Regione Umbria - Assemblea legislativa


QUESTION TIME (9) “CARENZE STRUTTURALI E ORGANIZZATIVE DELL’AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA DI TERNI” - A DE VINCENZI (MISTO-UN) RISPONDE ASSESSORE BARBERINI: “DATI ATTIVITÀ 2017 IN LINEA CON ANNO PRECEDENTE”

(Acs) Perugia, 24 luglio 2018 – Nella riunione odierna dell’Assemblea legislativa, sessione dedicata al Question time, Sergio De Vincenzi (Misto-Umbria next) ha chiesto chiarimenti all’assessore alla Salute, Luca Barberini sulle “gravi carenze strutturali e organizzative dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni”. L’interrogante ha chiesto nello specifico di “conoscere se esista e sia stato calendarizzato un progetto di ristrutturazione complessiva dello stabile e se nei programmi del governo regionale e della direzione generale dell’Azienda si pensi ad una riorganizzazione e riqualificazione efficiente e concreta dei servizi di questo ospedale, che accoglie un vasto bacino di utenza anche extra-regionale”.

Nell’illustrazione dell’atto, De Vincenzi ha definito la struttura “decisamente vetusta dal punto di vista strutturale, elemento centrale intorno al quale ruota l’intera organizzazione. È lungo l’elenco di questioni che andrebbero urgentemente affrontate: innanzitutto la penuria di posti letto che porta a ricoveri temporanei di fortuna nei corridoi, creando problemi rilevanti per i pazienti, ma anche per lo svolgimento delle attività di cura. Problemi riguardano i primariati, quali neurochirurgia, pediatria, ginecologia, ortopedia. Serve un piano di reintegro di molte professionalità mancanti. Negli ultimi giorni è venuta alla ribalta la questione degli anestesisti. Il problema è dato dal fatto che accanto alle professionalità che se ne stanno andando per pensionamento e per le quali non state adeguatamente programmate le sostituzioni, se ne vanno anche grandi professionalità, come il professor Carletti, che prendono la via verso strutture private o in altre regioni. Altro tema riguarda il personale, che andrebbe adeguatamente ridistribuito tra i vari reparti. C’è poi il sovradimensionamento di alcuni settori a fronte della penuria di altri, tra i quali l’urologia, articolato in quattro reparti attivi, con tre strutture complesse, una ospedaliera e due universitarie ed una dipartimentale. Da evidenziare il tema del reparto di endoscopia digestiva dove il primario e vice primario sono prossimi al prepensionamento. Attualmente il reparto è gestito da due unità professionali in grado di svolgere però soltanto le emergenze. Ci sono criticità legate poi a personale tecnico e sistemi tecnologici; carenze all’interno dei quadri amministrativi, problemi di informatizzazione con sistemi che non dialogano tra loro, creando problemi nella gestione dei pazienti e delle cartelle cliniche. C’è infine il tema del coordinamento delle richieste con picchi di due anni nelle liste di attesa”.

L’assessore Barberini ha detto che “nell’anno 2017 i dati delle attività sono leggermente in linea o addirittura in crescita rispetto all’anno precedente, con oltre 29mila attività (ricoveri-day hospital e day surgery), di cui oltre il 20 per cento proviene da fuori regione, dato particolarmente significativo rispetto alla mobilità attiva. Il peso medio della classificazione degli interventi chirurgici passa da 1,16 del 2016 a 1,18. L’indice di performance passa da 99,1 a 101,1. Si tratta di indicatori che determinano la qualità e la complessità dei servizi forniti. Negli ultimi mesi è stato avviato, ma non ancora concluso, il percorso di stabilizzazione del personale precario (legge Madia), nel caso specifico nell’Azienda ospedaliera di Terni sono già state stabilizzate 29 unità (16 infermieri, 3 ostetriche, 10 medici) mentre per gli altri si stanno verificando i requisiti per ulteriori stabilizzazioni. Dal 2013 su Terni è partito un ampio programma di messa a norma e di innovazione tecnologica che ha utilizzato una serie di risorse di provenienza nazionale, regionale, di autofinanziamento aziendale, per circa 60milioni di euro. Ad oggi oltre il 52 per cento di questi interventi è stato realizzato. Mentre le risorse provenienti da misure nazionali sono state destinate alla ristrutturazione e rifacimento della struttura immobiliare. Le innovazioni tecnologiche ed i ricambi delle attrezzature sono stati coperti interamente da autofinanziamento. Particolare accelerazione si è verificata rispetto agli investimenti strutturali nel triennio 2016-2018 con la previsione di 32milioni di euro, oltre a 18milioni per investimenti in tecnologia. Già conclusi interventi nella diagnostica (4,6 milioni di euro), nella sala ibrida (1,2 milioni di euro), nella nefrologia (2milioni di euro). Per quanto attiene le strutture complesse, si è concluso il percorso dell’oncologia, dove è stato nominato il nuovo primario; l’endocrinologia verrà conclusa entro i primi del prossimo mese di agosto; verranno avviate nelle prossime settimane tutte le selezioni necessarie per il primariato di ortopedia, pediatria, ostetricia, neurochirurgia. Di fronte a queste situazioni il nostro compito è di agire con prontezza, individuando i migliori professionisti secondo le procedure di legge. Va sicuramente accelerata la tempestività negli investimenti, con una capacità di spesa che va realizzata in tempi più brevi e celeri. Va anche accelerato il percorso di coinvolgimento, di definizione della ‘Città della salute’ prevedendo un coinvolgimento tra Azienda ospedaliera, Asl e Università, questione che verrà inserita nel piano sanitario, prevedendo una integrazione tra gli ospedali  di territorio e le nostre aziende ospedaliere, lasciando e concentrando l’attività di media e bassa complessità negli ospedali di territorio, riservando alle aziende ospedaliere l’alta complessità. Nel caso specifico di Terni, questo significherebbe mettere sempre più in stretta sinergia e collaborazione gli ospedali di Narni e Amelia con l’Azienda ospedaliera per una risposta unitaria a livello territoriale. Va anche recuperata una maggiore armonia coinvolgendo il personale utile a reggere sfide future, particolarmente delicate e complesse”. 

Nella replica, De Vincenzi ha assicurato che continuerà a monitorare il quadro. “Rispetto alla struttura di Orvieto – ha detto – da oltre due anni stiamo seguendo evoluzioni che però rileviamo stanno andando avanti con particolare lentezza”. AS/


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