Regione Umbria - Assemblea legislativa


L’ASSEMBLEA APPROVA INTEGRAZIONI ALLA LEGGE “14/2016” (POLITICHE DI GENERE) IN FAVORE DELLE DONNE CON DISABILITÀ – MINORANZA NON PARTECIPA AL VOTO

(Acs) Perugia, 11 ottobre 2022 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato con i 12 voti favorevoli della maggioranza la proposta di legge “Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale ‘14/2016’ (Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini)”, di iniziativa dei consiglieri Francesca Peppucci (prima firmataria-Gruppo misto) e Daniele Carissimi, Paola Fioroni, Stefano Pastorelli, Valerio Mancini (Lega). I gruppi di minoranza non hanno partecipato al voto perché, pur non essendo ostili a intervenire sul tema, ritenevano necessario un ulteriore passaggio in Commissione, viste le contrarietà espresse dal Centro pari opportunità. 

La prima firmataria dell’atto, Francesca PEPPUCCI ha spiegato che con quessto atto “vengono introdotte misure per contrastare la discriminazione multipla delle donne con disabilità, una doppia discriminazione, sia di genere che per quanto attiene alla disabilità. Le donne con disabilità subiscono discriminazioni maggiori anche rispetto agli uomini con disabilità, così come violenze fisiche e psicologiche. Sono discriminate anche per quanto riguarda la formazione e il lavoro; spesso dopo la scuola non sono avviate a percorsi di formazione che possano garantire posizioni lavorative migliori. Per questi motivi si ritiene di aggiornare la legge regionale sulla parità di genere che, attualmente, non cita nemmeno le donne con disabilità. Serve un cambio di passo nei confronti di tutte le forme di disabilità”.

SCHEDA

Con cinque articoli aggiuntivi, si prevede che la Regione “riconosca adeguata tutela alle donne con disabilità, quale categoria soggetta a discriminazioni multiple e trasversali, sostenendo azioni finalizzate a garantire loro una piena inclusione sociale; promuova campagne di sensibilizzazione e informazione sul tema della parità di genere in riferimento alla discriminazione multipla delle donne disabili; assicurando la piena accessibilità dei servizi e dei presidi sanitari, sociosanitari e sociali da parte delle donne con disabilità, assicurando l'offerta di informazioni, in modo specifico e adeguato alla propria disabilità, per consentire e favorire la libera scelta circa la propria salute, con riguardo anche all'ambito ginecologico, della salute sessuale e riproduttiva; promuovendo, nell'ambito delle misure regionali per i servizi per il lavoro, azioni per favorire l'inserimento nel mercato del lavoro delle donne con disabilità, favorendo nelle sedi competenti forme di flessibilità adeguate alle specifiche esigenze connesse alla condizione di disabilità; assicurando iniziative per garantire alle donne con disabilità dì trovarsi sempre nella condizione di poter sporgere denuncia e adire l'autorità giudiziaria contro le violenze subite”.

INTERVENTI:

Tommaso BORI (Pd): “Non c’è da parte nostra un atteggiamento ostativo nei confronti della legge, però abbiamo chiesto audizioni, che sono state negate, circa la contrarietà espressa dal Centro pari opportunità, che riteniamo significativa. Chiediamo il rinvio in Commissione per un ulteriore approfondimento, senza il quale non parteciperemo alla votazione”.

Francesca PEPPUCCI (gruppo Misto): “Il Cpo aveva già fornito un parere favorevole, non dato all’unanimità, nella relazione sono già specificati i motivi della contrarietà, quindi non è necessario un rinvio, mi sembra una forzatura. Non è un tema su cui siamo in disaccordo ma un andare incontro a una situazione che richiede il nostro intervento. Mi sembra una scusa non volerla votare perché non viene fatta un’audizione, quindi chiedo il voto seduta stante”.

Con i 12 voti della maggioranza contrari al rinvio in commissione per un’ulteriore audizione (4 i voti favorevoli della minoranza), si è proceduto al voto sull’atto. 

DICHIARAZIONI DI VOTO:

Donatella PORZI (gruppo Misto): “Non ci sto al gioco di farci sembrare insensibili, si poteva fare una discussione in più, avremmo gradito, non avrebbe tolto nulla, evitiamo strumentalizzazioni, non accetto lezioni da una maggioranza che comunque può votare quello che vuole perché i numeri li ha”.

Vincenzo BIANCONI (gruppo Misto): “La minoranza ha la sensibilità su questo argomento, non ci stiamo a essere tacciati di insensibilità su questo. Il tema è nelle nostre corde, abbiamo chiesto un ritorno in commissione e se ci fosse l'intento di ritrovare unità, il ritorno in commissione non sarebbe un problema. Vorrei ricordare quali sono state le osservazioni del Cpo: ‘voto contrario perché le modifiche di integrazione anziché ampliare i diritti vanno in senso opposto’, e ancora ‘contrario in quanto si ritiene che le modifiche creino un arretramento culturale rispetto alla disabilità, trattandosi di modifiche lesive della dignità delle donne disabili, ridotte a pura etica’ e poi ‘voto negativo perché la discriminazione multipla riguarda le condizioni di diverse donne, incluse le disabili, la proposta veicola una idea sbagliata e stereotipata, serve un percorso di maggiore tutela. Ci troveremo a dover fare ulteriori specificazioni per tutte quelle che categorie che non si sentono rappresentate’. Ecco perché, senza un approfondimento su queste criticità non parteciperemo al voto”.

Valerio MANCINI (Lega): “Quando si porta in Aula una proposta di legge tutti sono tenuti a conoscerne i dettagli, tutti potevano dare un contributo nei tempi e nei modi giusti. A me è capitato con la legge sullo sport, dove sono state incluse categorie che non erano originariamente presenti. Siamo legislatori, questo Consiglio ha la potestà legislativa, un contributo lo dovevate dare in commissione, avete perso un’occasione, le osservazioni del Cpo sono una scusa”. PG

 


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