Contrastare la normativa europea per la riduzione delle emissioni di co2 dei motori al 2035
L’Assemblea legislativa approva la mozione di iniziativa dei consiglieri Valerio Mancini e Manuela Puletti (Lega) sulla “Modifica della normativa europea che prevede la riduzione del 100% delle emissioni di Co2 di autovetture e veicoli commerciali leggeri di nuova produzione a partire dal 2035”.
(Acs) Perugia, 30 maggio 2023 - L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza (Lega, FdI, Tesei presidente) la mozione di iniziativa dei consiglieri Valerio Mancini e Manuela Puletti (Lega) sulla “Modifica della normativa europea che prevede la riduzione del 100% delle emissioni di Co2 di autovetture e veicoli commerciali leggeri di nuova produzione a partire dal 2035”. L’atto di indirizzo ha registrato il voto contrario di De Luca (M5S) e l’astensione di Bori, Meloni (Pd) e Bianconi (Misto).
Illustrando l’atto in Aula prima del voto, Mancini ha spiegato che la mozione impegna la Giunta di Palazzo Donini ad attivarsi per contrastare la normativa europea: “La legislazione approvata prevede l’obbligo per le nuove autovetture e per i nuovi veicoli commerciali leggeri di non produrre alcuna emissione di C02 dal 2035. L’obiettivo è quello di ridurre del 100% le emissioni di questi tipi di veicoli rispetto al 2021. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono stati fissati al 55% per le autovetture e al 50% per i furgoni. Tuttavia, secondo quanto riferito dal vice presidente di Confindustria per filiere e medie imprese, ‘la decisione del Parlamento europeo di vietare la vendita di nuove auto a motore endotermico dal 2035 potrebbe avere in Italia un ‘effetto Cuba’. La gente non potrà comprare le auto elettriche perché troppo costose, e continuerà a girare con auto sempre più vecchie’. La decisione dell’Europarlamento è stata presa su impulso ideologico, senza calcolare gli impatti ecologici, economici e sociali. Non sono stati fissati solo gli obiettivi, ma anche il modo per arrivarci, cioè l’elettrico. Questo provocherà danni in Italia’. La scadenza fissata dall’Europa per immatricolare dal 2035, tranne qualche eccezione, solo auto elettriche rischia di mettere a rischio la filiera italiana dei motori, incidere sui bilanci delle famiglie e dello Stato e di aprire le porte all’invasione dei marchi cinesi. La vendita di auto elettriche nel nostro Paese è ancora limitata con una quota che si è fermata nel 2022 aI 3,7% contro il 14% della media europea e punte del 33% in Svezia, del 23% in Olanda, del 21% in Danimarca e del 18% in Germania, Finlandia e Svizzera e che c’è, inoltre, anche il problema della rete dei punti di ricarica, oggi solo 36.772. Secondo uno studio di Clepa, l’associazione europea della componentistica, si perderanno 275mila posti di lavoro in Europa contro i 226.000 previsti nel 2040 per le produzioni dei sistemi elettrici. E in Italia, Paese con una filiera di piccole aziende esportatrici con un saldo attivo della bilancia commerciale di 5,5 miliardi andrà peggio con la stima di 73mila posti persi. Per Confapi, invece, ne sarebbero a rischio quasi il triplo (195mila) e oltre 2.200 piccole imprese della componentistica”.
INTERVENTI
Thomas De Luca (M5S): “L’Umbria è regione leader nella produzione di veicoli elettrici e ad idrogeno. L’Università di Perugia sta svolgendo importanti ricerche sui sistemi di accumulo. Abbiamo tutti gli strumenti per adeguarci alle nuove direttive. Nel 2035 si dovrà interrompere la produzione di quei motori, non la loro circolazione. Va perseguito il principio della ‘Giustizia climatica’: la devastazione attuale deve essere pagata da chi ha inquinato e da chi continua a farlo”.
Michele Fioroni (assessore): “Il problema non è se davvero vanno ridotte le emissioni. Il problema è sui percorsi e le tempistiche. La scelta europea, che noi riteniamo scellerata, viola il principio di neutralità tecnologica. Quel provvedimento individua, non senza dubbi, una tecnologia per risolvere il problema senza prevedere percorsi alternativi. L’Europa mette risorse per l’idrogeno, ma al tempo stesso non lo considera un vettore per la mobilità verde. E non ci sono fondi per i biocarburanti. Abbiamo aderito all’Automotive Regions Alliance per costruire un processo di transizione in maniera industriale”.
Valerio Mancini (Lega): “La sola soluzione per affrontare questi problemi è l’idrogeno. Ci sono scienziati che si oppongono all’ideologia ambientalista che si è affermata a Bruxelles”.
Thomas De Luca (M5S): “Ci sono milioni di scienziati che sostengono la necessità di superare i motori attuali. L’idrogeno non è una fonte, ma un vettore energetico, che pure potrebbe fornire un contributo importante. Bisogna impegnarsi a ridurre il riscaldamento della Terra. Serve un percorso di accompagnamento delle nostre imprese verso un automotive sostenibile”. MP/