“Ast, preoccupazione per il fermo di uno dei due forni”
Nota di Bori (Pd) che esprime “solidarietà ai lavoratori”
(Acs) Perugia, 9 settembre 2024 – “Esprimo solidarietà ai lavoratori e profonda preoccupazione per il fermo di uno dei due forni delle Acciaierie di Terni, così come recentemente annunciato in una nota di Ast”. È quanto dichiara il consigliere del Partito democratico Tommaso Bori.
“Le ragioni che hanno portato alla fermata e alla cassa integrazione per i lavoratori - sottolinea Bori, segretario regionale del Pd - sono la dimostrazione che né il Governo Meloni né la Giunta Tesei hanno mai avuto veramente a cuore la sostenibilità e la competitività di un impianto strategico come quello di Terni. Il tema irrisolto del costo dell’energia, per Ast, ovvero per un’industria energivora che arriva a consumare in un anno quanto l’intera città di Napoli, rappresenta un fattore imprescindibile che va affrontato quanto prima. Ne va del futuro di un sistema tanto complesso quanto importante per l'Umbria e per l'intero Paese, che deve essere messo nelle condizioni di competere nel mercato siderurgico al pari degli altri attori internazionali”.
“Ritengo, per questo, quasi paradossale - continua Bori - che non sia stata ancora verificata l’ipotesi di ripristino del collegamento tra Ast e la centrale idroelettrica di Galleto, che sarebbe in grado alimentare l’impianto attraverso energia pulita e a chilometro zero. Serve dunque che la destra che governa a livello regionale e nazionale si faccia carico delle sue responsabilità, di questo immobilismo che, a distanza di anni, non ha portato ancora alla firma del nuovo accordo di programma né ad affrontare in maniera costruttiva e responsabile il nodo energia, nonostante gli impegni assunti con Arvedi”.
“Come ha giustamente sottolineato più volte in questi giorni la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein - prosegue Bori - il governo Meloni deve mettere in campo una politica industriale che accompagni i cambiamenti che stiamo vivendo. Bisogna dare continuità agli incentivi tenuto conto che quelli legati alla transizione 5.0 finiranno nel 2025. Non possiamo più accettare che il paese continui ad avere i costi dell’energia più alti in Europa. Ciò rappresenta un problema enorme non solo per la competitività del sistema, tanto da mettere in crisi comparti strategici come quello di Terni, ma anche di prospettive per l'occupazione. Il Partito Democratico regionale e nazionale, - conclude Bori - esprimendo solidarietà e vicinanza ai lavoratori che verranno penalizzati, loro malgrado, dal fermo della produzione di uno dei due forni, intende mettere in campo tutte le iniziative utili affinché la vicenda trovi al più presto una soluzione concreta e praticabile per l'azienda e per i lavoratori”. RED/dmb