Regione Umbria - Assemblea legislativa


FERROVIE: “REGIONE UMBRIA BLINDA MONOPOLIO TRENITALIA: ALTRI REGALI IMMOTIVATI AL GESTORE” - LIBERATI (M5S) “QUASI 400MILIONI ASSICURATI LORO” NEGLI ULTIMI 10 ANNI

In sintesi

I consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S) puntano il dito contro il contratto di servizio Regione Umbria-Trenitalia e chiedono “chiarimenti alla Giunta e una immediata discussione in Aula rispetto alle criticità di questa operazione”. Liberati e Carbonari parlano di “evidenti criticità” nei contenuti del contratto sia per ciò che riguarda il potenziamento del servizio con i treni Frecciabianca e Frecciarossa, sia per quanto riguarda l’ammodernamento infrastrutturale.

(Acs) Perugia, 2 luglio 2018 - “Dopo aver finanziato Trenitalia con circa 37milioni di euro (più Iva) ogni anno e da anni, dopo averle immotivatamente regalato pure la Ferrovia centrale umbra, ora arriva il salto di qualità: la Regione Umbria vorrebbe pure allungare a ben 15 anni il contratto con la società del Gruppo FS, garantendogli anche 50milioni come quota di compartecipazione per l'acquisto di 12 nuovi convogli. Altri regali immotivati al gestore”. I consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S) puntano il dito contro il contratto di servizio Regione Umbria-Trenitalia e chiedono “chiarimenti alla Giunta regionale e una immediata discussione in Aula rispetto alle evidenti criticità di questa operazione”. 

Aspetti negativi che per Liberati e Carbonari si riferiscono al fatto che la Regione Umbria “va a blindare ulteriormente il monopolio di Trenitalia, dopo decenni di forte sostegno economico-finanziario a senso unico, con contratti di servizio privi di veri controlli e penali,  senza il minimo spauracchio e senza nemmeno agitare il fantasma del 'mercato'. In questo modo – sottolineano -  si è favorito ulteriormente un gestore che evidentemente già tratta da posizione di smisurata forza”.

I due esponenti pentastellati spiegano di non capire il motivo che ha spinto la Giunta regionale a “compartecipare alla spesa per nuovi treni: Trenitalia, infatti, nell'ultimo decennio, avendo ricevuto circa 400milioni dalla Regione Umbria, poteva ben investire e pianificare materiale rotabile adeguato. Invece, qui, faceva e fa circolare convogli dall'età media di 20 anni, con una qualità del servizio per niente stellare, ma con evidenti profitti per il gestore”.

Liberati e Carbonari dicono, inoltre, che “non si capisce se, a fronte degli annunci rassicuranti per Spoleto, le città umbre collocate sulle direttrici principali come Assisi, Foligno, Spoleto, Terni e Orvieto, potranno essere servite almeno da una coppia di Frecciarossa al giorno, visto il prevedibile successo del Milano-Perugia, spezzando così l'isolamento dell'Umbria. Sarebbe doveroso – suggeriscono - iniziare dal facile allungamento del Freccia Milano-Perugia fino a Foligno-Spoleto-Terni, treno viceversa tuttora riservato al solo capoluogo di Regione”.

Altra criticità nei contenuti dell’accordo viene individuata infine, da Liberati e Carbonari, nel fatto che “non si parla, dei necessari aggiornamenti dell'infrastruttura, ferma ai primi del '900 con i 'raddoppi selettivi' tra Foligno e Terontola perennemente attesi, i lavori da tartaruga tra Spoleto e Campello, l'inesistente 'fermata Aeroporto S. Francesco', il fantomatico tunnel tra Terni e Spoleto deliberato dal Cipe addirittura nel 2001. In  compenso – concludono -, i pendolari subiranno rincari del 30 per cento circa di qui a cinque anni”. RED/tb


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