QT 2 “Spesa sostenuta per contratti di lavoro autonomo per medici e infermieri nella Aziende sanitarie umbre”
A De Luca (M5S) risponde assessore Coletto: “i dati mostrano che la crescita della spesa è legata all’emergenza covid”
(Acs) Perugia, 20 febbraio 2024 – Nella parte riservata al Question time della seduta odierna dell’Assemblea legislativa, il capogruppo del M5S, Thomas De Luca ha chiesto all’assessore Luca Coletto di conoscere la “spesa sostenuta per contratti di lavoro autonomo per medici e infermieri nella Aziende sanitarie umbre e gli intendimenti in merito della Giunta regionale”.
Illustrando l’atto in Aula De Luca ha detto che “siamo arrivati alla terza interrogazione consecutiva per poter comprendere come vengono gestite le risorse della nostra sanità. Per questo vogliamo conoscere a quanto ammonta la spesa per contratti di lavoro autonomo per professionisti medici e personale infermieristico nelle aziende sanitarie e ospedaliere umbre negli anni dal 2018 al 2023, specificando quanti sono i contratti attivi al primo gennaio 2024 per ogni azienda sanitaria e ospedaliera della regione. Il 26 gennaio le aziende hanno diffuso una nota per ribadire di non aver mai fatto ricorso alla contrattualizzazione con cooperative per acquisire ‘medici gettonisti’, ma in via straordinaria e residuale con contratti di lavoro autonomo. Lo scorso 6 febbraio, rispondendo ad una interrogazione, l’assessore Coletto ha ribadito che la Regione non fa ricorso a medici a gettone e che quando è stato necessario le Asl sono ricorse, con avvisi pubblici, all’uso di medici liberi professionisti. Il costo delle esternalizzazioni del personale sanitario verrebbe comunque imputato alla voce ‘beni e servizi’ nel bilancio delle Aziende sanitarie, anziché a quella del ‘personale’, sottoposta a un rigido tetto di spesa. I dati della Cimo Fesmed: l’Umbria sarebbe passata dagli 1,98 milioni di euro spesi nel 2019 per medici e infermieri in affitto, a spendere 5,69 milioni nel 2021. Un balzo di spesa del +287 percento contro una media nazionale del 66. Nella relazione allegata alla decisione di parificazione del rendiconto generale della Regione Umbria viene specificato come nel corso del 2022 l’Azienda Usl Umbria 1 avrebbe attivato 25 contratti di lavoro autonomo per professionisti medici, mentre nell’Azienda Usl Umbria 2 al primo gennaio 2022 risultavano presenti 112 incarichi esterni; per quanto riguarda l’Azienda ospedaliera di Perugia per l’anno 2022 è stata riferita l’attivazione di un unico incarico esterno, mentre all’Azienda ospedaliera di Terni nel 2022 erano attivi 5 incarichi esterni. Il tutto per una spesa complessiva che sfiora i 3,5 milioni di euro, in diminuzione rispetto alla spesa di 6,958 milioni del 2021 che aveva risentito degli effetti collegati all’emergenza covid”.
L’assessore Luca Coletto ha risposto che “la spesa sostenuta dalle aziende regionali per contratti di lavoro autonomo per professionisti medici e infermieri nel 2018 era di 358mila euro, nel 2019 273mila, nel 2020 3 milioni 683mila euro, nel 2021 6 milioni 759mila euro, nel 2022 3 milioni 446mila e nel 2023 2 milioni 390mila euro. La crescita è legata all’emergenza pandemica. Ed erano evidenti le difficoltà in pandemia nel fare concorsi. Il problema è il numero chiuso, i test di accesso non hanno aiutato ma limitato molto la possibilità di avere nuovi medici, tanto che si è dovuto ricorrere all’inserimento in reparto degli specializzandi dal terzo anno, e adesso sembra che il Ministero abbia intenzione di inserirli dal primo anno. Ma non è questa la soluzione. La soluzione sarebbe togliere il numero chiuso. Al primo gennaio 2024 in ciascuna delle quattro aziende sanitarie regionali risultano attivi 14 contratti nella Azienda Usl Umbria 1, 21 nella Usl Umbria 2, nessun contratto nell’Azienda ospedaliera di Perugia e 6 in quella di Terni. Il costo di tali contratti, conferiti dopo procedure selettive, ha contribuito a determinare l’aggregato ‘ costo del personale’ per la verifica dei limiti di spesa”.
Nella sua replica De Luca ha detto che “ci sono volute 3 interrogazioni per avere questi dati. C’è stata una interpretazione arbitraria del termine gettonista. Ci troviamo di fronte alla plastica dimostrazione di come non ci sia trasparenza in Regione. Mi ritengo soddisfatto della risposta dei dati ma non delle valutazioni. Tolto il periodo covid, la comparazione del 2023 e del 2019 mostra una spesa decuplicata. Quindi è rimasto in maniera strutturale il ricorso a questo tipo di collaborazione. Se al primo gennaio 2024 nell’Azienda ospedaliera di Perugia non ci sono contratti attivi e la Asl 2 ne aveva 112, allora c’è un problema strutturale che va affrontato. Usiamo risorse ben superiori al tetto facendo ricorso a persone che potrebbero essere stabilizzate”. DMB/