“La chiusura dei musei civici di Perugia è segno di pressappochismo: la Regione vigili”
Il consigliere regionale del Partito democratico, Tommaso Bori, annuncia la presentazione di una interrogazione alla Giunta per conoscere “quali iniziative intende portare avanti in considerazione del danno a tutto il comparto turistico umbro”
(Acs) Perugia, 24 luglio 2023 - “Nel momento di massima esposizione cittadina, complice l’edizione del cinquantennale di Umbria Jazz, i musei civici di Perugia chiudono dall’oggi al domani, provocando un danno economico e d’immagine non secondario alla città, i cui visitatori non potranno ammirare i capolavori come la Cappella San Severo, Palazzo della Penna e il Complesso templare di San Bevignate. Quello che è accaduto infatti con la gara d’appalto è l’ennesima prova di incapacità e pressappochismo della Giunta comunale di Perugia”. È quanto dichiara il consigliere regionale Tommaso Bori (Pd) annunciando la presentazione di una interrogazione “per conoscere se la Regione sia al corrente di quanto accaduto e se, nei limiti della propria competenza, intenda portare avanti iniziative in considerazione del danno al sistema museale di Perugia e di conseguenza a tutto il comparto turistico umbro”.
“Il sistema museale di Perugia – spiega Bori in una nota condivisa anche con il gruppo del Pd del Comune di Perugia – è inserito in quello regionale. Con il bando del 2016, il servizio di gestione è stato affidato alla società Munus Srl Arts&Culture. Tale affidamento aveva una durata di 36 mesi ed è stato rinnovato per altri 36, quindi fino al 31 gennaio 2023. Nelle more dell’espletamento della nuova gara, la concessione è arrivata al 31 luglio. Alla gara, la cui scadenza della presentazione delle offerte era prevista il 14 marzo, ha partecipato solo la Munus, che il 20 giugno ha comunicato la mancanza di interesse e la rinuncia alla gara in parola, in corso di svolgimento. Questo ha comportato quindi l’annullamento della procedura di affidamento e la chiusura delle strutture comprese nel circuito”.
“Evidenti – continua Bori – i danni che ciò sta causando ai servizi culturali della città, aggravato, come detto, dal fatto che questo si sia verificato in un momento di forte presenza turistica. Per non parlare del disagio delle decine di dipendenti della Munus, privati del loro incarico. Il ritiro della Munus anche dalla gara per la conduzione del sito di San Francesco al Prato ha comportato lo slittamento anche della riapertura di quel sito”.
“La situazione venutasi a creare – sottolinea Bori – richiede un’attenta analisi, al fine di comprendere se siano stati valutati tutti gli elementi qualificanti, in particolare quelli di rischio, della società vincitrice, sia al momento dell’originario affidamento sia, soprattutto, al momento della proroga nel gennaio 2023 e al momento della valutazione dell’offerta dalla società stessa, presentata nella procedura in corso sino al 20 giugno. Tale approfondimento deve avvenire anche a livello regionale, vista la gravità della situazione che riguarda il capoluogo dell’Umbria. Da parte nostra, il Pd ha sempre evidenziato le proprie perplessità in merito alla gestione dei sistemi museali e dei servizi appaltati. Alla luce di questo inquietante scenario, è necessario sapere – conclude Bori – se la Regione intenda agire, pur nei limiti della propria competenza”. RED/dmb