“RIVEDERE LA LEGGE REGIONALE E IL REGOLAMENTO RIAPRENDO IL CONFRONTO NEL MERITO DELLE QUESTIONI CON LE PARTI SOCIALI” - PAPARELLI (PD – PORTAVOCE OPPOSIZIONI) SULL’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA
(Acs) Perugia, 24 ottobre 2022 - “Si è svolta oggi la consultazione pubblica voluta dalla minoranza sul regolamento per l’edilizia residenziale pubblica, attuativo della legge approvata lo scorso novembre con il voto contrario delle minoranze. Come ribadito in Commissione riteniamo anzitutto sbagliato e inopportuno, che la Giunta chieda di approvare il regolamento attuativo della legge regionale in materia di edilizia residenziale pubblica, senza aver prima provveduto a cambiare le norme che sono ormai da un anno state oggetto di rilievi costituzionali da parte del Governo”. E’ quanto rileva il consigliere regionale del Partito democratico e portavoce dell’opposizione Fabio Paparelli.
“La Giunta regionale – spiega Paparelli - ha avuto più di un anno di tempo per correggere le storture della legge e altrettanto tempo per fare seguito all’odg da me proposto e approvato unanimemente dall’Assemblea legislativa, per procedere alla revisione dei canoni d’affitto ed evitare che alcuni automatismi portassero ad aumenti ingiustificati e insostenibili per alcune categorie di utenti. Non comprendiamo come si possa non tenere conto delle richieste che sono giunte in questi mesi dalle associazioni e dai sindacati degli inquilini tanto che, oggi in audizione, anche i rappresentanti dell’Anci si sono uniti alla richiesta di modifica della legge stessa. I rilievi del Governo avevano messo già evidenziato il fatto che la nuova normativa eccede in taluni casi le competenze regionali, ‘determinando un’indebita ingerenza nella materia ordine pubblico e sicurezza, riservata allo Stato, oltre ad introdurre competenze nuove ed ulteriori delle forze di polizia, determinando uno sconfinamento nella materia dell’ordinamento amministrativo dello Stato’. Il caso di decadenza dall’assegnazione per i condannati, ad esempio, che viene disposto, per altro, solo per alcuni reati e non per quelli più gravi, arriva a coinvolgere i loro nuclei familiari per intero e questa fattispecie risulta ancora oggi a nostro avviso in parte illegittima ed in parte pericolosa sul versante sociale, in quanto si rischia di buttare per strada adulti e bambini innocenti o rimandare il problema ai servizi sociali dei Comuni che non hanno peraltro spazi adeguati per l’emergenza abitativa”.
“Anche la riserva – prosegue il consigliere regionale - di posti previsti per le forze dell’ordine o la loro decadenza in caso di trasferimento decisa dalla Prefettura, sono l'effetto di una norma regionale che va rivista e corretta, in quanto da un lato lesiva del principio di uguaglianza dei lavoratori dipendenti e dei principi sanciti dal Codice civile sul tema della morosità e dall’altro lesiva della autonomia delle Prefetture. Ci sono poi anche altri elementi che destano perplessità come la cristallizzazione dello stato di una famiglia (Isee, numero componenti etc.) al mero momento della presentazione della domanda. Ciò significa che in caso di tempi lunghi tra la domanda e la graduatoria viene meno la possibilità d’integrare la domande a seguito della richiesta di beneficio, qualora intervengano fatti o atti rilevanti che coinvolgono i nuclei familiari (si pensi a licenziamenti o crescita dei componenti del nucleo famigliare). Alcune di queste fattispecie di stampo prettamente ideologico porteranno a contenzioso e conseguenti blocchi di graduatorie”.
“Occorre dunque – conclude Fabio Paparelli - che la maggioranza e la Giunta regionale si rendano in primo luogo disponibili ad ascoltare Anci e sindacati, a dare vita celermente ad un confronto per la revisione dei canoni, vista anche la condizione delle famiglie martoriate dai costi energetici e dall’inflazione. In secondo luogo, come emerso dalla consultazione, diventa prioritario rivedere la legge e il relativo regolamento riaprendo il confronto nel merito delle questioni con le parti sociali, ben consapevoli che le politiche abitative non possono essere disgiunte dalle politiche sociali, e quindi dal Piano sociale vigente, che parla espressamente di ‘stretta integrazione tra le politiche per la casa e le politiche sociali’ al fine di salvaguardare le maggiori fragilità anche con azioni di supporto a carattere preventivo”. RED/mp