centinaia di posti di lavoro nell’ambito di filiere ad alto valore aggiunto”.
Enrico MELASECCHE (Lega): “Sono preoccupato perché vedo e tocco con mano la differenza tra quello che si dice e la realtà. Sono decenni che sentiamo le stesse affermazioni. Ricordo l’Umbria di 5 anni fa e ricordo quale era l’Umbria che abbiamo ereditato. Questa sorta di paese dei balocchi che viene proposto non esiste. Per governare serve una lucidità e un passo che non sembrano esserci. Ad esempio, garantire la riduzione delle liste di attesa in tre mesi non è realistico. Sostenere che entro un anno la sanità regionale avrà il nuovo assetto è fuori dalla realtà. Questa nuova maggioranza sarà in grado di rendere l’Umbria attrattiva per gli investimenti? Saprà dare ai nostri giovani la possibilità di non dover emigrare? Il vecchio sistema assistenzialistico e quello di potere della sinistra fino a 5 anni fa rendevano l’Umbria una regione piegata su sé stessa. Fino al 2019 l’Umbria era stata amministrata premiando l’appartenenza di partito e di corrente. Non valevano criteri meritocratici ma solo legami politici. In tutto questo le strade principali erano una groviera mentre oggi il 95% delle strutture viarie è stato rifatto. Cinque anni fa il tema della E78 era stato accantonato. Sulla Tre Valli, solo oggi partiranno i lavori per la nuova trasversale Tirreno-Adriatico. Noi abbiamo voluto progetti e ci siamo fatti carico di interessare i Ministeri. Ora vedremo quanto questa Giunta riuscirà ad ottenere per completare questi progetti. E non basterà farsi dei selfie davanti al ministero. La sinistra ha portato l’Umbria ad essere ‘Regione in transizione’ senza poter contare sui fondi destinati al Sud. Rinunciare alla stazione Media Etruria dell’Alta Velocità sarebbe una sconfitta per l’Umbria, un risultato per cui ci siamo battuti a lungo e che porteranno 14 coppie di Frecciarossa al giorno. Abbiamo lasciato in dote 150 milioni per il dissesto idrogeologico e sarà ora di iniziare a spenderli perchè ad esempio a Foligno ci saranno problemi seri in caso di alluvioni. La Giunta di centrodestra ha portato una forte discontinuità amministrativa nella storia dell’Umbria, che oggi è una regione molto diversa da quella del 2019. Non tutto va bene, ma il meglio va sempre perseguito. Il Centrosinistra ha promesso la speranza, la pace e le cose più incredibili: ora dovete cominciare a correre senza perdere un solo minuto. Ci sarà da affrontare la gara per il trasporto pubblico, facendo rispettare quella legge che per 10 anni è rimasta inattuata per favorire gli amici. La modernizzazione del sistema è rimasta bloccata e invece deve essere portata avanti. Abbiamo risanato i debiti della società e combattuto contro gli utenti che non pagavano i biglietti. Non faremo un'opposizione pregiudiziale ma valuteremo con attenzione la differenza tra le promesse e le cose che farete”.
Stefano LISCI (Pd): “Con l’allora assessore Melasecche ci siamo incontrati spesso nella mia città di Spoleto e questo gli fa onore, come ad esempio è avvenuto anche in occasione della grande esercitazione dei volontari della Protezione civile. Rispetto alla infrastruttura ‘Tre valli’ avremo modo di confrontarci in Commissione. Faccio i complimenti anche all’ex assessore Paola Agabiti per l’importante lavoro fatto nel settore del turismo anche nel cratere del sisma e quindi nei territori della Valnerina e spoletino. Cosa che però non posso dire di altri assessori della precedente Giunta, tra i quali l’assessore alla sanità, Coletto che, tante volte invitato, non è mai venuto a Spoleto dove abbiamo saputo che l’ospedale veniva riservato al Covid e quindi, di fatto, della chiusura dalla sera alla mattina. Una chiusura durata anni con gravi conseguenze per la nostra comunità. Con i cittadini ci vuole lealtà. La presidente Tesei promise che l’ospedale sarebbe ritornato meglio di prima, ma non è stato così, i cittadini non vanno presi in giro. Le cose positive fatte dalla precedente Giunta non vanno buttate, ma vanno fatti passi in avanti prendendo in carico i problemi dei cittadini fino a risolverli. Il confronto in quest’Aula è molto importante, ma non dobbiamo restare chiusi qui dentro, bisogna uscire ed andare in mezzo alla gente ed ascoltarla. Auspico che nei lavori delle Commissione ci possa essere un confronto leale e serio”.
Nilo ARCUDI (Tesei presidente-Umbria civica): “Non nascondo la mia emozione per questo mio primo intervento in quest’Aula. Essere qui a rappresentare la comunità umbra richiede un forte senso di responsabilità. Lavorare per avere un’Umbria forte rappresenta un bene per tutti. È condivisibile la prospettiva di raggiungere uno sviluppo economico ambientalmente sostenibile, ma il punto di differenza è come raggiungere l’obiettivo. Sono due gli elementi fondamentali che caratterizzano la competitività di una regione: la sua raggiungibilità e quindi le infrastrutture. La forza di una popolazione è condizionata dalla presenza o meno dei giovani. Prima di fare scelte serve una visione chiara rispetto all’inverno demografico. Nel 2050 l’Italia perderà 5 milioni di cittadini e la maggior parte di loro saranno giovani. Questo indebolisce la forza di un Paese. L’Umbria è, ad oggi, la regione più anziana d’Italia. Altro elemento di debolezza è l’isolamento geografico infrastrutturale. Qui abbiamo la crescita economica più bassa rispetto alle regioni limitrofe. Bisogna dar vita ad azioni concrete per creare crescita, sviluppo e quindi pil. La giustizia sociale favorisce la crescita di una comunità e crea ricchezza. Ho percepito un atteggiamento contrario rispetto ad opere strategiche come il Nodo di Perugia e questo è un danno anche per le future generazioni. Auspico in questo caso un atteggiamento diverso da parte del Partito democratico che ha sempre espresso, in merito, un parere positivo. Non si può rinunciare alla Media Etruria perché è l’unico modo per allacciarsi all’alta velocità e quindi ai collegamenti con l’Italia e con l’Europa. Non perdiamo i 10 milioni di euro di risorse già stanziate. Sull’aeroporto serve la stessa determinazione messa in campo negli ultimi anni e che lo ha rilanciato con successo. Ora va consolidato ampliando le piste e raggiungendo nuovi obiettivi utili a portare in Umbria sempre più persone. Rispetto all'inverno demografico la legge sulla famiglia è stato un importante segnale. Vedremo se prevarrà la politica delle posizioni predefinite o quella della programmazione. Con l’assessore De Luca auspico un confronto su posizioni diverse: Il ciclo dei rifiuti ha una logica semplice in tutto il mondo: spazzamento, raccolta, recupero, riciclo e chiusura del ciclo. Rimarrà sempre una parte residua da smaltire e le modalità sono due: discarica o termovalorizzatore. Il termovalorizzatore è l’impianto più sostenibile esistente, lo dice l’Unione europea ed i paesi ambientalmente più avanzati. L’altra possibilità è l’ampliamento delle discariche creando fortissimi danni ambientali. Rispetto alla sanità si continua a parlare di disastro, ma i dati dimostrano che non è così. La sanità privata è sotto il 12 per cento, meno della media nazionale. Fare interventi in maniera convenzionale è importante per non far attendere i cittadini. L’Umbria non ha la forza economica per competere su tutto. Abbiamo nicchie di successo, ma in questo momento c’è sofferenza nelle aree di Terni e Narni, nella fascia appenninica. Ci sarà una forte criticità nell’alto Tevere a causa della crisi dell’automotive. Lo sviluppo economico è legato al mercato del lavoro. Tutti percepiamo che ci sono persone che cercano lavoro ed imprese che cercano personale, ma non c’è un incrocio. Va fatta formazione alle persone che servono alle nostre imprese e alle nostre aziende”.
Andrea ROMIZI (FI): “Nelle linee programmatiche ci sono tanti no, soprattutto sulle infrastrutture. Un atteggiamento che ci preoccupa e ci riproietta all’indietro nel tempo, interrompendo l’innovazione di questi cinque anni. In Umbria il centrosinistra è una forza aprioristicamente contro: il campo largo assomiglia a un campo spoglio, con poche idee e tanti no. Confrontiamoci sui temi senza pregiudizi. Per recuperare tutti gli umbri che non sono andati a votare serve un’altra modalità di confronto, abbandonando la dialettica veemente e rabbiosa che ha caratterizzato la campagna elettorale. Serve confrontarsi sulle proposte, con una visione e idee innovative, ma anche con una retrospettiva sulla nostra storia. In campagna elettorale ci si limita a confrontarci con gli ultimi anni, ma serve uno sforzo di indagine maggiore: veniamo da una crisi non riferibile ad un quinquennio. In Umbria già dalla metà degli anni 80 era possibile cogliere i prodromi della crisi e di declino: perdita di competitività economica, sistema manifatturiero fragile, scomparsa delle banche regionali, denatalità e invecchiamento, e relativi rischio per il sistema di welfare regionale con povertà crescente. Non possiamo trascurare le complessità che dobbiamo affrontare. No al ping pong destra sinistra: rischiamo di essere un consiglio regionale che enuclea principi belli ma senza possibilità di toccare le criticità. Le ricette di 50 anni di amministrazione di sinistra hanno disatteso l’aspettativa di modernizzazione e sviluppo dell’Umbria, che ha portato ad una situazione di stallo con gravi mancanze di scelte di ordine strategico, su trasporto pubblico locale e infrastrutture. Sui rifiuti l’assessore Morroni ha avuto un approccio laico, con valutazioni tecnico scientifiche. Invece ci sarà un’inversione di direzione e noi vorremmo che avvenga dandoci la possibilità di avere un confronto. È chiaro che non volete il termovalorizzatore ma non abbiamo capito l’alternativa. Non condividiamo le premesse del suo programma. I dati dimostrano che la Giunta Tesei ha ben operato per restituire a questa terra una prospettiva in una situazione che era la più difficile dal dopoguerra. C’è stato un rimbalzo del pil post covid, e nel 2024 l’Umbria è all’ottavo posto per incremento del pil reale. È stata vincente la strategia di aiutare tutte le imprese, anche le più piccole, per farle diventare maggiormente attrattive, come la vicinanza alle filiere produttive. Misure a cui serve dare continuità. Non abbiamo chiaro l’indirizzo che intenderà seguire in questi anni. Le linee programmatiche su questo tema sono generiche e fumose: sembrano ricalcare le politiche dell’assessore Fioroni. Dite di volere le infrastrutture. Peccato avete detto no al nodo di Perugia, no alla stazione Medioetruria, no alla nuova stazione di Collestrada, no al termovalorizzatore. L’Umbria in questi anni si è dimostrata una eccellenza nell’attuazione del Pnrr, nella tutela ambientale, nella rigenerazione urbana, nella lotta ai cambiamenti climatici, nel risparmio energetico. Presidente Proietti dove intende orientare la nostra regione? Avete dimenticato il tema dell’identità regionale. Invece è fondamentale confrontarci su questo”.
Francesco FILIPPONI (Pd): “Queste linee programmatiche rispondono alle difficoltà degli umbri. Dobbiamo partire da alcuni dati per affrontare al meglio questa legislatura. Come il calo dei residenti della nostra regione: 16mila umbri in meno, è scomparsa una piccola città. O lo stipendio medio degli umbri a tempo indeterminato: nel 2022 era di 30mila euro rispetto ad una media nazionale di 37mila euro. Quindi sarà centrale il tema dello sviluppo economico. Anche perché ci sono molte crisi aziendali come quelle dell’Alta valle del Tevere. Senza dimenticare il rilancio del polo chimico di Terni. Serve sottoscrivere entro febbraio l’accordo di programma di Ast. Bene le linee anche sul diritto allo studio. L’Umbria ha l’1,5% della popolazione scolastica nazionale, purtroppo in diminuzione. Occorre adottare tutti gli strumenti utili affinché ci sia maggiore accesso all’istruzione, ci sia un contrasto vero dell’abbandono scolastico e ci sia maggiore sicurezza nei 796 plessi scolastici della regione, il 30 per cento dei quali sono in territorio montuoso. Apprezzo le linee anche sulla strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. Serve aver un’interpretazione normativa rispetto al piano casa del ministro Salvini che entra in contrasto con la nostra legislazione vigente. Molto del nostro mandato si baserà su un’urbanistica e un’edilizia senza ulteriore consumo di suolo. Serve ottimizzare la risorsa idrica, con nuovi investimenti sulle dighe di Montedoglio e Valfabbrica. La riqualificazione urbana è un tema molto sentito dal territorio dal quale provengo, che perde più residenti rispetto ad altri. Particolare attenzione servirà nell’attuazione del Pnrr, con l’ implementazione di tutto il lavoro fatto nella precedente amministrazione. Penso a Borgo Cesi a Terni, su cui serve arrivare a conclusione nei tempi stabiliti. Auspico una commissione speciale sul Pnrr sull’edilizia sanitaria, con particolare attenzione agli ospedali di Narni Amelia e al nuovo ospedale di Terni, che è possibile realizzare solo con fondi pubblici. La delega alla partecipazione e al confronto costante con i cittadini e le cittadine dell’Umbria sarà fondamentale: solo così daremo la possibilità agli umbri di poter credere ad una politica che risponda alle loro necessità”.
Francesco DE REBOTTI (assessore sviluppo economico): “Nei 55 anni della Regione Umbria rientra quel pezzo di storia in cui questa regione è stata immaginata, costruita e resa moderna. Serve rispetto per una storia che è comune a tutti noi. La velocità della politica ha fatto sì che la maggioranza di centro destra sia durata solo 5 anni. Pensare di poter governare oggi con le ricette antiche è piuttosto sbagliato. Serviranno immaginazione e creatività, servono ricette nuove e innovative. La pace non è solo un concetto astratto, visto che la guerra impatta sui costi delle materie prime e dei carburanti, sulle migrazioni e sui limiti all’economia. In un mondo in cui sembra comandare solo il potere economico la pace è conveniente per le imprese, per le famiglie e anche per l’Umbria. Parlare di pace non è quindi solo giusto ma anche conveniente. Se essere ideologici significa avere una propria visione del mondo, allora siamo ideologici. Stiamo per attraversare una tempesta quasi perfetta, che impatterà sull’Alto Tevere quanto sul Ternano. Anche a causa di scelte sbagliate da parte dell’Europa, che non ha individuato un percorso progressivo. Serviranno risorse ed ammortizzatori sociali per le aziende che avranno bisogno di sostegno per gestire la transizione. Le Agenzie regionali hanno un ruolo determinante e vanno rilanciate, uscendo dall’autarchia. Esse devono tornare a svolgere un ruolo integrato ed efficace a sostegno del territorio in questa fase, per favorire nuova crescita, a Nocera Umbra come a Terni. Non si può pensare di spendere 15 milioni per l’area chimica di Terni e di investirne 17 a Pentima. Dovremo capire su cosa investire, anche facendo scelte che sono in contraddizione con il passato. Lo strumento di valutazione sarà la corrispondenza con il nostro sentire e la possibilità di praticare strade alternative, ipotizzando altri scenari possibili rifuggendo dalla follia iconoclasta. Il dinamismo di Melasecche non mi mette in difficoltà ed anzi ha risentito lui di una certa solitudine nell’ambito della Giunta precedente. Sulle infrastrutture dovremo immaginare un’Umbria diversa, con una mobilità veloce ed efficace. Sarà necessario esplorare nuove soluzioni per l’alta velocità per collegare Perugia e Roma, anche in vista dell’afflusso di turisti per il Giubileo. Anche per altre infrastrutture strategiche serviranno approfondimenti e partecipazione. L’Umbria del sud ha sofferto a mettersi in connessione con la Regione. E per questo va compresa l’importanza di dotare quell’area di strutture sanitarie adeguate e strategiche, come quella di Narni-Amelia. Rispetto all’aeroporto, ho effettivamente incontrato i sindacati dei lavoratori, che hanno subito la scelta del cda di Sase, che non è stata condivisa con la Giunta. Presteremo grande attenzione al rilancio sostenibile dello scalo dell’Umbria, verso traiettorie che possano garantire sviluppo e sicurezza”.
Thomas DE LUCA (assessore ambiente): “Non accettiamo lezioni di moralità da nessuno. Noi rappresentiamo un’altra stagione politica. I cambiamenti climatici richiedono risposte urgenti e strutturali, anche per quanto riguarda la salute umana: Terni è ai primi posti nazionali per il rischio di colpi di calore. In queste linee programmatiche leggiamo un cambio di paradigma atteso da un decennio. Ci troviamo oggi a dover smentire una serie di fake news. L’ampliamento delle 3 discariche regionali è stato approvato nel dicembre 2022 dalla Giunta Tesei. L’Osservatorio regionale dei rifiuti ha potuto osservare che l’incremento del conferimento dei rifiuti in discarica c’è stato, anche a causa di rifiuti provenienti da fuori regione. Noi vorremmo allineare i livelli di produzione e di differenziazione dei rifiuti su base regionale, riducendo così la quantità complessiva di rifiuti da trattare. La scelta del centrodestra di puntare sul termovalorizzatore si è scontrata col rifiuto dei territori ad ospitare l’impianto. L’unica soluzione che possiamo attuare è di ridurre da subito e nel minor tempo possibile l’afflusso dei rifiuti in discarica. I dati Ispra del 2022 dicono che a Perugia il costo medio della tariffa per abitante è 285 euro ed a Terni è di 192 euro. A Treviso, con raccolta differenziata all’88% e un indice di riciclo vicino all’80% la tariffa è di 141 euro. Quindi la metà di quanto pagato a Perugia. Un comportamento virtuoso e una maggiore raccolta differenziata coincidono con la riduzione delle tariffe. Il Comitato tecnico scientifico dell’ex assessore Morroni ha effettuato delle previsioni secondo le quali con il termovalorizzatore le tariffe scenderebbero. Ma a pagina 50 del Piano rifiuti viene spiegato che le tariffe devono coprire il costo degli investimenti, ossia della costruzione del termovalorizzatore, di circa 130 milioni. Quella cifra però si riferisce ad un prezziario fermo al 2005, questo significa che il vero costo di quell’impianto sarebbe aumentato fino a 200 milioni. C’è stata quindi una sottostima dei costi che sarebbe stata compensata con l'aumento della Tari. L’inceneritore produce ceneri, poi parzialmente disperse in atmosfera, e scorie che dovrebbero essere portate in discarica nella misura di 60mila tonnellate l’anno. Quindi la chiusura del ciclo sarebbe stata comunque la discarica. Noi invece puntiamo a creare ricchezza con impianti che recuperino le materie prime seconde. Non esistono quindi soluzioni semplici”.
Tommaso BORI (vicepresidente Giunta-assessore al bilancio, patrimonio, fondi europei, agenda digitale, cultura): “Oggi momento importante da non sprecare perché da domani saremo presi dalla quotidianità, dalla frenesia e dagli impegni. Partiamo da due questioni politiche centrali: iniziamo il nostro mandato con un'affluenza alle urne del 52 per cento, questo dato testimonia il fatto che il nostro lavoro dovrà essere maggiore rispetto al passato. C’è una parte consistente della popolazione che ritiene che né la politica, né le istituzioni meritino quei pochi minuti necessari a mettere una croce su una scheda elettorale. Questo accade perché non trovano le risposte che cercano, non trovano né nella politica, né nelle istituzioni la capacità di incidere e di cambiare la loro vita e le loro condizioni materiali. Con riferimento a quanto diceva Gramsci, noi possiamo intendere il nostro mandato o come il perseguimento delle piccole ambizioni, oppure perseguire le grandi ambizioni e cioè la volontà di governare, di fare politica con spirito di servizio ed incidere nella nostra società. Questa è la nostra grande ambizione. L’Umbria deve puntare a diventare il cuore d’Europa. L’Umbria è una regione piccola, ma non debole. L’Umbria dagli anni ‘70, dal regionalismo assume una sua identità culturale, un suo benessere economico e sociale. Apprezzata in Italia e nel mondo come una terra in cui si vive bene. L’Umbria con sacrifici si lega alla locomotiva sociale ed economica delle regioni del nord. Questo grazie ai sacrifici di gruppi dirigenti lungimiranti che hanno promosso e sostenuto fasi di modernizzazione coraggiosa. L’Umbria di oggi ha sia eccellenze che fragilità e questo il processo nato subito dopo la guerra, in quel regionalismo che rappresentò un laboratorio di grande valore nazionale per la qualità del dibattito politico e per la programmazione degli interventi destinati allo sviluppo economico, sociale e culturale. Questo è avvenuto in uno scontro politico aspro, ma la nascita della Regione ha contribuito a condividere e radicare un processo identitario non scontato. I 92 campanili dell’Umbria hanno scelto di essere un’unione. Accanto a tutto ciò ci furono grandi capacità di programmazione. I primi piani sociali nacquero in Umbria, come nacquero qui grandi sperimentazioni promosse dalla politica. Per primi realizzata la rete a supporto delle donne e delle famiglie; i consultori nacquero in Umbria prima che nel resto d’Italia, come pure la sanità per tutti. I 50 anni di governo di questa regione sono una storia da difendere. Noi siamo chiamati a riaccendere una speranza per il futuro. Dobbiamo riattualizzare il modello che ha permesso sviluppo e benessere. Il riscatto dell’Umbria è passato per deleghe trasversali quali la cultura, il diritto allo studio, alla formazione. Il nostro territorio ospita una delle università più antiche del mondo. Nonostante il livello di formazione sia più alto di altre, giovani e donne sono costretti ad emigrare per cercare il proprio futuro fuori regione o all’estero. Grazie a quel regionalismo vantiamo una popolazione studentesca tra le più istruite, un livello culturale per titoli di studio superiore alla media, una coesione sociale conquista di civiltà anche grazie ad un sistema sanitario, spina dorsale dei servizi di questa regione e deve tornare ad esserlo. L’Umbria ha un alto livello culturale, ma noi dobbiamo associare a questo una prospettiva di futuro. Una donna su due è costretta a non lavorare perché ha il carico di cura degli anziani, di una disabilità, di una nuova nascita o di una malattia che si diagnostica in famiglia, questo è sempre sulle spalle delle donne. In questo caso sta a noi trovare un fattore non solo di dignità sociale, ma anche economico. Un terzo di giovani in Umbria rientra nelle categorie dei neet, cioè che non studiano, non si formano, non lavorano, bisogna tenere conto anche di questo. In questo il senso del salario minimo che non va sottovalutato, di un piano casa. È necessario tornare a credere nell’istituzione Regione, in cui si torna ad essere gruppo dirigente, in cui si vuole costruire il riscatto della nostra terra. I cittadini umbri hanno dato un messaggio chiaro, in pochi mesi è stato ribaltato un quadro politico istituzionale con una forte voglia di cambiamento. Siamo dunque chiamati ad inseguire la ‘grande ambizione’ e non perdersi nelle piccole ambizioni quotidiane”.
Simona MELONI (assessore agricoltura, turismo, sport): : “Nei cinque anni passati ho sempre fatto una opposizione costruttiva. La nostra matrice sarà la concretezza che ha subito caratterizzato la nostra azione sin dai primi giorni di governo. A livello sanitario, con il post covid siamo andati a picco a causa di carenza di risorse umane ed economiche e soltanto grazie alla qualità e alla passione e al senso di responsabilità dei medici e degli operatori sanitari che la situazione non è precipitata completamente. Tanto che nel 2022 l’Istituto Crea della sanità, rispetto alle liste di attesa, ci assimilava ad alcune regioni del sud. Le risorse economiche impiegate per l’elisoccorso sono state più che raddoppiate rispetto a quanto previsto. Tra i fallimenti più grandi la rete oncologica oltre alla mancata assistenza rispetto alla salute mentale. In Umbria si è registrato un altissimo uso di psicofarmaci. Rispetto al Pnrr (misura 6) rischiamo di perdere molte ed ingenti risorse quando era stato pensato per risollevare anche la nostra regione. L’auspicio è che possa avvenire una proroga oltre il 31 dicembre 2026. Sento forte la responsabilità di governo e quindi dobbiamo farlo assumendoci le giuste responsabilità. Rispetto all’alta velocità, quello di Creti è un progetto in cui non crede neanche la Regione Toscana. Non è conveniente per nessuna delle due regioni. Per le gravi problematiche del lago Trasimeno, la Lega promise un Commissario nel 2022, ne è arrivato uno nel 2024 allargando le sue competenze e quindi non una figura specifica per il Lago. Il Trasimeno è un’emergenza su cui stiamo lavorando. Abbiamo chiesto una riunione con il Commissario che si svolgerà il prossimo 17 febbraio. Abbiamo chiesto di inserire nel decreto ‘siccità’ predisposto per la Sicilia anche l’emergenza dell’Umbria e per altri interventi sul Lago. A noi piace parlare di concretezza. La Giunta precedente non è stata vicina alle donne. Una su due non lavora. Rispetto alla violenza sulle donne servono fondi nazionali da erogare anche e soprattutto ai Comuni per la realizzazione di case e centri antiviolenza. A livello di sviluppo economico, i dati pubblicati da Aur sottolineano che non siamo riusciti a raggiungere i parametri pre covid. L’unico piano approvato nei cinque anni precedenti è stato quello dei rifiuti, un piano che sostanzialmente non decideva niente, delegando ad Auri e ai sindaci la decisione sul dove realizzarlo, prorogando nel frattempo la vita delle discariche. Il previsto termovalorizzatore sarebbe arrivato non prima di dieci anni. Oggi servono riforme per far rivivere i piccoli comuni e si rendono necessarie importanti misure per le aree interne. Siamo una regione che nel tempo è riuscita a costruire un sistema sanitario sano. La scorsa legislatura ha il record negativo di leggi emanate. Continuerò ad essere collaborativa, auspicando di poter lavorare insieme per l’Umbria e per gli umbri. Siamo chiamati a tenere toni civili per ricreare quella credibilità della politica che possa riportare a votare quel quasi 50 per cento che decide di non votare”.
Fabio BARCAIOLI (assessore istruzione, welfare, politiche abitative, pace e partecipazione): “Ringrazio la presidente Proietti per la grande sensibilità per avermi affidato la delega sulla pace. Siamo orgogliosi di aver riportato in Umbria questa delega. La mia generazione pensava che la guerra fosse stata messa in un cassetto. Ma oggi sembra che la guerra sia l’unico strumento delle controversie internazionali. Per questo è estremamente importante iniziare a parlare di pace e tessere il filo rosso della diplomazia. Lo faremo con grande entusiasmo e impegno. Ma, un po’ scherzando, tra noi diciamo che l’ambientalismo senza la lotta sociale è giardinaggio. Le questioni sociali stanno nella politica. E la guerra è anche questo: le diseguaglianze sono la base che sta dietro a tutti i conflitti. Cercherò di far stare insieme la delega alla pace con quella del welfare, del diritto allo studio. Appena arrivati abbiamo subito affrontato il problema del dimensionamento scolastico, a cui nessuno aveva messo mano. In 10 giorni abbiamo dato seguito ad un lavoro che aveva fatto solo la provincia. Abbiamo cercato di mantenere le scuole, almeno nelle aree interne, dove sono fondamentali. Il ministero ci ha chiesto all’ultimo momento di chiudere due autonomie scolastiche. Abbiamo risposto al Ministro che queste provocazioni sulla scuola noi non le vogliamo. Abbiamo chiesto il riconteggio dei dati scolastici in Umbria. Siamo pronti ad andare al Tar, come hanno fatto altre regioni, contro la decisione del ministro. Tra le tante deleghe ho anche il diritto alla casa, tema estremamente importante. E anche qui abbiamo trovato numerosi problemi. Il 55 per cento delle case dell’Ater sono sfitte perché mancano i soldi per le manutenzioni, per regole interne assurde e per scelte sbagliate dell’Ater. Noi vogliamo incidere su questi temi. Ma non a parole: mi confronterò in questa Aula sulle cose che faremo, sulle cose concrete”.
Stefania PROIETTI (presidente Giunta regionale): “Vi ringrazio per essere stati tutti presenti fino all’ultimo in questa lunga giornata. Grazie agli assessori sento il grande privilegio di avere una vera squadra. Vorrei rispondere ad alcune sollecitazioni pervenute in quest’Aula, evitando di ripetere quanto già detto dagli assessori che sono intervenuti. La presidente Tesei ha giustamente ricordato come con l’epidemia di covid tutto sia cambiato nella sanità. Su questo tema dobbiamo fare una grande operazione di trasparenza. Quando la pandemia è terminata i bilanci delle aziende umbre hanno continuato a peggiorare. Abbiamo chiesto ai direttori sanitari i dati per essere in grado di intervenire. C’è un bilancio regionale e ci sono i bilanci aziendali, che devono avere una vita propria. Il 31 gennaio le aziende devono fornire i dati della certificazione ma posso anticipare che servirà una terapia d’urto. Non ci sono più i fondi accantonati per l’emergenza covid. I numeri del bilancio non restituiscono una situazione rosea. Il Pil è peggiorato, i salari sono i più bassi in Italia, i dati sull'occupazione non fotografano la reale situazione, come sanno bene i cittadini. Il turismo è stato curato dalla precedente amministrazione ma non può essere solo promozione quanto piuttosto vera e propria espansione su tutta l’Umbria. L’aeroporto va declinato in termini di scalo internazionale dell’Umbria, va potenziato. Vero che l’amministrazione regionale ha investito ma anche che una rotta costata 800mila euro ha visto il venir meno del volo su Orio al Serio. Al Cda della Sase abbiamo detto che i piani industriali non si presentano a dicembre e lo vogliamo rivedere per dare un respiro internazionale alle rotte. Sul fondo Monteluce: c’è l’impegno della Regione, di Gepafin e la rigenerazione è necessaria, temi che approfondiremo. Dico alla presidente Tesei che dove sono state aperte strade non torneremo indietro. Rispondendo al consigliere Eleonora Pace, che ringrazio per avere subito mostrato un’opposizione di qualità, stimolante e attenta, dico che non siamo ritornati alla casella di partenza ma siamo andati avanti un bel po'. Quello che abbiamo stracciato non era il programma del centrodestra ma su quel foglio c’era scritto ‘sarà strategico potenziare il tasso di coinvolgimento del privato che in Umbria è pari a un terzo di quello della Lombardia’. È questa la pagina che abbiamo stracciato, perché quel programma non ha portato a condizioni di miglioramento per la salute degli umbri. Liste d’attesa: ci ho messo la faccia ed è giusto che fra due mesi ci sia una verifica. Rispondendo a Laura Pernazza, che ringrazio per la precisione del suo intervento, dico che 14 milioni per Arpa potevano essere impiegati per le assunzioni in sanità. Sul salario minimo: gli appalti devono garantirlo, e vogliamo creare le condizioni per sostenere un provvedimento di legge che faccia ‘cultura’ contro il salario minimo. Per quanto riguarda i rapporti sul piano nazionale: ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante far vedere che l’Umbria esiste, è importantissimo esserci, sempre. A Enrico Melasecche, che ringraziamo per l’impegno mostrato, dico che tra il dire e il fare ci vuole tanta forza politica, abbiamo incontrato il ministro Salvini e chiesto i fondi per rifinanziare le opere previste. Anche il Tpl va potenziato, dobbiamo intercettare il più possibile sul fondo dei trasporti. Ritardi ci sono, ce li prendiamo sulle spalle ma su infrastrutture e trasporti il piano dell’Umbria poteva e doveva essere molto più incisivo. A Nilo Arcudi rispondo che sul ‘nodo’ ci vogliono le risorse, andiamo a vedere se ci sono. Sul 'Frecciarossa' in Umbria intendiamo fare molto di più. Con Andrea Romizi condivido il fatto che dobbiamo combattere di più perché siamo più piccoli, quindi dobbiamo essere insieme per realizzare le cose. Non condivido invece il trionfalismo, perché è mancata totalmente la politica industriale ma condivido invece la spinta al regionalismo, che dobbiamo riprendere in mano. Vogliamo andare comune per comune, l’Umbria deve essere forte nel suo multicentrismo, che deve essere la nostra ricchezza. Questo ente deve ritornare a essere una regione leggera, che pianifica e controlla, facendosi forza di tutti i suoi 92 Comuni e andare a chiedere le necessarie risorse, ripensare il regionalismo e l’identità umbra. Recuperare una governance forte e unitaria per ritornare regione di grandi avanguardie, come l’Umbria è stata in passato. In conclusione permettetemi una citazione: il ‘Cantico delle creature’ ci farà da guida, è un manifesto scritto da un umbro che parla di ambiente, di coesione e che parla ai governanti. Pericle agli ateniesi ricordava che il governo che favorisce i molti invece dei pochi si chiama democrazia”. PG/MP/DMB/AS