CONSORZI: “UN ‘VASO DI PANDORA’ DI CUI NESSUNO SI È ACCORTO. APPROFONDIRE IL RUOLO CHE EBBE POLITICA NELLA DISASTROSA CRISI DI ‘TNS’ E ‘CRESCENDO’” - NOTA DI CARBONARI (M5S)
Il consigliere Maria Grazia Carbonari (M5S) interviene in relazione alla liquidazione dei consorzi Tns e Crescendo evidenziando che “la drammatica situazione finanziaria è stata in parte tamponata grazie all’acquisto di immobili da parte della Regione e a consistenti stralci concessi da alcuni creditori”. Per Carbonari “questi immensi debiti sono stati accumulati in anni di perdite e per questo si sarebbe potuto e dovuto intervenire prima”.
(Acs) Perugia, 8 marzo 2019 - “Come è stato possibile che per anni nessun dirigente o politico (di maggioranza ed opposizione) si sia accorto di questo ‘Vaso di Pandora’, visto che i bilanci e i documenti erano pubblicati persino nei siti web?”. Lo chiede il consigliere regionale Maria Grazia Carbonari (M5S), ricordando che fin dal 2015 segue “l’odissea dei ‘consorzi di sviluppo’ TNS (Terni-Narni-Spoleto) e Crescendo, partecipati dalla Regione Umbria (attraverso Sviluppumbria), Provincia di Terni e vari Comuni umbri”.
Carbonari ricorda che mercoledì scorso si è tenuta in Prima Commissione (https://tinyurl.com/liquidazione-consorzi) l’audizione da lei richiesta “per conoscere l’attuale stato di liquidazione dei due Consorzi, una ‘liquidazione conservativa’ (che rappresenta una contraddizione in termini), con cui si è cercato di porre rimedio ad anni di leggerezze. La drammatica situazione finanziaria (al 31 dicembre 2017 il Consorzio Crescendo aveva 6,5 milioni di euro di debiti e un patrimonio netto negativo per 3,2 milioni di euro, mentre il Consorzio TNS addirittura 28,6 milioni di euro di debiti e patrimonio netto negativo per 14,1 milioni di euro) è stata in parte tamponata grazie all’acquisto di immobili da parte della Regione e a consistenti stralci concessi da alcuni creditori. Come per altre vicende che ho approfondito (Umbria Mobilità, Fondo Monteluce e altre partecipate) questi immensi debiti – aggiunge Carbonari - sono stati accumulati in anni di perdite e per questo sono convinta che si sarebbe potuto e dovuto intervenire prima. C’era anche qualcuno che non avrebbe incassato fitti attivi e ha provveduto ad escutere la fideiussione concessa in garanzia troppo tardi. Sarebbe stata avviata – conclude - una azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori, ma ritengo che debbano essere posti di fronte alle proprie responsabilità politiche anche coloro che li avevano nominati. Curiosamente, in Umbria, i politici tendono a gestire tanto male le società pubbliche, ma a fine mandato troviamo spesso brillanti gestioni in loro imprese private”. RED/mp