Pietro Conti. L’operaio e il presidente,

con un saggio di Raffaele Rossi e testimonianze a cura di Bruno Rossi e Renzo Massarelli
Pietro Conti nasce a Spoleto nel 1928. La sua è una famiglia operaia e il suo futuro è quello di un operaio. Lo sarà per qualche tempo ma a una riunione sindacale, appena ventenne, prende la parola in mezzo a una folla che «parlava e non concludeva». Lui parlò a mezza voce «fu questo a sorprenderli, certo è che ascoltarono e approvarono la soluzione che suggerivo». Da quel giorno, l’impegno sociale e politico di Pietro Conti non conoscerà interruzioni, sino all’ultimo giorno, per quarant’anni. Ci sarà il lavoro di dirigente nel PCI e nel sindacato e poi nel 1970 l’operaio diventa il presidente. Dal 1976 l’impegno in Parlamento e infine l’ultimo incarico nella sua città, sindaco di Spoleto, fino all’anno della sua morte nel 1988.
Conti è stato davvero uomo politico più importante dell’Umbria? La sua vita è stata varia e complessa, piena di impegni diversi, eppure quei sei anni di presidente hanno contato più di tutto il resto.
In questo volume la vita, le esperienze politiche, le luci e le ombre di un uomo legato all’emancipazione sociale di grandi masse eppure, spesso, solo con sé stesso e le sue idee.