QUESTION TIME (12): “SERVE INNOVATIVA PROGRAMMAZIONE PER IL POLO DELL’ACCIAIO” A LIBERATI E CARBONARI (M5S) RISPONDE L’ASSESSORE PAPARELLI: “MIGLIORAMENTI CON ARIA CRISI COMPLESSA E INFRASTRUTTURE”
(Acs) Perugia, 6 novembre 2018 – Nella seduta odierna dell’Assemblea legislativa, nella parte dedicata al Question time, i consiglieri del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari hanno presentato una interrogazione in merito al polo dell'acciaio di Terni con cui chiedono all’assessore Fabio Paparelli se la Giunta regionale non ritenga “urgente attivare un’innovativa programmazione territoriale, denunciando in ogni sede interessi particolari ostativi al mutamento del misero status quo urbanistico, ambientale e sanitario, specie dopo i contenuti degli Studi ‘Sentieri’”.
Liberati nell’illustrare l’atto in Aula ha evidenziato “l’assenza di pianificazione e quindi l'iperfrazionamento territoriale” ed ha chiesto se l’Esecutivo “abbia individuato tra Terni e Narni, luoghi più adeguati ove concentrare e indurre a ricollocare tutti o alcuni tra tali opifici, incluse le rilevanti necessità della logistica connessa. Un fatto che genererebbe subito centinaia di posti di lavoro, innalzando la qualità della vita di residenti e lavoratori”. Liberati ha evidenziato inoltre come “frattanto, grazie alle allarmanti conclusioni degli Studi Sentieri” emerga “il drammatico esito della forzata coabitazione tra industria pesante e città, senza che finora alcuna autorità giudiziaria sia minimamente intervenuta, nemmeno per le doverose indagini sul sito Terni-Papigno. La politica regionale ha comodamente rinunciato a occuparsi del tema, così che Terni subisce pure il fatto che la stessa filiera, anziché essere localizzata in unico sito, circonda l’intera città, con uno sciatto fiorire di zone industriali, peraltro con un inutile consumo di suolo. Quindi chiediamo che questo vuoto programmatorio territoriale venga riempito, e che non si vada velocemente ad autorizzare nuovamente con una conferenza di servizi decisoria sulla Thyssen. La Regione può fare di più mettendo attorno a un tavolo tutti gli stakeholder”.
Nella sua risposta l’assessore Paparelli ha detto che “a Terni esistono criticità, perché nasce prima la fabbrica e poi la città. Ma non ci si deve rassegnare. Oggi ci sono molti strumenti che prima non c’erano per mantenere in equilibrio sviluppo, occupazione e qualità ambientale di un territorio. Con l’area di crisi complessa abbiamo attivato tre tavoli, quello ambientale, quello per le infrastrutture e quello per l’università e ricerca, che dovrebbero essere ricondotti a un coordinamento complessivo presso il Mise. Chiederemo la loro riattivazione al più presto, ma noto l’assenza su questi tre tavoli del comune di Terni che invece dovrebbe essere il protagonista principale. E vorremmo capire le intenzioni del Sindaco. Noi riconformiamo i nostri impegni per migliorare queste criticità. Il tema della delocalizzazioni non appartiene alle competenze e alle possibilità della Regione. Il nostro contributo è sulle infrastrutture, ribadendo la volontà di realizzare la bretella Staino – Pentima - via Breda - innesto Terni-Rieti-San Carlo, che comporterà notevoli vantaggi alla circolazione, andando a migliorare la viabilità urbana verso quella nazionale. Altri interventi riguardano la bretella ex Terni Rieti Strada dei Confini–Flaminia-Salaria, e il collegamento ferroviario e stradale della Piastra logistica Terni-Narni. A supporto delle iniziative industriali abbiamo messo a disposizione un’area destinata all’insediamento di edifici e strutture per le pmi. Si tratta di 15 lotti edificabili, per una durata massima di 35 anni, e l’avviso pubblico è di prossima uscita. Questo è il quadro delle iniziative e degli interventi che intendiamo portare a termine. Sull’area Nera Montoro insiste il contratto di sviluppo relativo al parco giochi, che va incontro alla necessità di un territorio di diversificarsi in maniera innovativa”.
Nella sua replica Liberati ha detto che “Terni e Narni potranno avere futuro solo nella sostenibilità. L’attuale status quo non guarda al futuro. C’è bisogno di un coordinamento nazionale, ma pensare di lasciare le cose come stanno significa continuare a ferire quella conca. Le acciaierie possono vedere a Nera Montoro una possibilità di ricollocazione perché in questo momento la coabitazione tra città e industria pesante ha ormai superato ogni limite”. DMB/