Regione Umbria - Assemblea legislativa


LAVORI D’AULA (2): APPROVATO A MAGGIORANZA IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE 2019-2021

In sintesi

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza, con 12 voti favorevoli e 7 voti contrari, il Documento di economia e finanza regionale 2019-2021. Dopo le relazioni di Andrea Smacchi (Pd) per la maggioranza e di Maria Grazia Carbonari (M5S) per la minoranza (https://goo.gl/k7h1DK), sono intervenuti i consiglieri Squarta (FdI), Solinas (misto-Mdp), Ricci (misto-Rp/Ic), Rometti (SeR), Leonelli (Pd), De Vincenzi (misto-Un), Morroni (FI), Liberati (M5S), Fiorini (Lega), Chiacchieroni (Pd). Al termine del dibattito è intervenuta la presidente della Giunta Marini. Approvata anche una proposta di risoluzione della maggioranza  che integra alcune parti del documento.

(Acs) Perugia, 13 dicembre 2018 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza, con 12 voti favorevoli (PD, SeR, Misto-Mdp) e 7 voti contrari (Lega, M5S, FdI, FI, Misto-Un, Misto-Rp/Ic), il Documento di economia e finanza regionale 2019-2021. Dopo le relazioni di Andrea Smacchi (Pd) per la maggioranza e di Maria Grazia Carbonari (M5S) per la minoranza (https://goo.gl/k7h1DK), sono intervenuti i consiglieri Squarta (FdI), Solinas (misto-Mdp), Ricci (misto-Rp/Ic), Rometti (SeR), Leonelli (Pd), De Vincenzi (misto-Un), Morroni (FI), Liberati (M5S), Fiorini (Lega), Chiacchieroni (Pd). 

Al termine del dibattito è intervenuta la presidente della Giunta Marini. Approvata anche una proposta di risoluzione della maggioranza che integra alcune parti del documento (12 sì di PD, SeR, Misto-Mdp; 2 no di Misto Rp-Ic e Misto Umbria Next; 5 astenuti Lega, M5S, FI, FdI). 

INTERVENTI
Marco SQUARTA (Fd’I-portavoce del centrodestra): “Il Defr ha un ruolo importante perché serve a limare gli obiettivi programmatici e a costruire proposte da attuare, ma QUESTO DEFR PER CIRCA L’80 O IL 90 PER CENTO È LA FOTOCOPIA DI QUELLO DEGLI ANNI PRECEDENTI, DI NUOVO UN LIBRO DEI SOGNI CHE CONTIENE PROPOSTE GENERICHE, DOVE SI LEGGE ‘FAREMO’, ‘DISCUTEREMO’, MA IN SOSTANZA IDENTICO AI PRECEDENTI, PER CUI VOTEREMO CONTRO. Quest’anno si dice che c’è un lieve miglioramento dei dati economici, ci sono timidi progressi su esportazioni e turismo, ma l’ambito economico generale ha un profilo ben diverso e qui manca una visione politica di lungo periodo. Preoccupa il Pil: negli ultimi 10 anni sono stati bruciati 3,7 miliardi di ricchezze, l’Umbria è tra le peggiori regioni. La Regione non ha fatto nulla in tema di semplificazione e sburocratizzazione: i cittadini sono sempre alle prese con gli stessi problemi quando si interfacciano con l’amministrazione pubblica. In materia di sviluppo economico uno dei più importanti strumenti della Regione è costituito dai fondi europei per i processi di innovazione, digitalizzazione e internazionalizzazione e dai fondi Psr, ma non possiamo circoscrivere l’attività della regione solo al corretto utilizzo dei fondi europei, le politiche vanno accompagnate dai pilastri costituiti dalle infrastrutture, dai trasporti e dal turismo. Per quanto riguarda i trasporti di positivo c’è il contratto con Trenitalia, bene anche l’intervento sulla ex Fcu, ma non possiamo fermarci qua. Ormai il raddoppio Foligno-Terontola non è rinviabile, nemmeno i lavori sulla Terni-Spoleto. Per raggiungere Firenze e Roma da Perugia ci vogliono ancora oltre due ore, non accontentiamoci. Guardiamo al successo del Frecciarossa alle 5 di mattina, che dimostra quanto gli umbri vogliano uscire dall’isolamento. Con più coraggio chiediamo anche una nuova linea, magari l’arretramento verso il sud dell’Umbria. Personalmente sono contrario a fermate dell’alta velocità non all’interno dell’Umbria. Sull’aeroporto in Aula abbiamo approvato con largo consenso una mozione importante, che certifica i disastri avvenuti e chiede il superamento dell’attuale Cda. La Giunta intende portarla avanti o fare qualcosa per migliorare la situazione? Nel Defr mancano anche riferimenti al nodo di Perugia e a quello della Somma. Oggi l’Umbria si ferma a Foligno; se vuoi andare a Terni devi attraversare la Somma, mettiamoci le mani, come pure sul nodo di Perugia, progetto già approvato dal Cipe. Battiamoci affinché il governo attuale dia attuazione a una infrastruttura non più rinviabile. Per il trasporto pubblico locale qualcosa è stato fatto ma manca una spinta propulsiva, manca un programma unico di esercizio regionale. Speriamo nel 2019 per un piano di bacino unico e per l’affidamento dei servizi tpl. Sono favorevole alla creazione di un’agenzia unica regionale, la chiediamo da anni, porterà risparmi per milioni di euro. L’altro tema fondamentale è quello del turismo: abbiamo bellezze uniche, potremmo vivere solo di turismo, ma Sviluppumbria cosa fa? Riceve milioni di euro per promuovere il turismo in Italia e all’estero ma quali risultati ha prodotto? Sanità: non c’è integrazione vera tra territorio e servizi, non c’è integrazione con l’Università, vedi lo scontro degli ultimi giorni con le aziende ospedaliere. Non si arresta la mobilità passiva che anzi aumenta, dobbiamo intervenire. Rifiuti: il piano ormai è scaduto, la Regione che obiettivo ha? Il 70 per cento di differenziata ma la parte residua che fine fa? Il Css l’abbiamo accantonato, non se ne parla più. Non si può gestire l’ordinario. Sulla disabilità sociale qualcosina è stato fatto, ma ci sono famiglie che stanno supplicando per l’assegno di sollievo, tante famiglie con figli autistici sono in difficoltà, superiamo le ideologie e facciamo partecipare direttamente le famiglie alla gestione di tali problemi, diamo risorse direttamente a loro, non ad altre strutture di servizio. Lasciamogli la libertà di scegliere come curarsi. Molto altro ci sarebbe da dire, ma concludo annunciando il voto contrario a un Defr che è la fotocopia di quelli degli anni precedenti, con tante chiacchiere e pochi fatti”.

Attilio SOLINAS (misto-MDP): “La lunga crisi, ha determinato la caduta degli investimenti pubblici e, in questo senso, il Documento di economia e finanza 2019 – 2021 rappresenta un significativo passo in avanti con la previsione di investimenti aggiuntivi di circa 54 milioni di euro nel prossimo triennio, dei quali 17 nel 2019. Si tratta di importanti investimenti, resi possibili dall'Accordo Stato - Regioni, che saranno attivati nei settori delle opere pubbliche, della prevenzione del rischio idrogeologico e della tutela ambientale, della viabilità e trasporti, dell'edilizia sanitaria e residenziale pubblica e del sostegno alle imprese, comprendendo anche innovazione e ricerca. Un complesso di interventi che dovrebbero aprire una prospettiva espansiva per tutta l'economia regionale, a partire dal settore edilizio, fortemente penalizzato dalla crisi. Per il resto, il Defr ricalca la struttura dei precedenti e conferma una condizione finanziaria sana che non impone variazioni della pressione fiscale. Una condizione di per sé positiva sulla quale però, in prospettiva, occorrerà riflettere al fine di individuare forme che richiedano a coloro che ne hanno la possibilità un contributo maggiore al mantenimento dei livelli di welfare e della nostra qualità sociale. Del resto, se L'UMBRIA È STATA A LUNGO UNA DELLE REGIONI A MAGGIOR TASSO DI UGUAGLIANZA DEL NOSTRO PAESE, OGGI ASSISTIAMO AD UN'ACCENTUAZIONE DELLE DISUGUAGLIANZE CHE IMPONE UNA RIFLESSIONE CULTURALE, PRIMA ANCORA CHE POLITICA.
Nella nostra regione l’emergere di tante forme di sofferenza e rabbia sociale, di povertà  e disincanto, dentro un'Italia che, secondo il rapporto Censis, è ‘incattivita per lo sfiorire della ripresa’. Per quanto attiene al Pil l’Umbria ha perso, nella lunga fase di crisi una percentuale vicinissima a 17 punti, il dato più grave di tutti i territori italiani, con l’esclusione del Molise. Il Pil non è tutto per una regione ricca di cultura municipale, coesione sociale, associazionismo e volontariato e di propensione  all’istruzione, ma misura, comunque, le dinamiche della produzione di ricchezza di un territorio e le reti della creazione del valore che interagiscono con i  caratteri della vita sociale e anche con le prospettive e le speranze di una comunità. I recenti elementi positivi riguardanti le esportazioni e anche la produttività e competitività del nostro manifatturiero non possono far velo rispetto al fatto che le esportazioni umbre non superano lo 0,9 per cento del totale nazionale (erano l'1% prima della crisi) mentre la base produttiva della nostra manifattura è troppo stretta a fronte di un terziario ampio e con caratteri tradizionali e poco innovativi. II rapporto tra modello di sviluppo e ricerca scientifica, fondamentale per le sfide tecnologiche e di mercato dei nostri giorni, resta debole e gli investimenti del sistema delle imprese in ‘Ricerca e Sviluppo’ sono appena lo 0,3 per cento del Pil regionale, collocandoci nella parte più bassa della classifica nazionale.  Evidentemente pesano i rapporti con scienza e tecnologia, il carattere della funzione imprenditoriale, l’intensità degli investimenti e dell'accesso al credito, ma anche le politiche pubbliche, l'infrastrutturazione territoriale per lo sviluppo e l'orientamento del modello produttivo regionale verso settori a più alto valore aggiunto. E' pertanto cruciale indirizzare le scelte  verso le politiche di filiera, di rete, alla incentivazione organica e continuativa alle Start-up, alla Ricerca e Sviluppo con incentivi e strutture organizzate volte a spostare il manifatturiero umbro verso settori a più alta produttività e complessità scientifico-tecnologica e proponendo sfide più ambiziose per la filiera Turismo Ambiente Cultura.
Per quanto attiene l'occupazione, l’Umbria, a differenza di altre regioni, non ha raggiunto gli occupati di prima della crisi. Nel 2017 l'incidenza in Umbria della povertà relativa era del 12,6% contro una media del Centro Italia del 7,9%. Sempre nel 2017 la nostra popolazione è diminuita del 5,3 per mille, mentre siamo al terzultimo posto per tasso di natalità, a conferma della difficoltà per le nuove generazioni a progettare il proprio futuro. Nel DEFR , come al solito purtroppo, c'è inserita l'area del Trasimeno come aggiunta e a margine delle Aree Interne, come I.T.I. Si tratta di interventi spot per realizzare alcune opere che non risolvono nessuno dei problemi atavici del lago. Servono politiche economiche a livello nazionale ed europeo, ma  serve anche una riflessione coraggiosa e aperta sui risultati delle politiche regionali adottate e su un nuovo regionalismo quale fattore di crescita economica e sociale”.

Claudio RICCI (Misto-Rp/Ic): “AUSPICABILI OBIETTIVI PIÙ CHIARI, DELIMITATI E MIRATI PREVEDENDO MISURATORI PIÙ SOFISTICATI PER LA DETERMINAZIONE DEI RISULTATI OTTENUTI - Si tratta di un documento in cui sarebbero stati auspicabili obiettivi più chiari, delimitati e mirati rispetto all’anno finanziario 2019 prevedendo misuratori più sofisticati per la determinazione dei risultati ottenuti. Quanto viene traguardato è anche ovviamente legato a quanto lo Stato riserva per le Regioni. Dignità si concilia con il lavoro: negli ultimi 10 anni sono stati persi, in Umbria, 13mila posti di lavoro. Per recuperarli sarebbero necessari investimenti di 50-100milioni di euro annui per 5 anni. Risorse aggiuntive da investire nel sistema imprenditoriale in fatto di innovazione e costruzione di reti commerciali. Nel 1997 motore economico principale fu quello della ricostruzione post sisma. Oggi, le risorse che lo Strato metterà a disposizione per la ricostruzione post sisma 2016 sono assolutamente insufficienti. Auspico che tra le priorità del  Governo ci sia il reperimento delle risorse necessarie per avviare con immediatezza la ricostruzione. In questo contesto auspico che si possa intervenire anche su una maggiore semplificazione del codice degli appalti rispetto ad eventi sismici. Rispetto al sistema dei trasporti serve un incisivo intervento per quelli ferroviari, provvedendo al raddoppio Spoleto-Terni, a quello selettivo Foligno-Terontola programmando una stazione all’aeroporto. Rispetto alla Fcu le risorse disponibili per trasformare la linea in una metropolitana di superficie sono insufficienti. In merito all’aeroporto va evidenziato come i vettori di trasporto, soprattutto low cost abbiano uno stretto legame con l’implementazione del turismo. Per determinare uno sviluppo reale servirebbe investire almeno 3 milioni di euro in più ogni anno. Rispetto al Nodo di Perugia è oggettivamente innegabile l’importanza della realizzazione del progetto, ma le risorse annunciate da Anas di 73 milioni di euro sono assolutamente insufficienti poiché ne servirebbero 500mila/1 miliardo di euro. Rispetto ai rifiuti i dati progressivi sono sostanzialmente positivi viste anche le difficoltà legate alla conformazione territoriale dell’Umbria. Il risultato del 70 per cento è ormai una prospettiva realizzabile, ma rimane il problema delle 115 mila tonnellate annue di indifferenziata e la loro destinazione. Manca una propulsione incisiva per una diminuzione della produzione di rifiuti e di una implementazione della differenziata. Il Fondo sanitario nazionale prevede complessivamente per le Regioni italiane 114,4 miliardi di euro, l’Umbria beneficia di 1,66 miliardi. Le risorse vanno utilizzate al meglio agendo sulla razionalizzazione della spesa. Obiettivo dovrebbe essere un’unica Asl prevedendo sedi a Perugia e a Terni”.

Silvano ROMETTI (Socialisti e Riformisti): “SU DOCUMENTO GIUDIZIO POSITIVO CON ALCUNE SOTTOLINEATURE  -  Il documento contiene precise direzioni di marcia. Vengono previsti interventi in un arco pluriennale ed è fisiologico che non si possa raggiungere il 100 per cento degli obiettivi. Del resto, oggi, anche nel dibattito nazionale le promesse sono all’ordine del giorno. In questo Defr emerge la solidità del bilancio, una situazione che ci permette di non aumentare tasse da oltre 10 anni, anzi c’è un piccolo segnale rispetto ad una diminuzione Irap per le società che operano nei servizi alla persona. Ci sono nuove risorse per investimenti sui territori, operazioni che danno il moltiplicatore maggiore in termini di crescita. Si tratta di interventi che vanno ad aiutare quella ripresa economia che sembra stia dando segnali positivi. Servono maggiori investimenti per innovazione e ricerca delle imprese. Il nostro tessuto economico è caratterizzato da aziende che nel 90 per cento hanno meno di dieci dipendenti. Il Defr deve tenere conto di molti fattori, tra cui quello che le multinazionali fanno spesso programmi fuori dall’Umbria. Bene le politiche regionali rispetto ai trasporti. Si è molto investito su quelle stradali anche se manca ancora il Nodo di Perugia che rappresenta la vera emergenza della nostra regione. La vera sfida sono ora i collegamenti ferroviari per i quali, rispetto all’alta velocità, bisogna intervenire sul miglioramento della infrastruttura. Un passaggio che va rivendicato con forza per la sua validità è stato il passaggio all’Azienda unica del trasporto. Avere un unico gestore rappresenta garantisce maggiore efficienza al servizio. Inmerito all’aeroporto è sbagliato cercare capri espiatori. La politica regionale si deve fare carico di rispondere al meglio alle problematiche che stanno interessando lo scalo. Non dobbiamo dimenticare che tra i piccoli aeroporti italiani, il nostro è posizionato tra i migliori. Sulla ricostruzione post sisma rappresenta un’assurdità il fatto che le Regioni non abbiano un ruolo primario. Ogni regione ha le sue peculiarità . Si tratta di una anomalia di cui auspico che la Corte Costituzionale possa tenere conto. In merito ai rifiuti, non credo che con la raccolta differenziata si possa risolvere completamente il problema. Non bisogna eludere la chiusura del ciclo. In conclusione, sul documento esprimiamo un giudizio positivo con alcune sottolineature che mettiamo all’attenzione della presidente della Giunta”.  

Giacomo LEONELLI (PD) - “NOI VOGLIAMO ACCOGLIERE LA SFIDA DEL FUTURO, CONSAPEVOLI DELLA SITUAZIONE REGIONALE, SIA DEI PUNTI DI FORZA, SIA DELLE CRITICITÀ E VOGLIAMO SOSTENERE CON PROPOSTE QUELLI CHE PRESENTANO DINAMICHE POSITIVE. Questa maggioranza è pronta a fare questo e anche a ricevere osservazione e integrazioni dall’opposizione purché vadano nel senso dello sviluppo e della concretezza, e che non costituiscano  invece il consueto elenco di cose che non vanno. Siamo a un bivio, abbiamo due possibilità: o piangerci addosso, oppure tentare di migliorare quei dati economici che sono frutto del quadro di crisi globale oltre che delle caratteristiche strutturali del nostro sistema regionale. E vogliamo farlo con politiche lungimiranti e innovative. Quindi basta piangerci addosso , andiamo a verificare ciò che non va  e cerchiamo di aggiustarlo. Io, noi maggioranza  scegliamo questa seconda opzione. Condivido l’intervento di Rometti: in questi tre anni c'è stato un approccio strategico nella politica regionale, nel tema di infrastrutture ad esempi, fattore centrale per lo sviluppo economico. Come il collegamento ferroviario Frecciarossa che ha smentito i pessimisti, e che ha determinato una rincorsa da parte di altre istituzioni e altre maggioranze ad appiccicarsi meriti. Un approccio rinnovato anche su altri questioni come la ex-FCU le cui questioni tecniche e amministrative relative ai limiti di velocità saranno sciolte. Rispetto a ciò sarebbe opportuno per tutti sottolineare le grandi possibilità possibilità offerte da una linea ferroviaria che renderà più funzionali, anche all’economia, i collegamenti regionali ed extra regionali. L'opposizione è veloce e solerte nei social network, ma meno negli atti: sulle mozioni relative al Nodo di Perugia e all’aeroporto hanno negato il loro voto favorevole: al dunque, quando si affrontano questioni concrete, non si riesce ad uscire dal gioco politico, contribuendo alla soluzione dei problemi. L'approccio della maggioranza sui temi della programmazione è  sano e serio: si aggiusta ciò che è necessario raddrizzare, dopo una verifica sul grado di efficacia. Del resto il governo nazionale ci sta abituando a stop and go sulle proprie scelte fondamentali che ne rendono indecifrabile il contenuto. Alcuni dati usciti dall’ultima Conferenza regionale economia e lavoro fanno intravedere spunti positivi: più produttività; spunti positivi nell’export; turismo in crescita. Sono segnali importanti che occorre agganciare, perché questa è una fase che ha spunti interessanti e che occorre quindi affrontare con coraggio. Utile il confronto con l’opposizione, il cui ruolo non è solo quello di elencare dati negativi. La proposta di risoluzione della maggioranza di appoggio al Defr è interessante e innovativa, contribuisce ad aprire una fase nuova, ed è aperta anche al contributo dell’opposizione che non può limitarsi a dire solo dei no e a dipingere tutto in nero. Per parte mia ho proposto alcune questioni: la necessità di orientamento delle risorse formative utili a supportare comparti con ampie possibilità; sviluppare poi risposte a quella domanda di innovazione che esiste: nel biologico, tra i giovani imprenditori”. 

Sergio DE VINCENZI (misto-Umbria next): “NON BASTA AVERE I CONTI IN ORDINE, È NECESSARIO GARANTIRE UN’ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE MA ANCHE DI QUELLE UMANE. QUESTO È IL VERO TEMA CHE AVREBBE DOVUTO STARE NEL DEFR. L’efficienza dei servizio è legata all’organizzazione e alla razionalizzazione. Molte cose sono condivisibili, altre mancano del tutto. Nella sanità c’è una duplice fetta di servizi: quelli legati alla prevenzione e quelli dell’attività ospedaliera e territoriale. Ma sulla prevenzione ci sono le stesse cose che ci vengono raccontate da anni: un piano di prevenzione prorogato ma non si dice nulla circa l’aumento delle poste di bilancio per la prevenzione. Siamo al 2 per cento in Umbria mentre a livello nazionale vi si destina il 5 per cento. Invece è il primo investimento da fare in sanità, perché ci sono azioni volte a prevenire i danni da alcolismo e tabagismo ma come le realizziamo? Nel documento non si fa nessun riferimento ai servizi veterinari che però hanno il ruolo fondamentale di controllo delle derrate alimentari in un tempo in cui frodi e contaminazioni, con la deregulation del sistema produttivo e commerciale, che deve farci riflettere. C’è da riorganizzare i punti di macellazione, siamo preoccupati per questo.  Non c’è traccia riguardante il tema del randagismo. Ci diranno che verrà col Piano sanitario, ma qui non si vede niente. Sull’assistenza ospedaliera leggiamo diversi acronimi, come Aft, le aggregazioni funzionali territoriali, retaggio del piano sanitario precedente, risalente al 2009. A cosa serve mettere insieme medici di medicina generale e pediatri senza che abbiano a disposizione studi e ambulatori dotati di attrezzature per ridurre l’accesso al pronto soccorso o le liste di attesa. Tutto questo rimane solo nello storytelling di questo documento. E bisognerebbe vedere nel dettaglio le ripartizioni di risorse. Altra cosa non menzionata nel Defr è l’affrontare il tema del personale che è il vero nodo della sanità. Difficoltà date da partenze e pensionamenti, scarso reintegro del personale, perdita di professionalità che prendono altre strade. Abbiamo perso professionalità e con esse potere economico perché l’assistenza da fuori regione che porta fondi in Umbria si riduce e si riducono i servizi per gli umbri, con aggravio dei costi se siamo costretti ad andare fuori regione. Altro aspetto non trattato da nessuno è il turn over dei pensionamenti. Strutture: abbiamo ospedali in difficoltà ma sulle agenzie strumentali si fanno operazioni che riguardano anche la legge di stabilità non tracciate nel defr, eppure rilevanti. Non ci danno prospettiva su cosa accadrà dopo l’intervento su Afor, Umbria servizi e salute, con assunzioni di personale interinale. Ci pare che andremo incontro alla esternalizzazione di servizi pur avendo Umbria digitale, a cui abbiamo tolto competenze per darle  a Umbria servizi che non ha personale all’altezza. Afor e comunità montane: ci sono funzioni che non possono essere trasferite semplicemente, ci vuole poi un controllo, potrebbero insorgere conflitti di interessi. Non sono concorde con la valutazione fatta dalla maggioranza su una programmazione di sviluppo e mi fanno sorridere le affermazioni del collega Leonelli che invita a una collaborazione quando le nostre proposte vengono in larga parte disattese”. 

Roberto MORRONI (FI): “In aggiunta a quanto già detto dai miei colleghi di centrodestra che condivido, faccio rilevare che nel mondo ogni giorno nascono aziende ‘unicorno’, che in poco tempo raggiungono un miliardo di fatturazione e stravolgono il settore dove operano imponendo un cambiamento radicale. Cina, Usa e Corea del sud proliferano. La previsione è che entro dieci anni le attività manuali all’interno delle aziende saranno residuali, svolte da robot. Connotazione di cambiamento profondo e superveloce, che nessuno è in grado di fermare, come ci insegna la storia, ma i cambiamenti modificano il quadro, non lasciano le cose come erano prima. Paesi in sviluppo entrano nel declino e viceversa. Cosa determina davvero il destino di quelle comunità? Non sono i cambiamenti ma il modo in cui si reagisce o ci si adatta. Siamo noi abbastanza agili, aerodinamici rispetto ai cambiamenti che abbiamo di fronte? L’Umbria soffre di nanismo, ha una polverizzazione sia istituzionale che economica, con 92 comuni la gran parte con meno di mille abitanti. Dinanzi ai cambiamenti in atto, le Pubbliche amministrazioni devono fronteggiare le trasformazioni: siamo convinti che questi livelli istituzionali possano rispondere al meglio alle nuove sfide o piuttosto diventa strategico ripensare l’assetto istituzionale? Assetto economico: CI SONO ENORMI RISORSE DA INVESTIRE SUL TERRITORIO CHE DOVREBBERO PORTARE UNO STRAVOLGIMENTO IN MEGLIO, INVECE LA REGIONE È ANCORA AFFLITTA DA DEBOLEZZE, DOBBIAMO CAPIRE COSA NON VA, NON REITERARE PRATICHE CHE NON MODIFICANO LA REALTÀ ECONOMICA. Per avere il credito le piccole imprese pagano tre o quattro punti in più rispetto alla media impresa e ciò scalfisce la libera impresa. L’attenzione verso la piccolissima impresa diminuirà perché offre appesantimenti, è meno leggibile, maggiormente instabile, viaggia più a vista, l’erogazione risulta ostacolata. Ma è quella che ha più bisogno di credito e non troverà più canali. Inoltre assistiamo alla fine del sistema bancocentrico, un fatto non necessariamente negativo, anzi libererà nuovi strumenti per accesso al credito, però non alla portata delle microimprese. Piccolo non è più sinonimo di bello. La Regione ha il compito politico di accelerare certi processi, servono processi di filiera, sono tante le possibili soluzioni, ma non si può accettare lo status quo. Rifiuti: ci vuole riscontro ai processi di sostenibilità e innovazioni, bene arrivare al 70 per cento di differenziata ma il resto che fine farà, soprattutto quando le discariche verranno chiuse per forza? Stiamo facendo finta che il problema non ci sia. L’Aeroporto è strategico ma, rispetto a quanto sostenuto dal collega Leonelli sull’argomento, va detto che il Cda, di cui si è chiesta la sostituzione, non imposta le politiche, esegue direttive che vengono anche dalla Regione. Turismo: il masterplan deve essere attuato. Sociale: abbiamo l’indice di invecchiamento più elevato, ma serve una spinta più forte alla sussidiarietà, quindi facciamo gestire le risorse anche ai cittadini, che hanno dimostrato di saperlo fare”.

Andrea LIBERATI (M5S): “MANCA RAPPORTO CON IL TERRITORIO. LA PROGRAMMAZIONE NON TIENE CONTO DEL TEMA AMBIENTALE - Rispetto al tema ambientale, il lassismo mostrato in decenni di Amministrazioni regionali  purtroppo determina per alcuni brani del territorio una situazione davvero inaccettabile.  Per decenni la Regione ha incassato milioni dal tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, e non solo urbani, ma anche di altro genere. Su questo vorrei capire il rapporto con i territori, quanti di questi milioni sono tornati sui territori interessati. Un tema che può essere allargato ai canoni idroelettrici e a quelli delle acque minerali. Si tratta elementi mai chiariti. Quello del rapporto con i territori è un tema forte. Ai territori va riconosciuto quanto dovuto senza condizionalità. In tema di discariche, di acque minerali e di iper sfruttamento idroelettrico, soprattutto rispetto a Terni, la programmazione non dice nulla. Domani la Giunta regionale si limiterà a firmare un documento al ministero dell’Ambiente che purtroppo inciderà ben poco sulla qualità dell’aria, perché i 4 milioni di euro che il Ministero riserva alla Regione sono poca cosa, ma quanti ne sono stati incassati nel corso degli anni senza destinarli al quel territorio? Con un gap enorme tra il nord ed il sud della regione, fra il nord e le aree interne, che riguarda anche la tematica della salute. Rispetto alla fornitura di servizi da parte delle Asl, in particolare la Asl 2 va ad ingolfare l’ospedale di Terni, alle prese con una criticità strutturale sulla quale non viene previsto nulla in termini di edilizia sanitaria, dopo aver fatto investire decine di milioni su una impossibile riqualificazione. Ma anche sul tema dei trasporti è stato fatto figli e figliastri. È stato attivato un collegamento che esclude Assisi, Foligno, Spoleto e Terni con Milano. Siamo di fronte ad una regione mutilata. Intanto, per tutto il resto, i pendolari si lamentano continuamente. Siamo ancora nelle strutture di secolo fa. Negli ultimi trent’anni non ci sono stati investimenti. Come si può pensare all’affermarsi dell’intermodalità se non viene prevista la stazione ferroviaria all’aeroporto. In Umbria, di fatto, non esistono le piattaforme logistiche. In quella di Terni, da diversi anni, mancano quei cento metri per il collegamento con la ferrovia nazionale, ma intanto va alla grande Orte e tornerà a crescere Jesi. Siamo in ritardo sulle politiche pro sostenibilità per il futuro”. 

Emanuele FIORINI (Lega): “DOCUMENTO IMPERNIATO SU APPROSSIMAZIONE E SUPERFICIALITÀ. GIUNTA IMMOBILE - Documento imperniato, come consuetudine, su approssimazione, superficialità ed immobilità della Giunta. Ci sono vecchi e nuovi problemi che richiederebbero invece attenzione e dinamicità dell’azione di governo. È il solito libro dei sogni che tutela cooperative, baracconi e piccole minoranze. Ci sono misure che singolarmente potrebbero anche essere positive, ma manca il contatto con la realtà e soprattutto lungimiranza. Avete perso il rapporto con il territorio,  con le sue problematiche, con le piccole imprese, con i cittadini in genere, con le 40mila famiglie in difficoltà. L’Umbria, a livello nazionale, è la peggiore regione rispetto all’andamento del Pil. Le due Province vanno a velocità differenti. È stato dimenticato il sud dell’Umbria. L’aeroporto fatica a decollare. L’ospedale di Terni è alle prese con forti difficoltà strutturali e di organico. Sulla sicurezza saranno possibili interventi soltanto grazie alle soluzioni del ministro dell’Interno, Salvini. In tema di rifiuti, la Regione sta cercando di scaricare le colpe sui Comuni. In fatto di ricostruzione post sisma i tempi con cui si è intervenuti soprattutto sulla prima fase stanno portando a ritardi nella ripartenza economica dei territori con la conseguenza del rischio spopolamento. Il nostro giudizio sul documento e sull’attività del governo regionale è chiaramente negativo come il nostro voto sul documento”.  

Gianfranco CHIACCHIERONI (PD) “VOTIAMO CONVINTAMENTE IL DEFR CHE APRE NUOVE SFIDE E OPPORTUNITÀ PER LO SVILUPPO DELL’UMBRIA, SENZA LASCIARE INDIETRO NESSUN TERRITORIO O COMPONENTE SOCIALE. Il contenuto del Defr 2019-2021 è coerente con l’impostazione di governo regioni impresso dalla maggioranza alle politiche regionali di questi anni. La proposta di risoluzione con cui la maggioranza Pd, Misto-Mdp e Ser sostiene, integra e approva il documento contiene anche elementi emersi nella recente Conferenza regionale economia e lavoro. Certamente le politiche messe in atto finora e confermate  nel Defr in discussione hanno offerto ed offrono spunti positivi, ma nel  documento di approvazione la maggioranza si pone anche obiettivi di rilievo, una sfida che ci vede impegnati sui temi dello sviluppo e delle infrastrutture come il Nodo, la Perugia Ancona, il rilancio della ex-Fcu, il futuro dell’aeroporto, la rivisitazione del Piano Trasporti. Rispetto a quest’ultimo ci si potrà lavorare nel 2019 anche attuando una mozione approvata dall’Aula, e tenendo conto delle problematiche apertesi nel post-sisma. Dobbiamo rivedere e rendere sempre più efficaci gli strumenti di programmazione. Ci stiamo impegnando quindi in tal senso su contenuti e procedure del Psr, ma anche sulle politiche attive del lavoro, con l’istituzione dell’Arpal e l’attivazione di Umbriattiva 2018. Su questi ed altri temi vogliamo impegnarci tutti insieme per raggiungere Obiettivi sviluppo: nelle Aree interne; Area complessa Ternano Narnese; Trasimeno, Fascia appenninica. Tutti obiettivi da supportare con risorse straordinarie e strumenti straordinari, per intercettare realmente occasioni di ripresa. Stessa cosa per la legge sul sisma anch'essa funzionale a colmare  i gap strutturati, per cogliere la sfida della ricostruzione e di un nuovo sviluppo. Possiamo e dovremmo farlo tutti insieme, maggioranza e opposizione. Tutti siamo chiamati a questa sfida ed è anche rispetto a ciò, e anche su come sapremo spenderci, ciascuno nel suo ruolo, opposizione e maggioranza, che saremo giudicati”. 

Catiuscia MARINI (presidente Giunta): “QUESTO DEFR È MOLTO POSITIVO E AIUTA I COMUNI A FARE IL LORO MESTIERE sul sociale, sulla scuola, sull’edilizia scolastica, sulla cultura, sui trasporti, sulle opere pubbliche, sui beni culturali. Un Defr che è accompagnato da un bilancio solido e che non aumenta le tasse. IL Defr indica la rotta delle priorità dell’azione amministrativa e di governo della regione, che puntano ad usare i FONDI STRUTTURALI PER LA RIPRESA sostenendo le imprese, il lavoro e la competitività allocando risorse sui nostri punti di forza per aiutare a far reagire la regione. E per la prima volta un Defr è approvato senza avere un ddl di bilancio del Governo che lo sta ancora definendo. Un Defr che negli anni abbiamo trasformato con una forma più snella. Molte cose ascoltate qui rimandano ad altri atti che si discutono in questa Aula: il Defr va letto in coerenza con altri strumenti pluriennali. Il nostro sforzo di programmazione sostiene INNOVAZIONE E RICERCA, perché sono le imprese più competitive che creano più produzione, fanno più lavoro, più export e sono in grado di guidare filiere. Il Defr cerca anche di capire agisce il fondo sociale. Il rischio è che ci sia una ripresa non accompagnata dal lavoro, con la creazione delle nuove diseguaglianze. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo aiutare l’innovazione, l’internazionalizzazione, la  digitalizzazione. Ma non abbiamo solo strumenti dedicati all’impresa competitiva, ma ci sono anche strumenti dedicati alla piccola impresa, che ha un approccio radicalmente diverso. Ad esempio stiamo lavorando con Gepafin per aiutare il credito alle piccole aziende. Il Defr sostiene la competizione delle imprese, affronta i punti di debolezza che le imprese ci sottopongono, per trovare risposte al problema del lavoro. Le politiche sull’INCLUSIONE SOCIALE è il cuore dell’azione di governo della Giunta: confermiamo politiche e risorse imponenti, con risorse attive e mobilitanti. L’inclusione non assistenzialistica è immaginata come investimento sulle persone e sul capitale umano: il diritto allo studio, la formazione professionale, l’alternanza scuola lavoro, la lotta all’abbandono scolastico. Sugli INVESTIMENTI le Regioni hanno costruito un accordo con il Governo nell’interesse delle scelte di investimento sul territorio. E questo si aggiunge alla capacita di investimento che la Regione ha avuto negli anni con la finanza derivata, con le risorse comunitarie, con entrate proprie e con mutui. Nel documento che accompagna il bilancio triennale sono indicati tutti gli interventi in ambito sanitario, di viabilità, di dissesto idrogeologico. Investimenti che significano anche riqualificazione della spesa: per fare 54 milioni di investimenti tagliamo 54 milioni di spesa corrente senza intervenire nelle parti di politiche attive, e continuando a sostenere la capacità di investimenti degli enti territoriali. Proseguendo anche in interventi importanti in TRASPORTI E MOBILITÀ con la rimobilitazione di investimenti pubblici sulle infrastrutture ferroviarie, sul materiale rotabile sia su gomma che su ferro, sulle piste ciclabili. E questo mentre molti centri storici dell’Umbria tornano anni indietro riaprendo al traffico veicolare privato. Il Defr investe anche molto sulla CULTURA, che è una componente dello sviluppo economico. Basta pensare al turismo. Se l’Umbria è importante su enti e beni culturali, sui luoghi di produzione della cultura è perché abbiamo fatto un lavoro di squadra e di sostegno degli enti locali. Sull’AMBENTE ricordo che la Regione introita solo l’eco tassa, una entrata di scopo che noi reinvestiamo interamente verso destinazione ambientale: per i piani di bonifica dei siti inquinati più piccoli, per sostenere i comuni che stanno passando alla tassa puntuale, su temi di Arpa, su progetti per la raccolta differenziata. La raccolta differenziata regionale l’abbiamo trovata al 30 per cento e ora siamo al 65. Abbiamo investito sull’economia circolare in collaborazione con i Comuni. Con coraggio abbiamo affrontato il tema discariche: dal 2011 ad oggi abbiamo dimezzato il conferimento in discarica di rifiuti. Numeri evidenti. L’impiantistica si fa con investimenti di società che sono degli enti locali. La Regione fa programmazione, investimenti e accompagna gli enti locali. Non fa gestione. Il rapporto con le società dei rifiuti deve essere pubblico e trasparente. Ha ragione Bankitalia, la Tari non può essere una patrimoniale iniqua che alcuni comuni usano per finanziare altre cose. Questo Defr accompagna il BILANCIO che è il nono di fila che NON USA LEVA FISCALE, anzi inserisce un altro tassello di agevolazioni. Tenere la tassazione bassa significa fare redistribuzione e aiutare le fasce sociali più deboli. Un bilancio solido in grado di affrontare i cofinanziamenti e la gestione del sistema sanitario”.

PROPOSTA DI RISOLUZIONE 
Proposta di risoluzione a firma dei capigruppo della maggioranza Chiacchieroni (Pd), Rometti (SeR), Solinas (Misto-Mdp) che integra il Defr chiedendo alla Giunta di assumere come prioritari alcuni temi. Su INFRASTRUTTURE e TRASPORTI: avviare una fase nuova dell’assetto societario dell’Aereoporto San Francesco di Assisi e sviluppare  l’area aeroportuale; risolvere il Nodo di Perugia prima della nuova Collestrada; lavorare per il completamento dell’intero tratto della Perugia–Ancona e per il pagamento di tutte le imprese umbre; completamento della ristrutturazione della rete ex Fcu ed attuazione di tutti i programmi della riqualificazione della rete ferroviaria dell'Umbria; aggiornamento del Piano Regionale dei Trasporti. POLITICHE ABITATIVE: continuare a sostenere l'acquisto della prima casa per le giovani coppie con il completando della graduatoria in essere e predisponendo nuovi bandi anche per il 2019–2020. POLITICHE DEL LAVORO: rendere operativi tutti gli strumenti previsti da UmbriAttiva per l’inserimento lavorativo; sbloccare le risorse, portare nuovi investitori e dare nuove prospettive di sviluppo alla fascia appenninica, e trasformare l’accordo per l’ex Merloni in area di crisi complessa; sviluppo di tutte le opportunità sull'area di crisi complessa di Terni; nuova progettualità su orientamento e formazione al lavoro, in particolare sulla manifattura tradizionale legata al territorio con buone performance ma oggi in difficoltà nel reperire adeguate professionalità (vedi ad esempio settore tessile). Dare piena attuazione alla RICOSTRUZIONE POST SISMICA 2016 e 2017 e definitiva ricostruzione del 2009 con recupero delle risorse per il completamento. POLITICHE AMBIENTALI: valorizzazione delle risorse naturali e del piano per la qualità di aria e per il consumo del territorio; completa attuazione dell’impiantistica di recupero e smaltimento dei rifiuti. WELFARE: affrontare con decisione il problema della convivenza civile coniugando sicurezza urbana, politiche immigratorie, politiche sociali abitative, politiche della formazione e del lavoro; aiuto economico per le famiglie per le rette degli asili nido; potenziare le politiche di sostegno e i servizi per la non autosufficienza. Potenziare le misure di PREVENZIONE DEL RISCHIO SISMICO degli edifici privati, iniziando con il rifinanziare  le graduatorie già in essere, e continuando col sostegno del programma di interventi su strutture pubbliche, scuole ed edifici pubblici per renderli completamente antisismici. AGRICOLTURA: velocizzare l’erogazione dei contributi comunitari da parte di AGEA, investire sul alcuni settori strategici come il biologico e l'imprenditoria giovanile; tutelare e far convivere le imprese agricole con i danni di FAUNA SELVATICA”. DMB/TB/PG/AS


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