Regione Umbria - Assemblea legislativa


LAVORI D’AULA (5): “QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE, POLITICA DI COESIONE, E POLITICA AGRICOLA COMUNE UE 2021-2027” - APPROVATA LA PROPOSTA DI RISOLUZIONE

In sintesi

Nuova Programmazione europea 2021-20127, finanziamenti, modalità e procedure di attuazione, legame tra finanziamenti UE e Stato di diritto dei Paesi membri. Questi i punti centrali della proposta di risoluzione approvata stamani dall’Aula di Palazzo Cesaroni. L’atto fa proprio l’ordine del giorno unitario votato dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome italiane il 28 ottobre scorso.

(Acs) Perugia, 19 febbraio 2019 – Nuova Programmazione europea 2021-20127, finanziamenti, modalità e procedure di attuazione, legame tra finanziamenti UE e Stato di diritto dei Paesi membri. Questi i punti centrali della proposta di risoluzione approvata stamani dall’Aula di Palazzo Cesaroni, con 10 sì (Pd, FI, Misto RP-IC, Misto Umbria Next, SeR), 1 no (Mancini-Lega) e 2 astenuti (M5S). L’atto fa proprio l’ordine del giorno unitario licenziato dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome italiane il 28 ottobre scorso.

La risoluzione, presentata in Aula da Andrea Smacchi (presidente Prima commissione), rispetto al QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE 2021-2027 valuta non sufficienti le risorse finanziarie previste dalla Commissione per il raggiungimento degli obiettivi generali e indica alcune criteri di rimodulazione degli stessi. Per quanto riguarda la POLITICA DI COESIONE UE 2021-2027 si esprime, tra l’altro, preoccupazione per la riduzione del 10 percento dei fondi e del cofinanziamento dell’UE; si indica la necessità di escludere i cofinanziamenti nazionali e regionali dalle regole del Patto per la stabilità e di indicare un obiettivo specifico per rafforzare il ruolo dei giovani in Europa. Sulla POLITICA AGRICOLA COMUNE 2021-2027 si criticano i tagli operati nel relativo bilancio e il modello di governance che comporta un ridimensionamento del ruolo delle Regioni nella gestione dei piani. Nel documento, infine, si critica la previsione di una sorta di “macro condizionalità” che lega finanziamenti europei e verifica del rispetto dello Stato di diritto (principio di legalità, certezza del diritto...) con criteri che assegnano un eccessivo potere discrezionale alla Commissione europea. Il documento è stato integrato da un contributo autonomo della Prima commissione in cui si rileva la necessità di escludere il finanziamento dei fondi Strutturali di investimento europeo dal calcolo relativo ai vincoli del Patto di stabilità, e si valuta con preoccupazione l’uscita del Regno Unito dalla UE.

Due gli interventi registrati prima della votazione: Claudio Ricci (Misto-RP/IC) che ha motivato il suo voto favorevole con il rilievo che assumono le risorse della programmazione comunitaria nella formazione del Pil nazionale e più in generale per lo sviluppo. Di segno nettamente contrario quanto manifestato dal consigliere Valerio Mancini (Lega) che ha motivato il suo no con una critica radicale ai contenuti attuali dei trattati europei e agli obiettivi che gli organismi di rappresentanza Ue si sono finora posti.

La proposta di risoluzione è stata discussa e approvata in ottemperanza alla normativa costituzionale, ordinaria e regionale, che fissa norme e procedure per la partecipazione attiva delle autonomie regionali all’attività normativa e programmatoria degli organi dell’Unione Europea. RED/tb


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