Qt 5 - “Chiarimenti su chiusura punto nascita Spoleto”
Interrogazione di Thomas De Luca (M5S), assessore Luca Coletto: “Linee guida nazionali impongono dei parametri che siamo tenuti a rispettare”
(Acs) Perugia, 20 dicembre 2022 - L’Assemblea legislativa dell'Umbria, nella odierna seduta di Question time, ha discusso l’interrogazione a risposta immediata “Ospedale San Matteo degli Infermi di Spoleto, chiusura del punto nascita. Chiarimenti della Giunta regionale al riguardo”, a firma del consigliere regionale Thomas De Luca (M5S).
Illustrando in Aula l’atto ispettivo, De Luca ha detto che “sulla chiusura del Punto nascita di Spoleto la richiesta di deroga della Regione al Ministero è totalmente incompleta. Si tratta di una precisa volontà politica della Regione Umbria. Le normative ministeriali, infatti, pongono esclusivamente in capo all’assessore la procedura per la richiesta di deroga. Richiesta che doveva essere ‘formalizzata dall'assessorato alla Salute, sentito il parere del Comitato Percorso Nascita Regionale’ come definito dalla Fase 1 del Protocollo Metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui e in condizioni orogeografiche difficili.
Il protocollo definisce in maniera chiara e indiscutibile gli elementi necessari alla valutazione della richiesta di deroga tra cui: b) Relazione che attesti che il Punto nascita in deroga si inserisca in modo organico nella rete di offerta dei Punti nascita, con una particolare attenzione alla modalità di attuazione del Sistema di trasporto in Emergenza della madre e del neonato; c) Analisi dei flussi di mobilità attiva e passiva delle partorienti rispetto ai punti nascita di cui si chiede la deroga, compreso la georeferenziazione, nonché il potenziale bacino di utenza per mostrare il numero di parti dell’area interessata. La Regione deve elaborare un programma per incrementare l’indice di attrazione dai Comuni del bacino di utenza, comprensivo del cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il reclutamento delle partorienti; d) definizione del responsabile del Punto nascita in deroga e formazione; e) Analisi dei costi. Nella richiesta di deroga presentata dalla Regione Umbria al Ministero della Salute mancano importanti elementi richiesti per la valutazione finale, come un programma finalizzato ad incrementare l'indice di attrazione comprensivo di un cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il reclutamento delle partorienti nel Punto nascita di cui si richiede la deroga. L'esclusione del Comune di Norcia non è stata minimamente compensata dall'inserimento di comuni extra-distretto, al contrario estremamente penalizzata. Al Comitato Percorso Nascita nazionale è attribuito il compito di esprimere un parere meramente consultivo che non può imporre alcuna chiusura dei Punti nascita. Quest'ultima è una decisione che spetta alla politica regionale. Per questo la Giunta deve riconsiderare la scelta di chiudere il Punto Nascita di Spoleto (avvenuta senza alcun provvedimento formale della Giunta) che risponde alle esigenze di un territorio vasto e disagiato, e implementare un cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il ripristino del personale ed una strategia per il rilancio post-covid del Punto Nascita di Spoleto”.
L’assessore Luca Coletto ha risposto che “i dati nel 2019 dicono che ci sono stati 488 parti, nel 2020 452. I parti del 2019 sono dunque inferiori al limite minimo dei 500. Abbiamo chiesto la deroga al Ministero, concessa fino al 31 dicembre 2021. Il Punto nascita era quindi già attenzionato nel 2019, per la sicurezza delle partorienti e dei nascituri. Condizioni che solo nei grandi ospedali vengono garantite. Abbiamo inoltrato richiesta di deroga per tutto il 2022 a cui il ministero ha risposto che esiste solo un modesto disagio oro-geografico e che i numeri dei parti sono sotto il limite minimo, decidendo quindi la definitiva disattivazione del Punto nascita. Reperire pediatri e medici in generale è molto difficile. Tanto è vero che c’è una migrazione verso le cooperative. Le strutture pubbliche si trovano estremamente a disagio a causa di questa miopia nella programmazione degli accessi alla facoltà di Medicina. Anche tenendo conto dei due mesi di sospensione del 2020, non sarebbero stati raggiunti neppure in quell’anno i numeri necessari (350) al mantenimento del Punto nascita. Sono peraltro attenzionate le strutture che registrano un numero di parti inferiore ai 1.000 all’anno, perché carenti in termini di sicurezza e di risorse mediche e specialistiche disponibili. Le linee guida nazionali che abbiamo dovuto rispettare sono datate 2010 e 2018, non le abbiamo scritte noi”.
Il consigliere De Luca ha replicato che “è stata la struttura regionale a dire che a Spoleto c’erano tutti i criteri per partorire in sicurezza. Invece di invitarmi ad andare in Procura, l’assessore dovrebbe assumersi la responsabilità di una scelta politica giustificata con un parere consultivo. Non mi è stato risposto sul perché mancano dei documenti fondamentali per la richiesta di deroga. Il disagio orografico non è di certo modesto, visto che serve oltre un’ora e mezzo per raggiungere l’ospedale da alcune zone marginali. Avete tolto un presidio fondamentale e avete umiliato le comunità di Spoleto e della Valnerina”. MP