QT - “TEMPI ATTUAZIONE PIANO DELLA CRONICITÀ” - A BORI (PD) RISPONDE ASSESSORE COLETTO: “NECESSARIO RAFFORZARE IL TERRITORIO CON MEDICI ED INFERMIERI. IL NUMERO CHIUSO È UN’ASSURDITÀ”
(Acs) Perugia, 11 gennaio 2022 – Nella sessione dedicata al Question time della seduta odierna dell’Assemblea legislativa, il consigliere Tommaso Bori (Pd) ha chiesto all’assessore alla Sanità, Luca Coletto i “tempi di attuazione del Piano della conicità, visto che ad oggi nulla è stato fatto. E visto che nel piano erano previste anche le assunzioni di due infermieri per ogni AFT (aggregazione medici di famiglia) per le patologie croniche per l’assistenza domiciliare ed erano stati adottati i PDTA (piani diagnostici terapeutici assistenziali) come pensa la Giunta di provvedere a sanare questa inadempienza che crea una situazione grave ai pazienti affetti da una malattia cronica”.
Nell’illustrazione dell’atto, Bori ha spiegato che "il mondo della cronicità è un’area in progressiva crescita che comporta un notevole impegno di risorse, richiedendo continuità di assistenza per periodi di lunga durata e una forte integrazione dei servizi sanitari con quelli sociali, necessitando di servizi residenziali e territoriali. Gli obiettivi di cura nei pazienti con patologie croniche, non potendo essere rivolti alla guarigione, sono finalizzati al miglioramento del quadro clinico e dello stato funzionale, alla minimizzazione della sintomatologia, alla prevenzione della disabilità e al miglioramento della qualità di vita. Per realizzarli è necessaria una corretta gestione del malato e la definizione di nuovi percorsi assistenziali che siano in grado di prendere in carico il paziente nel lungo termine, prevenire e contenere la disabilità, garantire la continuità assistenziale e l’integrazione degli interventi sociosanitari. Il Piano nazionale della Cronicità (PNC) nasce dall’esigenza di armonizzare a livello nazionale le attività in questo campo, proponendo un documento, condiviso con le Regioni, che, compatibilmente con la disponibilità delle risorse economiche, umane e strutturali, individui un disegno strategico comune inteso a promuovere interventi basati sulla unitarietà di approccio, centrato sulla persona ed orientato su una migliore organizzazione dei servizi e una piena responsabilizzazione di tutti gli attori dell’assistenza. Il fine è quello di contribuire al miglioramento della tutela per le persone affette da malattie croniche, riducendone il peso sull’individuo, sulla sua famiglia e sul contesto sociale, migliorando la qualità di vita, rendendo più efficaci ed efficienti i servizi sanitari in termini di prevenzione e assistenza e assicurando maggiore uniformità ed equità di accesso ai cittadini. Il Piano nazionale delle cronicità del settembre 2016 è stato recepito da tutte le Regioni anche se con tempi e modalità diverse. La Regione Umbria con DGR 902/2017 (Piano Nazionale della cronicità) ha approvato il Piano regionale della cronicità in cui sono stati stabiliti i criteri per dare attuazione a livello regionale alle linee individuate nel Piano nazionale della cronicità. Lo stesso è stato recepito direttamente all’interno del Piano Sanitario regionale 2019-2021”.
L’assessore Coletto ha risposto che “la tematica è legata ad una buona sanità, che ha permesso ai nostri anziani di vivere più a lungo e meglio nella vecchiaia che corrisponde al passaggio legato ai PDTA. Rispetto alla deliberazione Stato/Regioni recepito dalla Giunta regionale nel 2017, possiamo considerarla situazione datata. Se non è stata recepita all’epoca, sicuramente noi lo stiamo facendo con attenzione. Anche perché abbiamo presentato e approvato a livello nazionale il nuovo Piano della prevenzione. Quindi il passaggio integrativo ha avuto luogo. Sono stati approvati anche i nuovi PDTA e in epoca emergenziale iniziato a monitorarne l’applicazione. In questo periodo di pandemia ci sono oggettive difficoltà che riguardano l’intero mondo. Nei PDTA ci crediamo poiché deve essere il medico di medicina generale a seguire i pazienti cronici sul territorio. Sono state recepite anche le linee guida nazionali in materia di telemedicina con progetti per una migliore e più efficace presa in carico del paziente cronico. È stato predisposto il Piano regionale della prevenzione, approvato dal ministero della Salute che ha come punto di forza la presa in carico del paziente in maniera proattiva dedicando una specifica area di intervento sulle cronicità. Il Piano prevede la realizzazione di specifici obiettivi prevedendo un cronoprogramma di attuazione. Molto interessante la questione riguardante gli infermieri. La settimana scorsa, in videoconferenza con i ministri Bianchi e Speranza, ho sollevato la questione. È condivisibile la necessità di un rafforzamento del territorio con infermieri, ma il problema è analogo a quello dei medici che mancano da almeno dieci anni. Continuo a non capire l’assurdità e la follia del numero chiuso. Gli infermieri non si trovano a livello nazionale, in ritardo su queste questioni. Assistiamo al fatto che varie Regioni si portano via, tra le graduatorie, professionisti. Serve per questo un provvedimento a livello nazionale che prenda atto della situazione dando la possibilità alle Regioni di provvedere ad una programmazione certa sul numero dei medici necessari. Deve essere la Regione a dire quanti e quali professionisti servono e devono essere messi in programmazione”.
Nella replica, Bori ha auspicato che il tema possa essere trattato in Commissione. “Questa emergenza sanitaria – ha detto – rischia di rappresentare un prezzo enorme da pagare sia in merito alla qualità che all’aspettativa della vita per molti anziani. Sulla questione della mancanza di medici ed infermieri potremmo rappresentare una terra fortunata visto il grande Ateneo di cui disponiamo, in una regione non enorme e che forma centinaia di medici ed infermieri, specialisti che vanno però fuori. Serve un ragionamento serio con il mondo universitario che purtroppo non si sta facendo. Le Regioni limitrofe, a differenza dell’Umbria, indicono concorsi. Bisogna affrontare la materia con i criteri previsti dal Ministero e con l’assunzione di 1500 operatori, come del resto ha promesso da tempo la stessa presidente Tesei”. AS/